Pick-me.

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TOM POV
Ero uscito da quella casa a gambe levate,
ho fatto un errore? Si.
Eve mi perdonerà mai? Non penso.

Aveva ragione, ho avuto un comportamento da bimbo immaturo.

Mi sono nascosto in camera mia e mi sono appoggiato alla finestra e iniziai a fumare una sigaretta.

Dopo un po' bussarono alla mia porta.
«vai via»
«apri la porta Tom» disse Bill
«ho detto vai via Bill.» gli risposi acido.
«Tom ti devo parlare seriamente.»

Controvoglia mi alzai e aprì la porta di camera mia e io mi sedetti sulla poltroncina e Bill sul mio letto.

«te lo avevo detto che andava a finire così» disse lui.
«Bill non ora»
«ora ti ritrovi purè con una guancia rossa e gonfia»
«Bill smettila»
«hai pure avuto il coraggio di andare da lei e dirgli che andava tutti bene?»
«Bill.»
«quando lei stava in quello stato per colpa tua!»
«BILL HO DETTO DI SMETTERLA»

Ho urlato quella frase alzandomi dalla sedia prendendo la foto incorniciata di me e Evelin quando eravamo piccoli e lanciarla dall'altra parte della stanza facendola in mille pezzi.

«MA SEI SCEMO?» mi urlò Bill alzandosi dal letto per andare verso i pezzi di vetro
«davvero non so cosa mi sia preso..» gli risposi
«NON È UNA SCUSA»

Stavo trattenendo le lacrime, io non sono il tipo che piange davanti agli altri, me ne vergognavo.
alcuna gente dice "è raro che Tom pianga" ed è vero però in questo caso non ci riuscivo.

Ho accolto il momento che Bill era girato per passarmi le mani tra gli occhi.
«Tom, io non so cosa ti sta prendendo ma so che devi aggiustare tutta questa situazione. Quella reale e quella del quadro» disse Bill davanti a me
«ma sarà tutto difficile, per il quadro va bene però come posso sistemare con Eve? Voglio dire che io non so più nulla di lei»
«prova a scrivere una canzone su di lei» mi consigliò Bill
«ma di solito sei tu che lo fai»
«provaci» disse facendo spallucce per poi abbracciarmi.

Bill sapeva essere una persona a cuore, diciamo che lui è sempre presente a tutto e con tutti.

EVELIN POV
Dopo essermi calmata mi addormentai e dormì per circa due orette. Mi svegliò mia sorella per dirmi che era pronta la cena.

Scesi dal mio letto e mi guardai allo specchio, avevo tutto il trucco sbavato e i capelli scompigliati perciò mi lavai la faccia e mi sistemai i capelli cinque minuti.
Poi scesi mi sedetti a tavola.

«allora ragazze ditemi un po', com'è andato il ritrovo con i ragazzi?» chiese mamma curiosa.
Non la guardai in faccia e sinceramente non volevo rispondere. Lo fece Giorgia al posto mio.
«bene, erano felici di rivederci»
«fantastico!!» disse mamma euforica per poi guardarmi e pronunciare il mio nome.
La guardai per risposta.
«come ha reagito Tom quando ti ha rivista?»
Eccola qui. La domanda che non volevo mi facesse in questo momento.
«nulla di che, è corso ad abbracciarmi sorridendo come uno scemo e mi ha abbracciata soffocandomi. Poi vabbè non smetteva di baciarmi e di tenermi caldo» mentì.

Avrei voluto che fosse andata davvero così, ma purtroppo no.
«vedi, l'ha mantenuta la promessa! Siete fatti l'uno per l'altro» disse felice.
Avevo voglia di raccontargli tutta la verità urlando ma non lo feci.
«piuttosto, stasera viene Bill a dormire qua, Tom non viene perché doveva andate già da qualcun'altro» confessò.

Guardai Giorgia senza motivo.
«per caso sai a che ora viene Bill e a che ora va via Tom?» dissi con uno dei miei piani in mente.
Giorgia scosse la testa lentamente come per dire di non farlo. Lei si che mi conosce.
«si, Bill viene alle venti e Tom va via alle diciannove e trenta» rispose mamma.

Guardi l'orologio. Erano le diciannove e due minuti.
Mi alzai da tavola in fretta e corsi in camera mia a prepararmi.
Giorgia mi seguì.
«Evelin che vuoi fare?» mi chiese preoccupata mentre io avevo tirato fuori una maglia e dei pantaloncini corti.
«secondo te?»
«quello che vuoi fare non servirà a nulla lo sai vero?»
«beh almeno ho già completato metà della mia vendetta» gli risposi togliendomi la maglia.
Finì di vestirmi e mi truccai velocemente.

Si erano fatte le 19:26 e corsi sul balcone a vedere se stava uscendo da casa sua oppure stava già scendendo per la collina

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Si erano fatte le 19:26 e corsi sul balcone a vedere se stava uscendo da casa sua oppure stava già scendendo per la collina.

La risposta è la seconda.
Mi avviai verso la porta e uscì da casa ignorando le domande che mamma mi stava facendo.

Silenziosamente lo seguì, palesemente stava andando a casa della troia, infatti era così.
Mi sono memorizzata la strada in caso di bisogno e mi sono nascosta dietro un albero che mi permetteva di sentire la loro conversazione.

«eii, come stai amore?» chiese la tipa per poi baciare Tom.
«ci siamo visti oggi pomeriggio, non penso la risposta sia diversa» rispose Tom
«sei sempre il solito» disse la tipa.
Palesemente era una pick-me, aveva quella vocina da bimba pick-me.
Era vestita con una gonna bianca e una felpa rosa lunga che li stava male.

Continuò a baciarlo e stargli addosso, non reggevo tutto ciò quindi sono uscita fuori dal mio nascondiglio e mi sono fatta vedere.

CONTINUA...
[certo che Evelin è propio gelosa HAHA,
VAI EVE SPACCALA]

Millecinquecentodieci giorni - Tom KaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora