•37 ISABEL

517 9 0
                                    

É il mattino seguente, e sono ancora nella suite dell'hotel in cui alloggiamo a Parigi, mi sento più rinfrescata, ho riposato così tanto che non ho neanche sentito Harry rientrare. Mi alzo dal divano su cui ho preferito dormire e guardo dall'ampia vetrata della camera, la città stesa davanti a me. É triste che io mi trovi nella città più romantica del mondo, da sola, ma non voglio soffermarmi su questo stupido dettaglio.

Porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi avvicino al telefono della stanza per chiamare un caffè, quando sento notificare un messaggio dal mio:

DA LOUIS: Buongiorno figliola, e benvenuta a Parigi.

A LOUIS: Buongiorno Louis, grazie, é tutto fantastico!

DA LOUIS: La prima volta lo é sempre. Ho lasciato una busta per te alla reception, all'interno troverai un biglietto con un indirizzo, raggiungi il luogo quanto prima.

A LOUIS: Okay, lo farò, ma cos'è?

DA LOUIS: Un atelier, le ragazze ti aiuteranno a trovare un abito per stasera. A più tardi tesoro.

Chiudo la conversazione appena avuta con Louis e non posso fare a meno di sentirmi eccitata, Louis si è sempre premurato di farmi sentire una principessa, al contrario di suo figlio che mi fa sentire un viscido rospo.

Faccio una doccia e mi preparo, dopo aver preso il mio caffè, ed esco dall'hotel dirigendomi subito nel posto dove Louis mi ha indirizzata. Arrivata li noto subito che é un atelier di abiti davvero speciali, gli abiti più importanti e belli che avessi mai visto adornare delle semplici grucce.

"Bonjour madame" subito mi accoglie una signora chic quando entro. Ha i capelli color platino, quasi bianchi ed il suo rossetto rosso risalta i suoi occhi azzurri. "Bonjour, Isabel Styles" ricambio il saluto porgendole la mano che stringe subito, ed un lento sorriso si fa spazio sul suo viso.

Comincia a tirare giù qualche abito e li appende nel camerino, che più che un camerino sembra la suite dell'hotel in cui alloggio da quanto è grande. Si avvicina una giovane donna che mi offre un flûte di champagne, e le sorrido gentilmente accettando.

L'altra donna mi consegna il primo abito, un capolavoro celeste polvere, senza spalline, molto elegante e particolare allo stesso tempo. Mi aiuta ad indossarlo, e non faccio neanche in tempo a guardalo bene attraverso l'enorme specchio sulla parete, che la donna arriccia il naso in segno di disapprovazione. "Il prossimo!" E questo è il procedimento, mi aiuta a cambiare abiti in continuazione, arriccia il naso, scuote la testa e si ricomincia.

Finché non indosso quello blu cobalto. L'abito è ricoperto di perle ed ha molte trasparenze, il che per i miei gusti sembra un po' troppo, ma indosso é wow! Elegante e nonostante le trasparenze e gli scolli, per niente volgare. É spettacolare il modo in cui abbraccia tutto il mio corpo. Quando lo vede la signora, si porta una mano alla bocca con un sussulto, e così so che è quello giusto.

Lo porta al bancone e lo impacchetta subito. "Monsieur Styles, vuole che lei sia al completo per il gala" dice mentre mette in una busta a parte, un paio di tacchi a spillo nude che richiamano l'abito, e una pochette ricoperta di perle dello stesso colore. "Si indossa con questi" aggiunge mentre sta stampando lo scontrino. "Merci".

Sto per prendere le mie buste e andare via, quando arriva una donna, con un carré biondo affilato e due occhi verdi brillanti, si avvicina alla cassa e dice qualcosa in francese alla signora che non riesco a capire. Sento la donna risponderle con la parola "Styles" nella frase e la donna con il caschetto gira subito gli occhi verso di me guardandomi dalla testa ai piedi in un modo che mi fa sentire trafitta, e scoppia a ridere rivolgendo di nuovo la sua attenzione alla signora che mi ha aiutata con l'abito.

Non so cosa sia appena successo, so solo che la scarica di endorfine ha abbandonato il mio corpo con la stessa rapidità con cui è arrivata. Prendo il porta abiti e la busta con le scarpe dalla signora e la ringrazio di nuovo prima di lasciare l'atelier. Probabilmente stanno ancora ridendo del fatto che il mio abito non ingannerà nessuno al gala di stasera, a Parigi o ovunque. Tutti possono benissimo vedere quanto io non appartenga a questo mondo.

Quando torno all'hotel, la suite è ancora vuota, di Harry nessuna traccia. Mi preparo, da sola, pensando che Harry sarebbe tornato comunque prima o poi. So che ha gli amici qui, so anche che ha molti affari da sbrigare, ma non mi aspettavo che mi abbandonasse completamente una volta atterrati qui.
Ma dai, Isabel. Certo che ti avrebbe abbandonata. Mi ripeto.

Dopo essermi truccata e pettinato i capelli, indosso il vestito e mi fisso allo specchio. Anche dopo la doccia calda che ho fatto, sembra ancora di avere gli occhi di quella donna addosso che deridono il tessuto drappeggiato su di me. Chiudo per un'attimo gli occhi cercando di convincermi a provare nuovamente le stesse sensazioni della prima volta, nell'enorme camerino dell'atelier, con l'elegante commessa che acclama la sua approvazione. Mi sono sentita degna per questo.

Emetto un lungo sospiro e controllo l'orologio, Harry non è tornato ed io non ho più tempo per aspettare che torni nella suite. Il gala si tiene al piano di sotto, nella sala da ballo ed io non so se aspettare ancora un po' e forse essere biasimata da Louis per il ritardo, o posso scendere in tempo ed essere rimproverata da Harry per non averlo aspettato.

Persino io so che le coppie, comprese quelle che non sono veramente innamorate, devono partecipare al gala insieme. Ma se non importa a lui, non vedo come possa importare a me. Valuto le opzioni, e arrivo alla conclusione che sono stata trattata di merda da Harry quasi ogni giorno da quando ci siamo sposati, anche se non è la cosa più piacevole da sopportare, mi ci sono quasi abituata, ma di deludere Louis con il mio ritardo, non mi sembra proprio il caso. È sempre stato gentile con me, ha sempre creduto in me e non voglio che questo finisca.

Così prendo la mia pochette, raddrizzo la mia fede nuziale ed esco dalla suite alle 7:55 pm. Prendo l'ascensore che mi porta al piano dove si tiene il gala e non appena si aprono le porte, un uomo con l'auricolare mi fa subito cenno di attraversare la grande porta proprio davanti a me. Resto ferma impalata, come mio solito senza muovere un muscolo. "Mademoiselle?!" Dice con impazienza l'uomo in giacca e cravatta. La sua mano continua ad indicare la porta alle sue spalle. "Scusi" dico imbarazzata, camminando più veloce che posso sui tacchi da dieci centimetri che mi ha dato la commessa ed arrivo alla porta, per fortuna tutta intera.

L'accordo ||HS||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora