Capitolo 34: Il dolore per un'amica

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Anna quella notte aveva dormito poco e niente.
Non aveva avuto strani incubi su cosa fosse successo il giorno prima.
Lentamente si alzò dal letto e prese una maglia nera, gli shorts neri e le sneakers nere.
Come se fosse un'altra persona.
Guardò l'orologio ed erano a malapena le 6.
Eppure era andata a dormire presto...
Non andò nemmeno a fare colazione giù, tanto doveva preparsela lei.
Si buttò di nuovo sul letto e chiuse gli occhi, sapendo bene che non ci sarebbe riuscita. Nemmeno per scherzo.
Una mano appoggiata al petto, e un'altra libera.
I capelli scompigliati.
Tanto odio per Lyon e Ofelia.
Compassione per Fairy.

Alla fine Fairy era rimasta per merenda, e poi se n'era ritornata a casa, con gli occhi socchiusi per il troppo dolore, che forse, doveva ancora liberare.
Ma lo capiva anche lei che era inutile piangere per qualcosa che non sarebbe mai accaduto o esistito.
Ad un certo punto, le parole del ragazzo odiato, si fecero più chiare nella mente vuota e stanca di Anna.

"Non mi conosci e mi hai giudicato."

"Hai detto che faccio schifo."

"Sei inutile."

Ad Anna parve di soffocare.
Inspirò profondamente dall'ansia.
Veramente quelle parole facevano così male?
Ad un ragazzo di 19 anni, fiero, si inginocchia in questo modo alla cosa più stupida?
Ma Anna sapeva bene che Ettore aveva sbagliato persona.
Sennò non avrebbe reagito in quel modo.
Perché doveva fare così male?
Che si fosse da molto tempo innamorata di Ettore, prima dell'accaduto?
No! Anna non poteva.
E ora? Cosa fare?
Lasciare tutto, supponeva.
Le arrivò una notifica.

Nella chat di Fairy.

Fairy: Anna

Anna: Dimmi

Fairy: Non vengo a scuola, preferisco non vedere Ettore o qualunque altra persona che non sia te

Anna: Va bene, se dovessi stare male, scrivimi che vengo subito da te, anche se dovessi saltare tre ore

Fairy: Tranquilla, non penso che lo farò, ma grazie lo stesso. Ho bisogno del tempo per calmarmi

Anna: Va bene Fairy, ti voglio bene

Fairy: Anche io te ne voglio, Anna<3

Anna chiuse l'app e guardò il soffitto, che pensò, aveva di sicuro qualcosa di meglio da fare.
Si ritrovò a farsi schifo da sola: non erano nemmeno le 7 del mattino, si era vestita male, non aveva dormito niente e voleva ancora andare a scuola.

"Che schifo. Veramente, sono uno schifo." Disse a bassa voce la ragazza.

Anna non seppe nemmeno se piangere. Era troppo stress emotivo da sopportare.
Ma per cosa stava piangendo, esattamente?
C'era un motivo?
Non c'era una risposta concreta.
Ma non poteva fermarsi da pensare certe cose.
Non era Ettore il problema.
Non era lui il problema.
Non gliene fregava niente di quel ragazzo maleducato a cui credeva a tutto.
E non era nemmeno Ofelia il problema.
Che se ne andasse al diavolo!
Non era nemmeno lei il vero problema.
Non incolpò Fairy di come aveva reagito.
Ma per che cosa stava piangendo?!

"E che cazzo! Ma per che cazzo sto piangendo?!" Esclamò Anna lanciando qualcosa a terra.

Che assurdità.
Mai si sarebbe trovata in una situazione del genere, se solo l'avesse immaginato.
Ma era lì, seduta sul letto.
A piangere senza un motivo.
Desiderava che quella sensazione strana sparisse.
Stava male per...
Niente!

Erano le 7:14.
Ormai non c'era niente da perdere, quindi Anna, con tanta fatica, si convinse che sarebbe stata una giornata normale come tutte le altre.
Prese lo zaino con delicatezza, come se non avesse più nessuna forza per fare niente.
Non lo mise in spalla, se lo portò con la mano, e scese le scale due volte, aprì la porta d'ingresso e la chiuse.

Eppure prima ti odiavo! (Spyon)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora