XXXVI - Dramma scadente

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Luce

I giorni successivi furono una distesa di silenzio e riflessioni. Mi sentivo come se il mondo fosse rallentato, come se i rumori e le voci intorno a me fossero lontani, filtrati da una nebbia che non riuscivo a dissipare. Restai a riposo per un po', seduta nel mio letto con il cellulare in mano, mentre i notiziari continuavano a scorrere sullo schermo, senza che io fossi in grado di concentrarmi su nulla. Dakota e Piper vennero a farmi visita, e si fermarono con me a chiacchierare di cose leggere, cercando di farmi sentire a mio agio. Mi raccontavano delle loro giornate, delle risate e dei piccoli drammi del college, ma io non riuscivo a smettere di pensare a Sienna.

«Hai sentito cosa dicono di lei?» chiese Piper un giorno, sedendosi accanto a me. «Dicono che sia una pazza gelosa, ma io non credo che sia così semplice. C'è qualcosa che non torna...»

La sua voce era calma, ma nel suo sguardo c'era una certa inquietudine. Potevo vedere che anche lei, come me, non riusciva a ignorare la strana connessione che avevamo percepito. Sienna non era solo la ragazza problematica della scuola, c'era qualcosa di più sotto, qualcosa che non riuscivo a spiegare, ma che continuava a tornare nei miei pensieri.

«Lo so» risposi, guardando il televisore senza davvero guardarlo. «Ma non è solo gelosia... C'è qualcosa di più.»

Dakota, che era sempre più introversa, si fece avanti. «Luce... non pensi che Sienna stia solo cercando un posto dove appartenere? Forse ha vissuto cose che nemmeno immagini.»

Mi sentivo come se le sue parole fossero un piccolo conforto, un tentativo di farmi vedere le cose da un'altra prospettiva, ma dentro di me cresceva il timore che dietro le sue parole ci fosse la verità. Che Sienna fosse qualcosa di più, qualcosa che non avrei mai immaginato.

Nel frattempo, Diego, che si era unito alla conversazione, parlò con un tono che non ammetteva repliche. «Dovresti smetterla di preoccuparti di lei. Non è un problema nostro. E ora che torniamo in Italia, credo che dovresti lasciare perdere tutto questo. Non possiamo permetterci di essere distratti da queste cose.»

Mi sentii come se un colpo mi fosse stato inferto al cuore. Diego non aveva mai voluto confrontarsi con nulla che non fosse sotto il suo controllo. E ora che tornavamo a casa, sembrava che tutto ciò che avevamo vissuto qui non contasse nulla. Mi sentii così impotente, ma al tempo stesso, una parte di me capiva. Dovevo decidere cosa fare della mia vita e delle risposte che cercavo.

«Mi piacerebbe davvero che smettessero di essere insieme...» dissi lentamente, le parole uscirono come un sospiro trattenuto. «Non sono una persona gelosa, ma credo che ci sia qualcosa di... sbagliato tra di loro.»

Tutti mi guardarono, come se aspettassero una spiegazione più approfondita, ma io non riuscivo a dirlo. Non riuscivo a mettere insieme i pezzi del mio cuore, e la mente si rifiutava di trovare una risposta chiara.

«E se fosse solo una fase?» chiese Giulio, con la sua intelligenza. «Non è che alla fine tutto si risolverà quando torneremo in Italia?»

Miranda, che era stata silenziosa fino a quel momento, si alzò in piedi e cominciò a camminare nervosamente per la stanza. «E se avessimo sbagliato a giudicarla? Non sappiamo nulla di lei, eppure parliamo come se avessimo già deciso chi è. Siamo sicuri che sia davvero così?»

Fu allora che il mio cuore si fermò. Sienna non era solo un pezzo di un puzzle, lei era un enigma. Un enigma che continuava a tormentarmi, ma di cui non riuscivo a trovare la soluzione. Io... io non volevo accettare questa verità, eppure era come se ogni tessera del mosaico cadesse lentamente al suo posto.

«Mi ha detto qualcosa...» continuai con un filo di voce, «Qualcosa che non riesco a ignorare. Mi ha detto che potrebbe essere... potrebbe essere la nostra sorella. E io... non so cosa pensare.»

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