XVI - Halloween

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Luce

Quello, per gli americani, era uno dei giorni più importanti. Una delle feste più appariscenti. Uno dei momenti in cui ci si poteva mettere in mostra senza risultare volgare o fuori luogo. Per me, era la prima volta. E, a breve, mi sarei tirata tutti i capelli dal cuoio capelluto se non avessi scelto cosa indossare.

«No, questo è troppo sgualcito... Oh, questo assolutamente no, è della scorsa collezione!»

Cosa si indossava ad Halloween?

I miei vestiti erano sparsi sul letto e sul pavimento. Ammucchiati in montagne negli angoli della stanza, mentre io li lanciavo alla rinfusa alle mie spalle. Come si faceva a creare un costume con quello che avevi a disposizione?

«Possibile che con l'armadio di Barbie e la Magia della moda, tu non riesca a trovare uno straccio da mettere ad una festa in maschera?» sbuffò Dakota, seduta a testa in giù sul suo letto.

«Di solito, le sarte mi cucivano abiti pronti e confezionati anche solo per prendere un tè in terrazza il giorno successivo» risposi stizzita, con un gesto nevrotico della mano.

«Come prima cosa, dovresti decidere da cosa vuoi mascherarti»

Mi bloccai sul posto e cominciai a puntellare un'unghia contro il mento. Mi voltai verso di lei, trovandola a mangiare una pesca.

«Tu da cosa ti vesti?»

Si mise dritta e incrociò le gambe, addentò la pesca scrollando le spalle.

«Sposa cadavere»

«Banale» roteai gli occhi al cielo.

«Detto da una che non trova niente a due ore dalla festa!»

Cominciai a riporre in maniera ordinata i vestiti nel piccolo armadio che avevo a disposizione. Ero pronta a rinunciare e andare alla festa con jeans e maglietta, tanta era la disperazione.

«Quindi...» mi schiarii la gola, «tu e Diego».

«Cosa?» Dakota parlò con la bocca impastata di frutta e io non mi voltai, per non cedere ad una smorfia disgustata.
«Uscite assieme?»
Una risata sincera e cristallina provenne dalla ragazza seduta sull'altro letto; mi voltai. Scuoteva il caschetto biondo con frenesia, mentre oscillava una mano con l'indice alzato.

«Credo che tu abbia frainteso» disse, appena si riprese.
«Ne sei sicura? A me sembra che ti interessi. A chiunque piacerebbe Diego» scrollai le spalle, mentre piegavo le maniche di un vestitino arancione estivo e lo mettevo sulla pila di vestiti puliti.

«Luce, non basta essere belli e avere tanti soldi, per piacere a qualcuno»

Non mi voltai verso di lei. Erano tutti in fissa con questo discorso. Soldi, soldi. Vita perfetta. Cosa ne sapevano loro, davvero, di noi?

«Oh Dio, la straniera è qui» sbuffò una voce petulante, mentre entrava nella stanza, sbattendo la porta con un tonfo e lasciando ricadere lo zaino dalle spalle in maniera scomposta sul pavimento.

Piper si lanciò sul suo letto a peso morto. Le trecce scure si sparsero sul cuscino, mentre si toglieva le scarpe con le dita dei piedi.

«Ciao, Pierce. È sempre un piacere vederti» commentai, ironica, tirando un sorriso chiaramente finto. Ma non cercai di nasconderlo.

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