Hybrid C1 "Start"

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ASH
Mentre stavo leggendo in camera mia, mio padre entrò.
PAPÀ: Devo aspettare molto perché tu finisca di sistemarti?
Dovetti trattenermi dall'urlargli addosso.
ASH: Non voglio andarci. Mi sembrava di essere stato chiaro.
Ma a quanto pare mio padre non riusciva a capire quando esagerava, così insistette.
PAPÀ: Vuoi mettermi nei guai con la legge?
Era un colpo basso, sapeva quanto per me la legge fosse importante.
ASH: No.
PAPÀ: E allora sistemati e fai la valigia.
Quasi urlai.
ASH: Ti odio.
La mia voce suonò più fredda di quanto avessi voluto.
PAPÀ: Come ti pare.
Poi uscì, lasciandomi da solo.
Sospirai, e iniziai a decidere cosa portare con me.
Mi chiamo Ash Callenreese, e di sicuro vi starete chiedendo dove debba andare.
Ve lo spiego subito.
Prima di dirvi quello che volete sapere, ho bisogno di spiegarvi prima un paio di cose.
Non sono un ragazzo normale.
Al posto dei piedi ho degli artigli da rapace, e dalle scapole mi spuntano due enormi ali arancioni.
Sono una mezza fenice.
Per questa mia condizione, mio padre ha deciso (senza prima consultarmi, dato che la sua decisione riguarda me, prima che lui) di portarmi in una struttura che accoglie quelli come me.
Finii di sistemarmi e scesi a cena.

9:30 a.m
Una voce mi chiamò da fuori della porta.
PAPÀ: Alzati e fai colazione, dobbiamo andare.
Andai in soggiorno e quando finii di mangiare andai in macchina senza degnare di uno sguardo mio padre.
Accesi il telefono, collegai gli auricolari e feci partire la mia playlist.
La musica era l'unica cosa che mi permetteva di non pensare al fatto che mio padre mi stesse cacciando via di casa, come fossi un mostro.
E se mi avesse sempre visto così?
A questo pensiero, ricacciai indietro le lacrime, concentrandomi sul testo della canzone.

"Stayin' still, eyes closed
Let the world just pass me by
Pain pills, nice clothes,
If i fall I think I'll fly
Touch me, Midas
Make me part of your design
None to guide us
I feel fear for the very last time"

Questa, in particolare, è una canzone molto significativa per me.
Il motivo è che la ascoltavo sempre insieme ad una persona molto importante per me, Ryan, che è morto circa due anni fa.
Il ritornello è la mia parte preferita, dice "lascio che il mondo mi passi davanti", che da parte mia ho sempre interpretato come uno sprono ad andare avanti nella vita, fregandosene di tutto e tutti.
Quest'interpretazione mi è passata per la testa soprattutto dopo la morte di "quella persona".
PAPÀ: Siamo arrivati.
ASH: Aspetta cosa?!
Vidi che alcuni ragazzi parlare tra di loro.
ASH: Spero almeno di trovare qualche ragazzo carino...
Lo dissi senza pensare, infatti mio padre ebbe una reazione strana.
PAPÀ: Hai detto qualcosa?
Giusto, avevo dimenticato di dire che sono anche gay.
Solo in quel momento realizzai ciò che avevo detto, e decisi di fare coming out, visto che quella sarebbe stata probabilmente l'ultima occasione in cui vedevo mio padre.
ASH: Ecco... C'è una cosa che devo dirti.
PAPÀ: Sono tutt'orecchie.
In senso positivo o negativo?
ASH: Hai... presente Ryan?
PAPÀ: Intendi quel tuo amico che è morto in quella sparatoria di due anni fa?
Che bello quando tuo padre ti riporta alla mente la morte del tuo ex "migliore amico"...
ASH: Si. Ecco... io e lui... non eravamo solo amici. Cioè... stavamo insieme.
Chiusi gli occhi, aspettando che mi urlasse addosso che non era normale, per poi letteralmente ripudiarmi, mentre in realtà rimase in silenzio.
Riaprii gli occhi e lo guardai.
Aveva un sorrisetto soddisfatto stampato in volto.
PAPÀ: Finalmente me lo hai detto...
ASH: Tu... lo sapevi?
PAPÀ: Più ch saperlo... l'avevo intuito.
ASH: Ma... per te è un problema?
Era la domanda fondamentale.
Pensavo avrebbe detto qualcosa di negativo, invece mi sorrise di nuovo.
PAPÀ: Assolutamente no, finché sei felice tu, sono felice anche io.
Annuii e mi richiusi nel mio silenzio.
Entrammo nella villa e ci venne incontro una giovane donna scortata da quattro iene.
???: Salve, io sono Emma, la proprietaria di questo posto.
Mio padre le strinse cordialmente la mano, e si presentò, poi toccò a me.
ASH: Il mio nome sarebbe Aslan, me se vuole può chiamarmi Ash.
EMMA: Molto piacere, Ash. Spero riusciremo ad andare d'accordo, prima o poi.
Aveva un accento europeo e parlava con un tono profondamente falso, o forse era solo una mia impressione.
Alzai le spalle.
ASH: Come le pare.
Mio padre mi lanciò uno sguardo di fuoco.
PAPÀ: Io devo andare. È stato un piacere, signorina.
EMMA: Altrettanto.
Poi se ne andò, ed Emma si rivolse a me.
EMMA: Scusa se te lo chiedo ma... cosa sei?
Perché questa domanda?
ASH: Una fenice, perché?
Lei alzò le spalle.
EMMA: Scusami la domanda, la mia è semplice curiosità. Vieni, ti mostro la tua stanza.
Mi portò fino alle fine di un corridoio.
La stanza era divisa in due ambienti: una
voliera  e una parte piena di terra.
ASH: La mia è la voliera, immagino.
EMMA: Esatto. Scusami, ma ora ho da fare. Riposati, più avrai la possibilità di fare amicizia, se ti va.
Annuii e mi buttai sul letto.
Potrei anche abituarmici.

2:00 p.m.
A pranzo non parlai con nessuno.
Quando uscimmo per l'ora d'aria, mi sedetti sul ramo basso di un albero, osservando la situazione.
Mentre riflettevo, una ragazza si avvicinò a me.
???: Ciao.
Scesi dall'albero e ricambiai il saluto, anche se un po' diffidente.
Non sono mai stato uno che si fida facilmente delle persone.
???: Sei quello nuovo, giusto?
ASH: Indovinato. Mi chiamo Ash.
???: Io sono Lilith.
Che bel nome...
ASH: Cosa sei? Se posso chiedere...
Qualcosa di mosse alle sue spalle.
Una coda con un pungiglione.
LILITH: Uno scorpione. Tu?
ASH: Fenice.
I suoi occhi brillarono.
Sorrisi: era l'inizio di una bella amicizia, ne ero certo.

9:30 p.m.
Dopo cena, Emma mi chiamò in disparte.
EMMA: Come sta andando?
ASH: Bene, ho già fatto amicizia con Lilith.
EMMA: Buono a sapersi. E chissà che non possa nascere qualcosa...
Nah, sai com'è, preferisco i ragazzi.
ASH: No... cioè... Lilith è una bellissima ragazza ma... non è il mio tipo, ecco.
Era la pura verità.
Notai che stavamo andando verso una sala.
Chiesi dove ci stessimo dirigendo.
EMMA: Vedrai.
Arrivammo in un auditorium in cui c'erano una quindicina di persone, tra ragazzi e ragazze.
Lilith alzò un braccio.
LILITH: Ash, ti ho tenuto un posto!
Mi sedetti accanto a lei.
La salutai, e lei mi presentò suo fratello, Dennis.
Madonna santa che figo...
Salutai timidamente.
Di solito quando devo salutare non sono molto timido, ma se mi trovo davanti ad un ragazzo figo, la situazione cambia drasticamente.
Emma alzò una mano per chiedere silenzio, poi iniziò a parlare.
EMMA: Allora, oggi, come sapete, è martedì, quindi guarderemo un film.
Che bello, mi piacciono i film.
Disse i nomi di due dei film con la trama più incasinata di sempre.
Film più complicati da capire no eh?
Vinse il primo.

12:00 p.m.
Quando il film finì, mi alzai.
ASH: Ahhh, non c'ho capito nulla.
LILITH: Andiamo?
Salutammo tutti e andammo in stanza.
Quando entrammo, parlai un po' con Lilith, o meglio, fu lei ad iniziare il discorso.
LILITH: Qualcuno si è innamorato eh?
Alzai la testa di scatto.
LILITH: Non fare il finto scemo. Ho visto come guardavi Dennis durante il film.
Arrossii e mi coprì la faccia con le mani.
Lilith mi posò una mano sulla spalla destra con fare comprensivo.
LILITH: Se ti piace Dennis non è una brutta cosa, sai?
ASH: Dici?
LILITH: Io ti supporto, anche se sono etero.
Annuii e mi stesi sul letto, cercando di addormentarmi.
Ryan... mi manchi...
Chiusi gli occhi.
Non voglio piangere.
Inevitabilmente, le lacrime cominciarono a scorrermi sulla faccia.
Decisi di alzarmi la coperta fino al volto, abbandonandomi al pianto.

Nel frattempo, in un altra stanza...
PERSONA2
PERSONA1: Sai, c'è una persona che mi piace...
PERSONA 2: Ah, davvero? Buon per te.
Mi resi conto di quello che aveva detto, ed allora esplosi.
PERSONA2: Chi è?
Lui esitò.
PERSONA1: Ti arrabbi se te lo dico?
PERSONA2: Perché dovrei, siamo amici no?
Ed era la verità, ero stato praticamente il primo a parlargli quando era arrivato qui, ma comunque lui era un po' recalcitrante.
PERSONA1: Si ma...
PERSONA2: Ascolta, se non vuoi, non dirmelo, ok? Non sei costretto.
PERSONA1: È il nuovo arrivato.
PERSONA2: Stai dicendo sul serio?
Forse il mio tono gli sembrò derisorio, perché abbassò la testa.
PERSONA1: Ecco, lo sapevo, non ti va bene.
PERSONA2: Non ho detto questo, è solo che...
PERSONA1: Si, come vuoi. Buonanotte.

ASH
Quando mi risvegliai, avevo ancora le guance bagnate.
Ho pianto come un bambino...
Sentii dei passi fuori dalla stanza.
EMMA: Mi sente, capo? Bene.
Ma cosa ci fa sveglia a quest'ora? È un po' sospetto...
Decisi di seguirla.
Con il senno di poi, avrei preferito non farlo.
EMMA: Scusi, non ho capito bene.
Ciò che disse dopo mi fece gelare il sangue nelle vene.
EMMA: Dovremmo cominciare l'addestramento da sicari già da domani? Ma non è un po'...no, nossignore, mi scusi, signore.
Cercai di sentire di più, ma per errore calpestai qualcosa, che scricchiolò.
EMMA: Chi c'è?
Terrorizzato, volai verso la stanza e quando ci entrai, mi chiusi la porta alle spalle.
Poi mi sedetti con la testa tra le mani.
Lilith era seduta sul letto, più sveglia che mai.
LILITH: Ehi Ash, che succede?
ASH: Devo dirti una cosa.

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