Hybrid C9 "Danger"

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ASH
6:00AM
DEMONE: Alzatevi! E ora di andare a lavorare. Il re ha detto che da oggi sarete schiavi.
Mi alzai di scatto.
ASH: Cosa?! Sono con due fottute ore di sonno!
DEMONE: Non usare quel tono con me, umano. E poi, un certo principe volpe ha chiesto espressamente di vederti.
Ecco un buon motivo per alzarsi.
Ma se ha detto "principe volpe" vuol dire che loro sanno che Dennis è un ibrido?
ASH(COSCIENZA): Sai, non credo che Dennis sia un ibrido. Credo sia direttamente un demone volpe.
Forse hai ragione.
Lilith sorrise, come per dire "il motivo per cui vuole vederti lo sappiamo tutti molto bene"
ASH: Che ridi tu?
LILITH: Nulla, scusa.
DEMONE: Muoviti umano!
ASH: Sto arrivando, con calma.
Uscimmo dal corridoio e dopo aver girato come minimo trenta volte ci fermammo davanti ad una porta di legno.
Il demone bussò.
DENNIS: Entra pure, Ielthan.
DEMONE: Muoviti, umano.
ASH: Ho un nome, lo sai?
DEMONE: Sta' zitto.
DENNIS: Ash, Ielthan ti ha causato problemi?
ASH: No, tranquillo.
DENNIS: Meglio così. Ielthan...
DEMONE: Agli ordini.
DENNIS: Puoi lasciarci soli, per favore? Devo parlargli di una cosa importante.
DEMONE: Sissignore. Vuole che chiuda la porta?
DENNIS: Se non è un problema...
DEMONE: Ogni suo desiderio è un ordine, principe.
Poi uscì.
ASH: Immagino che tu non debba dirmi nulla. Sbaglio?
DENNIS: No. Non sbagli. Volevo solo vederti.
Involontariamente arrossii.
DENNIS: Sai....sei carino quando arrossisci.
ASH: Piantala di farmi essere ancora più gay di quanto non lo sia già.
Lui sorrise, poi tornò serio.
DENNIS: Sai... se io... ti avessi detto quello che sono...ehm... ecco... mi avresti... si, insomma... mi avresti voltato le spalle?
Mi avvicinai a lui, in modo da poterlo guardare negli occhi.
ASH: No. Anche se sei un demone, resti comunque il mio Dennis. Quello che sei non cambierà ciò che provo per te. Mai.
Den mi prese il mento con due dita e appoggiò le sue labbra sulle mie.
ASH: Den... credo che dovremmo fare più attenzione... cioè... non sappiamo cosa potrebbe fare tuo padre se ci scoprisse...
DENNIS: Tranquillo, tesoro. Ucciderò chiunque oserà tentare di farti del male.
Lo abbracciai.
Qualcuno bussò alla porta.
DENNIS: Avanti.
Lo lasciai andare.
Un demone entrò nella stanza.
ARYN: Yuhvre puvru veftu, Dagon.
DENNIS: Vogi tudta tesu duela?
ARYN: Yukren. Gimeli tguco aluguzlontu.
DENNIS: Lui è mio fratello, Aryn. Fratellino, lui è il mio ragazzo.
ARYN: Ciao.
Aveva un accento leggermente più "terrestre" se così possiamo definirlo.
ARYN: Ti vuole nostro padre, Dagon.
Den strinse i pugni sentendo quel nome.
DENNIS: Sto arrivando. Ci vediamo dopo, Ash.
ASH: A dopo.
ARYN: Tu vai nelle cucine, umano. Ti hanno assegnato là.
ASH: Sissignore.
Mentre andavo in corridoio, li sentii parlare ancora.

DENNIS
ARYN:  E così è lui il tuo ragazzo, eh?
DENNIS: Già.
ARYN: Peeh de Ash seylatu vu qiil sue ehute sizde?
DENNIS: Si, perché?
ARYN: Besh... dopaa cpo jettriee efu ohayu... sia... h saa tadte töme huramen ennva?
DENNIS: Effettivamente no...
ARYN: Qiro, patà elcohi cpuoi kiomi zdedif uyevalcillade ullohufcae.
Quella frase mi fece scattare una lampadina nel cervello.
DENNIS: Dekuo Ynay??
ARYN: Si.
DENNIS: Ugpucdi dhi Uks lupimgou...
ARYN: Hnarefoyoi vhafoy mludataspa zollo, kazofe. Ho giue.
DENNIS: Come vuoi.

ASH
Ci misi un bel po' a trovare le cucine.
Quando ci arrivai, davanti alla porta c'era un demone che avrebbe potuto tranquillamente essere quarterback in una squadra di rugby. Sempre se all'inferno esisteva qualcosa del genere.
Ad ogni modo, quando arrivai davanti alla porta, questo demone mi prese per il colletto.
DEMONE QUARTERBACK: Tut'ora yefidu, osayu vu sunci?
Non dissi nulla, dato che non capivo cosa stesse dicendo.
VOCE FEMMINILE: Lokcualu efsoda, Zabuskuul. Zush reotu, tupadozo poemor.
DEMONE QUARTERBACK: Hdugo, dime.
Mi lasciò andare ed io entrai in cucina.
Vidi la demone che aveva parlato prima.
Era alta e robusta, con i capelli castani e gli occhi gialli e neri.
DEMONE: Tutto ok?
ASH: Si, grazie.
DEMONE: Qual'è il tuo nome, umano?
ASH: Mi chiamo Ash.
DEMONE: Molto piacere, Ash. Io sono Sheki, la capocuoca.
ASH: È un piacere.
SHEKI: Bene. Vai ai fornelli.
ASH: Agli ordini.
Mi avvicinai e presi il menù.
A me era toccato preparare il secondo, delle bistecche.
ASH: Non mi va...
ALEX: Non ti conviene lamentarti. Ho sentito che quella demone odia le lagne.
LILITH: Già. Prima mi ha rimproverato.
ASH: Va bene. Mattiamoci al lavoro.
Dieci minuti dopo i secondi partirono.
Speriamo vada tutto bene...

3:03PM
SHEKI: Forza, sistemiamo un po' e poi siete liberi.
ASH: La mia bistecca secondo me faceva schifo.
Una figura fece la sua comparsa in cucina.
DENNIS: Nah, il sapore ci stava. Era solo un po' troppo salata.
ASH: Sei sicuro?
DENNIS: Si. Puoi migliorare.
SHEKI: Principe...
DENNIS: Sheki... non devi essere così informale, puoi darmi del tu.
SHEKI: Come vuoi. Sai... stai proprio bene oggi.
Abbracciai Dennis.
DENNIS: Che hai?
Guardai Sheki senza parlare.
DENNIS: Ah, è lei il problema? Sei geloso?
Mi spostò la testa in modo che potesse guardami negli occhi.
DENNIS: Ascoltami. Sappi che amo solo te, intesi?
Gl sorrisi di rimando.
SHEKI: Quindi stai con un ragazzo, eh? Credevo ti piacessero le ragazze.
DENNIS: Non proprio. Sono bisessuale, ma preferisco i ragazzi, in particolare questo piccoletto qui.
ARYN: Ehi, fratello- ho interrotto qualcosa?
DENNIS: No, volevo solo vedere come era andato il suo primo giorno di lavoro.
Mi passò la mano tra i capelli.
Rabbrividii a quel gesto.
Nonostante stessimo insieme da quasi un mese, non mi ci ero ancora abituato.
ARYN: Comunque dobbiamo andare a fare provviste.
DENNIS: Arrivo.
Lo lasciai andare.
DENNIS: Ci vediamo dopo.
Mi baciò e se ne andò.
SHEKI: Sei proprio innamorato perso eh?
LILITH: Non ne parliamo...
SHEKI: Finite di sistemare e poi potete andarvene.

3:30PM
SHEKI: Per oggi abbiamo finito. Siete liberi. Ci troviamo domani alle 6:30. Non transigo sull'orario. Lo sapete.
TUTTI: Sissignora.
SHEKI: Ash, Dagon va spesso in biblioteca nel pomeriggio, se ti interessa.
ASH: Va bene.
Uscii dalla cucina e mi misi a cercare la biblioteca.
La trovai dopo un bel po', perché era all'ultimo piano.
Quando entrai, rimasi meravigliato: al posto delle pareti c'erano dei pannelli di vetro, che lasciavano vedere il paesaggio circostante.
Dennis era ad uno dei tavoli, e stava leggendo qualcosa.
Quando mi sentii arrivare alzò lo sguardo, come scocciato, poi i suoi occhi arancioni si illuminarono.
Sorrisi.
ASH: Ciao.
DENNIS: Ciao.
Saluto non molto caloroso, me ne rendo conto, ma ci eravamo visti due ore prima.
ASH: Posso sedermi?
DENNIS: Vieni pure.
Andai a sedermi accanto a lui.
ASH: Che leggi?
Mi fece vedere il libro.
DENNIS: Parla di suicidi, malattie mentali e un triangolo amoroso.
ASH: Figo. Hai anche qualcosa in lingua umana?
DENNIS: Credo di sì. Dovrebbe esserci uno scaffale.
ASH: Vado a cercarne qualcuno.
Ce n'erano molti ma uno attirò la mia attenzione.
A quanto ho capito, prendeva un antico poema greco e, pur mantenendone alcune caratteristiche, faceva mettere insieme i due protagonisti.
Tornai al tavolo.
DENNIS: Trovato qualcosa?
Gli mostrai la copertina.
DENNIS: Preparati. È molto triste.
ASH: Lo so come finisce l'originale.
DENNIS: È molto peggio. Ti avverto.

DENNIS
Alzai la testa dalla pagina.
Non pensavo alla fine che sarebbe morta... cioè, me l'aspettavo, data la sua malattia...
Mi voltai verso Ash.
DENNIS: Com'è il libro?
Non mi rispose, stava piangendo.
DENNIS: Ehi.
Alzò la testa.
ASH: Scusa. Colpa del libro.
Sorrisi.
DENNIS: Vieni qui.
Lo abbracciai.
DENNIS: La mia piccola fenice fragile...
ASH: Scusa. Piango così spesso...
DENNIS: Non fa niente. Piangere fa bene, a volte.
ASH: Non voglio che tu mi veda così...
DENNIS: Ehi, non hai bisogno di fingere di essere ciò che non sei. Ti amo così come sei.
Lui senza rispondermi mi guardò le labbra.
ASH: Vorrei baciarti.
Gli misi una mano dietro la testa e lo spinsi verso di me, baciandolo, poi mi accorsi che qualcuno ci stava guardando.
Un demone.
Mi voltai verso il demone, e lui iniziò ad indietreggiare lentamente verso l'uscita.
Corsi verso di lui e lo presi per l'uniforme.
DENNIS: Se dici qualcosa a qualcuno, sei morto.
Lo lanciai a terra.
DENNIS: Vattene, prima che cambi idea e ti uccida sul momento. E tieni la bocca chiusa. Chiaro?
Lui si alzò in piedi e corse via.
Tornai al tavolo e cercai di non piangere.

ASH
È tutta colpa mia...
ASH: Scusa.
DENNIS: Non è colpa tua.
ASH: Invece si... se... non avessi detto che volevo baciarti, non sarebbe mai successo nulla.
DENNIS: Tu non centri. Capito?
Annuii.
Pochi secondi dopo entrarono Alex e Lilith.
ALEX: Ma che è successo?
LILITH: Abbiamo visto un demone correre via.
DENNIS: Uno dei servi più fidati di mio padre mi ha visto baciare Ash.

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