«un cuore di diamante.»

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finita la giornata a scuola mi sono diretta a casa da sola con le mie cuffie che mi ascoltavo la musica. ero sole e avrei preferito rimanere sola, però Tom non voleva permetterselo.

«ei, dove vai?» mi chiese fermandomi dal braccio.
«a casa mia, e non seguirmi. voglio stare sola.»
«non ti ricordi quello che ti ha scritto tua madre nella lettera? "la signora Kaulitz si prenderà cura di voi"» mi spiegò Tom.
«no Tom, non ora, non mi va di dare un altro peso a tua madre. poi penso che io e Giorgia ce la caviamo»
Tom mi guardò e poi sospirò.
«va bene, ma devi venire comunque» mi avvisò

io li diedi un leggero bacio sulle labbra e poi scappai dentro casa.
mi sono cambiata in modo che stessi comoda e mi sono seduta sul letto.
«cazzo non di nuovo..» sussurrai tra me a me.
non volevo di nuovo mettermi a piangere ma non ci sono riuscita a trattenere le lacrime.

una valanga di lacrime uscirono dai miei occhi sbavando il mio trucco in tutta la faccia.
non volevo mettermi a piangere perché io in camera ho una finestra enorme e se Tom faceva lo stronzo andava in camera di sua madre e riusciva a vedere tutto ciò che facevo.

dopo cinque minuti realizzai che Tom poteva vedere tutto e quindi sono mi sono rinchiusa nel bagno.

TOM POV
Non ero sicuro di ciò che facesse Eve perciò entrai in camera di mia madre dove potevo riuscire a vedere cosa stava facendo.

si stava cambiando, scusa Eve.
porca miseria se il suo corpo si è sviluppato, le tette sono diventate enormi e mi immagino quanto dev'essere morbido palpare quel culo.
ma che cazzo dico?

dopo che ha finito di cambiarsi si è seduta sul letto appoggiando la sua schiena al muro e praticamente subito dopo si è messa a piangere.

non posso lasciare che la mia Evelin pianga perciò sono corso in casa sua e poi subito dopo in camera sua però non c'era.

«Evelin»
«Evelin dove sei?»
«EVELIN DOVE CAZZO SEI»

EVELIN POV
ho cominciato a sentire le urla di Tom chiedendomi dove mi trovavo.
ho cominciato a sentire la maniglia della porta fare su e giù per aprirsi e Tom che cominciava a parlarmi.

«Evelin sei li dentro?»
«Evelin ti prego ascoltami»
«deprimerti li dentro non servirà a nulla..così non risolvi nulla.»
«ti prego ascoltami..esci da questa stanza e parlane perché ti può aiutare veramente»
«ora fai respiri lenti e alzati piano piano»

feci come mi ha detto. respiri lenti e alzarmi lentamente.
«ora prendi la chiave della porta e aprila sempre lentamente.»
lui sapeva che lo stavo ascoltando.
mi avviai lentamente verso il lavandino dove di trovava la chiave, la presi e cominciai a infilarla nella serratura della porta.

primo clic..pausa..secondo clic..porta aperta.
appena Tom mi video in quello stato mi abbraccio.
quasi non respiravo da quanto mi stava tenendo stretta.

«va tutto bene ora ci sono io con te..» disse prima di lasciarmi tanti piccoli baci.
riconoscerei il suo profumo tra mille, è l'unico che mi fa sentire a casa..veramente a casa.

dopo un po' di tempo ci siamo sistemati di nuovo sul mio letto e Tom mi ha consolata come mi serviva da tanto tempo.

«ti senti meglio ora?» mi chiese accarezzandomi la guancia.
«si. Tom davvero..grazie» gli dissi guardandolo persa nei suoi bellissimi occhi color nocciola.
«non devi ringraziare me» mi disse mettendo la sua mano sotto il mio mento e portandomi circa dieci centimetri dalle sue labbra.
«ma il fatto che hai un cuore di diamante che non voglio vederlo spezzato» mi disse per poi premere la sua bocca contro la mia e spostarmi sopra di lui.

forse lui non aveva preso conto che è stato lui a spezzarmi per primo ma non glielo detto perché mi sta riattaccando i pezzi con il suo amore che priva per me.

CONTINUA...
[RAGA CAPITOLO CORTO SCUSATE]

Millecinquecentodieci giorni - Tom KaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora