Capitolo 11

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- Sto per sentirmi male. - aveva esordito Beomgyu appena seduti nelle loro comode poltroncine in classe business.

Il momento della partenza era finalmente arrivato e i dirigenti della squadra con il comitato della Riot Games, la casa creatrice di League of Legends, avevano prenotato posti in classe business per lo staff, gli eventuali accompagnatori, il coach ed i sei giocatori. Nei posti a quattro i vari giocatori si erano disposti ognuno accanto al proprio accompagnatore. Beomgyu e Taehyun erano seduti davanti a Kai ed il suo manager, che si era addormentato appena accomodato sulla poltroncina.
Di fianco a loro, dall'altra parte vi erano seduti Felix e Jeongin, entrambi accompagnati dai propri manager. Più avanti, invece, vi era Niki con la madre, poiché ancora minorenne, il suo manager ed il coach, mentre paralleli a loro vi erano Heeseung con Jennifer, la sua ragazza che, in quanto cosplayer ufficiale di LOL, era stata invitata dalla Riot, il manager del leader e un altro membro dello staff.

- Beomgyu non siamo nemmeno partiti, non puoi avere già paura e, per di più, non è nemmeno la prima volta che prendi un aereo. - fece spallucce Kai, mentre iniziava ad accendere la Nintendo Switch per prepararsi al lungo viaggio isolandosi dal mondo.

La prima tappa dei mondiali di LOL era Madrid e, anche se il volo era diretto, comunque servivano più di dodici ore per arrivare.

- Invece è la prima volta che mi rinchiudono in una scatola volante per più di dodici ore. - aveva risposto Beomgyu con tono drammatico, quello di chi necessitava parole di conforto.

- Ma se rimani chiuso a giocare in camera tua anche per più di dodici ore, cambia solo che sei sospeso nel nulla. - aveva osservato Taehyun che si stava preparando anche lui con le cuffie alla lunga durata del volo.

Beomgyu, osservando Kai e Taehyun, aveva realizzato che non avrebbe ricevuto da nessuno dei due parole confortanti: entrambi risultavano piuttosto tranquilli all'idea di quel viaggio, mentre lui era l'unico spaventato.
Nel momento del decollo il pro-player stava per scoppiare a piangere e Taehyun gli prese la mano per cercare di dargli forza.

- Non sono un bambino a cui bisogna dare la mano per non fargli avere paura. - disse Beomgyu offeso per il gesto, che allo stesso tempo gli provocò uno strano di brivido piacevole nello stomaco.

- Okay, scusami uomo adulto che non riesce a stare tranquillo su un aereo, che fa questa stessa tratta quasi ogni giorno. - replicò Taehyun lasciandogli la mano che Beomgyu, inconsciamente, afferrò nuovamente poco dopo per via di una perturbazione durante la fase di decollo.

Beomgyu, bloccato dalla paura di precepitare, aveva tenuto la mano del suo manager, che nel frattempo si era addormentato, per le prime ore, finché dopo un po' riuscì ad addormentarsi anche lui per la stanchezza.
Quando Taehyun lo aveva chiamato per dirgli che poteva partire per l'Europa, Beomgyu si era abbastanza rasserenato. Non solo la competizione, ma anche il viaggio lo spaventava e l'idea di non avere qualcuno a lui più vicino che lo accompagnassi, gli provocava ancora più ansia. È vero che c'era il suo team, ma tutti avevano anche il proprio manager.
Infatti, se Taehyun non fosse andato, un membro dello staff sarebbe stato con Gyu come suo manager. Ma per il pro-player si sarebbe trattato comunque di uno sconosciuto, con cui non era certamente ben disposto ad esternare le proprie preoccupazioni. Anche la questione della lingua per Beomgyu era un problema, ma sapeva che Taehyun, invece, se la cavava piuttosto bene con l'inglese. Con il biondo al suo fianco, il giovane pro-player era convinto di aver risolto almeno metà delle preoccupazioni che aveva per i Mondiali di LOL.
C'era però qualcosa che non andava in quella situazione, Beomgyu aveva la sensazione che a Taehyun fosse successo qualcosa, ma quando aveva provato ad indagare il biondo aveva negato. Continuava a ripetere che stava bene ed effettivamente era il solito Taehyun: sempre gentile, disponibile, schietto e pronto a documentare e fare foto per il profilo di Beomgyu.
Taehyun a metà viaggio si era svegliato a causa di una leggera perturbazione, notando come il bruno, ormai addormentato, stava continuando a tenere la sua mano. Il pro-player aveva la mano fredda. Fece in modo di lasciargliela per prendere la coperta dalla sua postazione con la quale coprì Beomgyu, assicurandosi che rimanesse al caldo. Lavorando come manager, Taehyun aveva scoperto che tenere le mani al caldo per i gamer era fondamentale: anche prima delle partite lo staff provvedeva sempre a dare alla squadra degli scaldamani per evitare di avere slogature, crampi o problemi ai muscoli nel corso dei vari match.
Il biondo sorrise, guardando come il ragazzo stesse dormendo pacificamente. Poi prese il suo cellulare, ovviamente in modalità aereo: la notifica dei messaggi di Yuqi, a cui non aveva più risposto, era ancora lì in bella vista. Decise di continuare ad ignorare, non aveva letto nemmeno l'anteprima di messaggio. Osservò quella schermata per qualche minuto senza fare nulla, tirò un lungo sospiro, poi posò il cellulare e cercò di prendere nuovamente sonno.

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