Hybrid C12 "Fire"

8 2 0
                                    

DENNIS
(Una settimana prima)
ALEX: Allora, questa è la mia idea: aspetteremo fino al giorno dell'esecuzione...
Mi si gelò il sangue nelle vene.
DENNIS: Non possiamo permettercelo.
ASH: Den, scusa se te lo chiedo, ma puoi farlo finire di parlare? Vorrei sapere cos'ha in mente.
DENNIS: Hai ragione, scusa. Vai avanti, Alex.
ALEX: Dicevo, aspetteremo fino a quel giorno, facendo finta di non sapere nulla.
LILITH: E poi?
ALEX: Quel giorno saremo tutti nella sala del trono. E qui entri in gioco tu, Ash.
ASH: Sono pronto, dimmi via devo fare.
ALEX: Però è rischioso, sei sicuro di volerlo fare?
ASH: Sono contento che ti preoccupi per me, Alex, ma voglio sapere cosa devo fare.
ALEX: Va bene. Allora, dovresti rischiare la morte.
LILITH: In che senso?
ALEX: Qui arriva il difficile. Dovresti incendiarti completamente. Credi di potercela fare?
ASH: Non lo so. L'idea è ottima, ma... creare così tanto fuoco è un grande dispendio di energie, e... se come penso, dopo ci toccherà combattere, io sarei quasi senza energie, e quindi completamente inutile.
(Fine flashback)
Quando Ash prese fuoco, Aryn sobbalzò.
ARYN: Come ha fatto?
DENNIS: Dovresti saperlo.

ARYN
Ash ha appena preso fuoco. Non l'avevo mai visto farlo, almeno non fino a... lasciamo perdere. Chissà se gli altri sapevano quello che è...
Lanciai uno sguardo agli amici di mio fratello.
Dalle loro facce si direbbe che sapevano tutto. Di sicuro, se Ash non è umano, non lo sono nemmeno loro, almeno credo. Ad ogni modo, glielo chiederò dopo, adesso è meglio concentrarsi sul piano.
Osservai la situazione: le fiamme di Ash avevano sciolto il metallo delle asce, e adesso i boia ne stavano guardando i manici in un misto di stupore e confusione.
Ash aveva sciolto le catene che lo legavano al legno.
È diverso o sbaglio?
Lo era. I suoi capelli avevano una sfumatura più arancione del solito.
È... no. No, non puoi. Toglitelo dalla testa. È il ragazzo di tuo fratello, non il tuo. Fattene una ragione.
Quando si rese conto di essere libero, volò giù.
Bel lavoro, passerotto.

ASH
Non posso crederci. Ce l'ho fatta. Ce l'ho fatta davvero!
Atterrai davanti agli altri.
Dennis abbassò le orecchie, poi mi abbracciò di slancio.
DENNIS: Ash...
Gli poggiai la testa su una spalla, non potendo ricambiare l'abbraccio a causa delle manette.
ASH: Va tutto bene.
DENNIS: Ho avuto paura...
ASH: Lo so.
ALEX: Ehm... non per interrompere, ma abbiamo un problema.
Era vero.
Tutta la sala mi stava guardando disgustata.
SATANA: Uccideteli.
DENNIS: Te la senti di combattere?
ASH: Se si tratta di tirare testate sì.
ARYN: Ci penso io.
Si mise dietro di me e e iniziò ad armeggiare con il mazzo di chiavi che portava alla cintura.
ARYN: E così sei il ragazzo di mio fratello, eh?
ASH: Così pare.
ARYN: Sai, Dagon, o Dennis, come lo chiamate voi, mi ha detto che si sente molto fortunato a poter stare al tuo fianco.
Arrossii.
ASH: Sono io che mi sento fortunato a poter stare con lui.
ARYN: Lui mi aveva già parlato dei suoi amici nel mondo di sopra, ma quando il discorso vergeva su di te, i suoi occhi brillavano come due stelle.
Sentii uno scatto, poi il peso ai polsi sparì.
ASH: Come mai queste non si sono sciolte?
DENNIS: È ossidiana infernale, un materiale ignifugo.
Si era già trasformato, ed era pronto a combattere.
Mentre mi stiracchiavo le braccia, mi guardai intorno.
Alcuni demoni avevano le ali.
ASH: Io mi occupo di quelli volanti.
DENNIS: Va bene, stai attento.
Annuii e mi alzai in volo.
SATANA: Occupatevi dell'angelo.
Un demone mi si lanciò contro.

DENNIS
Ash si difendeva bene, ma non uccise mai i suoi avversari.
Ha un cuore troppo buono per fare fuori qualcuno...
Mentre pensavo queste cose, prendevo in bocca cinque o sei demoni alla volta, sbranandoli.
Più di una volta Aryn dovette venirmi in aiuto.
Sono troppi.
Mi accerchiarono.
Mi difesi meglio che potevo, ma alla fine fui travolto.
Beh, ecco cosa succede quando ti ribelli a tuo padre. Se poi tuo padre è Satana in persona, non vedo possibilità di sopravvivenza. Ho avuto proprio una bella vita.
Ash, so che non puoi sentirmi.
Io... ti amo.
Non te lo dico spesso, lo so, ma è così.
In realtà non mi sono mai soffermato sul significato della parola "amare", ma ora credo di averlo capito.
Amare qualcuno, significa accettare tutto dell'altra persona, come di una rosa si accettano anche le spine; amare qualcuno significa esserci sempre per l'altro, nel bene e nel male; amare qualcuno significa avere la volontà di proteggersi a vicenda, anche a costo della vita.
Ed è questo che provo per te, Ash.
Sto per morire, ma volevo dirti una cosa: grazie.
Grazie per essermi stato accanto anche quando  ti ho detto cos'ero.
Per esserti fidato di me, nonostante le mie bugie.
Non hai idea di quanto sia grato al destino per averci fatto incontrare quel martedì sera.
Ora più che mai, sento di potertelo dire, amore mio.
Ti amo.
Chiusi gli occhi, rassegnandomi al mio destino.
Una lacrima cadde sulla roccia.

ASH
Quando finii di combattere, vidi che dei demoni avevano attaccato Dennis.
Mi buttai in picchiata.
Non mi interessava che i demoni fossero troppi per affrontarli da solo.
Non mi interessava di rompermi il collo per l'altezza.
Non mi interessava di lasciarci la pelle.
Dovevo salvare il mio ragazzo.
ASH: Giù le mani dal mio fidanzato!
Atterrai sulla schiena di un demone, che prese a dibattersi sotto di me, urlando qualcosa in infernico.
Stai zitto.
Gli affondai gli artigli nel petto, uccidendolo.
Ho appena ucciso qualcuno.
Non ho sentito nulla.
Zero senso di colpa o di pietà.
È...una strana sensazione.
L'esercito di demoni mi si lanciò contro.
DENNIS: Eh no, voi non lo toccate!
Cinque minuti dopo erano tutti morti e il pavimento era ricoperto di sangue nero.
ASH: Stai bene, Den?
DENNIS: Si, tu?
ALEX: Ash, attento alle spalle!
Mi voltai di scatto e colpii un demone alla tempia con una gomitata, uccidendolo.
Mezz'ora dopo, sul campo di battaglia erano rimasti solo il padre di Dennis e una mezza dozzina di demoni, cioè quelli che non avevo ucciso.
Dennis gli si avvicinò insieme al resto del gruppo.
DENNIS: Allora, padre, come la mettiamo?
Il diavolo non disse nulla, semplicemente corse via.
Dennis tornò umano.
LILITH: Adesso che si fa?
ARYN: Scusate se ve lo chiedo, ma non siete umani, vero?
LILITH: No, siamo ibridi.
Si tolse la collana, e così fece anche Alex.
ARYN: Quindi... Lilith è uno scorpione, e Alex è...un dinosauro?
ALEX: In realtà sono un velociraptor.
ARYN: E Ash è una fenice.
ASH: Come fai a saperlo?
ARYN: Hai le ali... e prima, hai preso fuoco... quindi ho fatto due più due.
ALEX: Dobbiamo andare.
DENNIS: Conosco un posto ma... è pericoloso.
ARYN: Credo di aver capito che posto intendi. Ci servono delle armi, e delle provviste.
Scendemmo in armeria.
Era una stanza rettangolare con i muri tappezzati con tutte le armi possibili e immaginabili.
Ci sono anche i coltelli, maledizione...
LILITH: Io prendo questa.
Scelse una falce.
ALEX: Io...
Guardò un po' ovunque, poi posò lo sguardo su una spada dalla lama nera.
ALEX: Questa.
La staccò dal muro e tirò un paio di fendenti per prova.
Io guardai in giro, ma le uniche armi alla mia portata erano i coltelli.
ARYN: Ash, hai...
DENNIS: Lascialo decidere. La sua è una decisione difficile.
Con mano tremante, presi i coltelli.
Dennis mi venne vicino.
La sua presenza mi tranquillizzò notevolmente.
DENNIS: Tutto ok?
ASH: ...
Mi cinse la spalla con un braccio.
DENNIS: Ehi, so che è difficile. Non conoscevo Ryan, ma so che lui non avrebbe voluto questo.
Sorrisi leggermente e lo baciai.
ASH: Lo so.
ARYN: Qui ci sono delle cinture per le armi.
Dopo aver cambiato le cinture, ci dirigemmo verso l'uscita.
ARYN: Ragazzi, ho... una cosa da chiedervi.
LILITH: Vai.
ARYN: Ecco... ne avevo già parlato con Dennis, e a lui andava bene... insomma... vi dispiacerebbe se venissi con voi? Insomma... sempre se ad Ash va bene.
Cosa? Perché deve andare bene a me in primis e poi agli altri?
ASH: Per me va bene, a voi?
ALEX: Anche per me.
LILITH: Bho, ok.
DENNIS: Forza squadra, mettiamoci in cammino.

Hybrid Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora