Hybrid C11 "God's plan"

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ASH
Vidi tutto bianco, come se ad un tratto fossi stato colpito in viso.
Lo sapevo.
È tutta colpa mia.
Maledetto Dennis e le sue irresistibili labbra...
Crollai in ginocchio.
DENNIS: Ash! Che hai?
Mi riscossi e senza volerlo invocai il fuoco e fusi il lucchetto della gabbia.
Dennis ne approfittò e si lanciò su di me, abbracciandomi.
ASH: È tutta colpa mia...
DENNIS: Troveremo un modo per cavarcela. Non morirai. Non lo permetterò.
Solo allora mi accorsi che il mio presentimento si era rivelato giusto: le dita di Dennis erano sporche di sangue.
ASH: Che hai fatto?
DENNIS: L'avevo avvertito. Lui l'ha detto a mio padre e ha pagato con la vita.
Rabbrividii a quelle parole.

DENNIS
ALEX: Ragazzi... non vorrei interrompere, ma credo mi sia venuta un idea.
LILITH: Davvero?
ALEX: Si. Ma se fallisce perderemo Ash.
Molto incoraggiante...
ASH: Sono pronto a tutto. Parla.
Alex ci illustrò il piano.
Quando seppe cosa doveva fare, Ash sgranò gli occhi.
ASH: E... e se non ci riesco?
ALEX: Devi riuscirci. Altrimenti moriremo tutti.
È pazzo. Non può esporci ad un rischio così elevato.
LILITH: Ti rendi conto di quanto è pericoloso?
DENNIS: Già. Se non funziona, potremmo morire tutti.
ASH: Sono disposto ad addossarmi questa responsabilità.
Tesoro mio...
DENNIS: Ne sei sicuro? È un rischio enorme.
Mi prese la mano, e mi guardò con quei suoi stupendi occhi verde chiarissimo.
Quando l'avevo visto la prima volta, non mi ero reso conto di quanto fossero chiari i suoi occhi.
ASH: Lo so, amore. Ma lo sto facendo per noi.
Prima che potessi ribattere, alle orecchie mi giunse una voce in infernico.
ARYN: Fratello?
Ma perché non mi lasciano in pace...
DENNIS: Devo andare.
Prima di alzarmi baciai Ash. Cercai di essere delicato, immaginando quanto potesse essere difficile per lui quel momento.
DENNIS: Ci vediamo dopo.
ASH: A dopo. Ora vai. O ci scopriranno.
Alzai le spalle.
DENNIS: Tanto lo sanno già.
ASH: Si, ma cerca di non peggiorare la situazione.
Mi avviai verso camera mia.
ARYN: Sei andato a dire tutto ad Ash, vero?
DENNIS: Si.
ARYN: Penso che ora scapperete. Mi sbaglio?
DENNIS: No, abbiamo già un piano.
ARYN: Pee... vivoh miocazebqa pecirupho cantue? Unnirco Osk è ulhoiow, ugiu keoile dmeica callu mufetva.
DENNIS: Sei serio?
ARYN: Si.
DENNIS: Beh... ok.
ARYN: Come mai hai le mani in tasca?
Maledizione.
DENNIS: Mi piace tenerle in tasca, qualcosa in contrario?
ARYN: Era solo per sapere.

ASH
Ancora scosso, mi sedetti sul letto.
ALEX: Ash... sei sicuro di-
ASH: Ancora? Ho detto che ce la faccio, ok?
LILITH: Ok, scusa.
Mi stesi sul letto e, quando mi addormentai, feci quello che forse è stato il peggior incubo della mia vita.
Ero su un viale, davanti a casa mia.
???: Ehi, Ash!
Mi voltai e vidi Ryan che correva verso di me.
Mi saltò addosso abbracciandomi.
ASH: Come stai?
Era pallidissimo.
ASH: Stai... bene?
Gli guardai la felpa: era sporca di sangue.
Ryan sputò sangue e crollò a terra, esattamente com'era successo quel giorno.
Urlai con tutto il fiato che avevo, fino a lacerarmi le corde vocali.
Poi io sogno cambiò.
Ero davanti ad un vicolo.
Avevo lo sguardo puntato verso "qualcosa" dentro quel vicolo.
Una grande volpe nera, chinata su qualcosa.
Un cadavere, di un uomo sulla quarantina.
Mio padre.
ASH: Den, cosa...
Si voltò.
Aveva un'espressione di pura follia negli occhi.
Mi si lanciò addosso, ma prima che potesse raggiungermi, il terreno si spaccò.
Una struttura di legno mi spuntò da sotto i piedi e mi portò in alto.
Sentii un peso alle mani: ero ammanettato.
Delle catene mi circondarono i piedi.
Dal nulla spuntarono due uomini con delle asce in mano, ma non riuscivo a vederne i volti.
Le due figure alzarono le asce, e le calarono sul mio collo.
Mi alzai di scatto.
Lilith era accanto al letto, e mi stava fissando.
Alex era seduto in fondo alla stanza, riflettendo.
ASH: Ho urlato?
LILITH: Cosa? Oh, si. Hai urlato.
ASH: ...Non volevo spaventarvi.
ALEX: Fa niente. Se hai bisogno ci siamo.
Era la prima volta che Alex diceva qualcosa di gentile nei miei confronti.
ASH: Comunque sto bene, potete tornare a dormire.
Se gli altri riuscirono a dormire, io rimasi solo con i miei pensieri.
Portai le ginocchia al petto, chiudendomi le ali intorno al corpo.
Di solito mi calmava stare così, ma quella volta non servì, perché pochi secondi dopo ripresi a piangere.
È tutta colpa mia. Tra una settimana mi uccideranno, e allora smetterò di essere un peso per tutti.
ASH(COSCIENZA): La smetti di autocommiserarti? Non è colpa tua, perché non lo capisci, maledizione?!
Non ho ancora capito, sei la mia coscienza o cosa?
ASH(COSCIENZA): Puoi anche pensarla così, ma sono lo spirito della fenice che vive in te. Mi chiamo Sheen. Comunque volevo farti gli auguri per il fidanzamento con Dennis.
Grazie.
SHEEN: Comunque, dico davvero, non pensare che tutto questo sia colpa tua, ok?
Ma se non avessi voluto baciare Dennis, tutto questo non sarebbe mai successo.
SHEEN: Ascoltami, al cuor non si comanda. Non è colpa tua se sei innamorato perso.
Sorrisi tristemente.
Hai ragione. Ora cerco di dormire, buonanotte.
SHEEN: Buonanotte.
Invece non dormii per niente.
Passai la notte in bianco, con solo Sheen a farmi compagnia.
Quando arrivò il carceriere, mi trovò nella stesse posizione.
Ero troppo traumatizzato per muovermi.
CARCERIERE: Che ci fai sveglio, umano?
ASH: Non credo cambi qualcosa se te lo dico, no?
CARCERIERE: Dovresti essere più educato, sai? Vabbè, tanto tra una settimana ti uccideranno.
LILITH: Ma che problemi hai? È già abbastanza scosso di suo, ti ci metti anche tu?
ALEX: Già, lui non ti ha fatto niente.
CARCERIERE: State zitti. E muovetevi.
Ma cosa ho fatto di male?
CARCERIERE: Muoviti rosso!
ASH: Sto arrivando, quanta fretta...

(UNA SETTIMANA DOPO)
Ci siamo, oggi è il giorno X. Ehi, Sheen.
SHEEN: Dimmi tutto.
Ho paura.
SHEEN: Tranquillo, andrà tutto bene. Te lo ricordi il piano?
Non feci in tempo a ribattere, dato che entrò il demone incaricato di portarmi al patibolo.
Senza dire nulla, mi mise delle pesantissime manette ai polsi spinse fuori.
Mentre camminavamo incontrammo Dennis.
DEMONE: Principe...
ASH: Den... ho paura...
DENNIS: Lo so. Andrà tutto bene.
DEMONE: Andiamo.
Mi spinse via.
La sala era gremita di persone (cioè... demoni), tra cui riconobbi i miei amici, il mio ragazzo e Aryn, che da poco avevo scoperto essere nostro alleato.
Vedendo la torre, rabbrividii.
Era la stessa che avevo visto nel mio incubo di due settimane prima.
Ok, La struttura è di legno, posso farcela.
SHEEN: Visto?
Salii sulla struttura.
Alle mie spalle salirono due demoni boia, che iniziarono ad affilare le asce.
Finirono e me le sollevarono sul collo.
Cercai per un'ultima volta Dennis tra la folla.
Nel momento in cui i nostri occhi si incrociarono lui mi sorrise.
Den...ti amo.
Chiusi gli occhi.

DENNIS
Poco prima di essere colpito, Ash mi guardò.
Gli sorrisi, sperando che questo potesse calmarlo.
Se non si calma, il piano andrà a rotoli.
Lui chiuse gli occhi.
Istanti prima che le asce colpissero la nuca di Ash, un'enorme fiamma lo avvolse.
Ce l'ha fatta...

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