•61 ISABEL (parte prima)

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Abbiamo passato l'ultima ora e mezza seduti sul grande letto di Helena a mangiare schifezze e parlare di quello che è successo. Il sorriso mi è crollato dal volto non appena è venuto fuori il discorso. Mentre ne parlavo, i miei amici sono rimasti in silenzio, ad ascoltarmi, a supportarmi tutto il tempo. La rabbia cresciuta in tutta la serata è venuta fuori in tutta la sua potenza. Ho anche pianto.

Ho pianto tutte le illusioni che mi hanno portata a questo punto e che mi hanno fatto credere chissà quale cosa. Ho pianto perché mi sono cacciata in un bel casino e mi sono appena resa conto di essere l'artefice di tutto. Mi sono resa conto che mi sono illusa da sola. Ho pianto per i momenti di speranza, ogni singolo istante passato con lui è rovinato, quei teneri momenti a cui mi sono aggrappata, credendo che Harry fosse cambiato e forse anche lui avesse iniziato a provare qualcosa per me. Niente, non significa più niente. Mi han portato tutti all'attimo in cui lui mi ha ricordato che è ancora l'uomo che tutti conoscono. Il principe degli stronzi!

Che non gli interessa di nessuno, tranne che di se stesso. Del suo volere e dei suoi smisurati bisogni. È crollato tutto in un secondo. La speranza che un giorno avremmo condiviso una relazione vera, senza vincoli e senza contratti, è andata persa. Harry non è l'uomo che credevo che fosse.

Mi ha intrappolata in una fantasia in cui lui ha un lato buono che soltanto io sono in grado di vedere, gli ho dato troppa fiducia ed ho sottovalutato il fatto che non esistono possibilità che lui possa cambiare il suo modo di vedere le donne e trattare le persone.

I suoi sorrisi spontanei, le nostre serate cinema, le sue provocazioni, le sue preoccupazioni, le nostre cene, persino il nostro rapporto lavorativo.. non sono altro che una maschera. Oggi mi rendo conto che l'attrazione, i sentimenti, possono accecare le persone. Dal momento in cui ho iniziato a legare con lui, dal momento in cui la nostra convivenza ed il nostro rapporto hanno preso una piega diversa, ho dimenticato tutto.

Ho dimenticato tutte le brutte cose che pensava di me quando mi ha conosciuta. Ho dimenticato i nomignoli cattivi che mi attribuiva, ho dimenticato quante volte mi ha reso ridicola davanti a una delle sue ragazze di turno. Ho dimenticato quante volte ho cenato da sola chiusa nella mia stanza perché lui mi ignorava, ho dimenticato quando all'altare mi ha detto che mi avrebbe reso la vita un'inferno. Tutto.

Dal momento in cui ho iniziato a provare qualcosa per quell'uomo, la mia vista si è offuscata ed ho iniziato a vedere solo la nuova versione di Harry che si è rivelata essere la più grande bugia del secolo.. e la colpa è solo mia.

Quindi si, ho pianto. Ho pianto pure troppo, perché il mio cuore spezzato e folle non fa altro che ricordarmi che non ha problemi a provare qualcosa di così forte per un uomo che non ci ha pensato due volte a rendermi ridicola agli occhi di tutti, e di nuovo, davanti a una delle sue ragazze di turno, che ora magari starà pure ridendo di me. La mia delusione è smisurata e inconcepibile. Non ha agito perché non era conscio della situazione, ma l'ha fatto nonostante lo sia stato. Ha voluto ricordarmi chi è Harry Styles, e l'ha fatto proprio nel suo stile.

Ora me ne sto a fissare la mia immagine riflessa nello specchio e non sento altro che oscurità, una rabbia cocente che mi brucia nelle viscere. Le lacrime sono sparite, l'unica cosa che prova che io abbia pianto davvero, è il mio mascara colato che mi sporca le guance. Sto fissando lo specchio e fisso me stessa. Fisso gli occhi secchi e tormentati, nulla in mente se non il fatto che il mio cuore mi abbia catapultata in questo casino ed ora non so proprio come uscirne.

Il cuore. Quel cuore che prova ancora qualcosa per lui è sotterrato nel mio petto. Vorrei poter smettere all'istante di provare dei sentimenti per Harry, ma posso soltanto tentare di ignorarlo al momento.

***

Il mattino seguente mi sveglio presto, troppo presto. Decido di uscire, prendendo in prestito un cambio dall'armadio della mia amica e m'imbatto nell'aria fresca di New York. Lascio l'appartamento mentre i ragazzi stanno ancora dormendo, così prendo in prestito anche le chiavi di casa. Passeggiare mi ha sempre aiutata a schiarirmi le idee e così faccio. Mi ritrovo a camminare senza meta, cammino così tanto che mi dimentico del tempo e mi ritrovo a non sapere quante ore siano passate.

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