•52 ISABEL

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"Buongiorno, sono Isabel Styles. Sono qui per un colloquio." La bellissima ragazza seduta dietro la scrivania spalanca subito gli occhi e mi guarda come se mi fossero spuntate altre due teste oltre alla mia. "Isabel styles, ha detto?" Ripete, aggiustandosi gli occhiali Swarovskati e mi guarda quasi con ammirazione.

"Dico subito al signor Carter che è arrivata!" Esclama alzandosi dalla sedia e dirigendosi nell'ufficio del suo capo. Do un'occhiata nei dintorni nell'attesa e dopo qualche minuto la vedo tornare da me radiosa. "Il signor Carter vuole riceverla subito." Mi avverte e mi fa subito strada. "Grazie" dico seguendola a ruota.

"Signora Styles" allunga una mano. "Sono Jeremy Carter, capo del dipartimento. É un onore averla qui." Esclama stringendomi la mano. "Il piacere è mio. Isabel Styles." Rispondo educatamente stringendogli la mano a mia volta. "Si accomodi.." mi invita con un gesto della mano e così faccio ringraziandolo con un cenno del capo.

"Bene.. uhm, questo è il mio curriculum." Glielo porgo ma il signor carter lo respinge cautamente con un gesto della mano. "Non serve signora Styles"

"In che senso?" Chiedo confusa. "Nel senso che non serve che lei mi dia il curriculum" continuo a non capire dove vuole andare a parare e lo guardo accigliata in cerca di una spiegazione più dettagliata. Ma non dico una sola parola. "Con il dovuto rispetto, ma lei è la signora Styles!" Riprende a parlare e posso sentire una nota di entusiasmo nella sua voce. "Il posto è suo!" Annuncia. "Questo porterà grandi benefici all'azienda" sorride come se gli avessero appena servito il suo piatto preferito.

"Non può dire sul serio!" Lo guardo male non riuscendo a nascondere il disgusto che provo per quest'uomo. "E invece si" allarga di più il suo sorriso viscido e, arrivati a questo punto, la mascella sta per cadermi sui piedi. Incredula, per quel che é appena successo. Sta per riprendere a parlare ma lo blocco subito. "NO! Non voglio sentire altro." Sibilo a denti stretti. "Grazie per il suo tempo, signor Carter. Ma questo posto non fa per me!" Mi alzo di scatto, giro su i tacchi e vado via.

Esco dall'azienda più veloce che posso, ho il cuore che rischia di scoppiare. Vorrei urlare dalla rabbia, ma non mi sembra il caso di farmi prendere per pazza dai passanti. Che figlio di puttana! Penso ripetutamente. Entro nella mia macchina e parto a tutto gas. "Non ci posso credere.." sussurro tra me e me.

Stringo il volante fino a farmi diventare le nocche bianche e mi concentro sulla strada. Non lo so precisamente come mi sento. Felice per non aver accettato quel lavoro? Triste per non avere ancora un lavoro? Furiosa per essere stata sminuita da quell'individuo?! Forse tutt'e tre.. so solo che ho bisogno di un caffè doppio e di continuare a cercare un lavoro.

La macchina di Harry é parcheggiata al suo solito posto quando arrivo alla villa, il che è strano, dovrebbe essere in ufficio a quest'ora, cosa sarà successo?! Sono ancora furiosa, passo le chiavi della macchina ad Harvey e lascio che se ne occupi lui, ho davvero un bisogno urgente di quel caffè.

Entro in casa e mi fermo subito quando diversi occhi, compresi quelli di Harry, si posano su di me. Non è solo. "Ehm..buongiorno. Chiedo scusa per l'interruzione" farfuglio sorpresa e imbarazzata. "Signori, Isabel. Mia moglie." Mi presenta Harry avvicinandosi e lasciandomi un bacio casto alla tempia che mi fa arrossire ancora di più. Gli uomini seduti in salotto, mi salutano e ricambio un sorriso di cortesia. "Vi lascio continuare. Con permesso.." con un cenno della testa li saluto e mi dirigo in cucina.

Mi libero delle scarpe e aziono subito la macchina del caffè quando sento dei passi leggeri raggiungermi. "Isabel" mi giro al suono della sua voce e mi irrigidisco quando Harry avanza di qualche passo verso di me. É così vicino che sento il profumo della sua dolce colonia inebriarmi le narici. "Va tutto bene?" Chiede gentilmente. É fermo davanti a me, con entrambe le mani in tasca e i suoi occhi non smettono di guardare i miei.

Annuisco "É tutto okay. Scusami se sono entrata in quel modo, non immaginavo avessi visite" dico prima di prendere un sorso del mio caffè. "In che modo?" Ripete. Per un'istante mi confonde e non so cosa rispondere alla sua domanda. Non accade nulla, non mi muovo, ne parlo. Prendo una pausa per qualche manciata di secondi, mentre lui continua a fissarmi, e mi sembra di essere ferma qui da ore.

Harry rimuove le mani dalle tasche e incrocia le sue possenti braccia al petto. Sto osservando ogni suo movimento, quando la sua voce mi risveglia dal sogno ad occhi aperti che sto facendo. "É anche casa tua, sai?! Non devi bussare prima di entrare" sento una nota di divertimento e di premura nella sua voce.

"Oh" riesco a dire soltanto, e sono imbarazzata al massimo. Come la maggior parte delle volte. Quest'uomo mi destabilizza. "Com'è andato il colloquio?" Chiede sfoggiando uno dei suoi sorrisi più belli.

In men che non si dica, mi ritorna alla mente quel deficiente di Carter e quello che é successo, aggrotto la fronte e schiudo la bocca per parlare, ma il telefono di Harry comincia a suonare, interrompendo le mie parole sul nascere. Harry guarda lo schermo e poi di nuovo me "devo tornare dentro" si stringe nelle spalle a mo' di scuse. "Ci vediamo per pranzo, é una bella giornata, dirò a Juliet di apparecchiare in giardino." Dice con voce così bassa che mi procura un brivido lungo la schiena.

Annuisco. "Okay, a dopo" sbatto le palpebre e torno al mio caffè mentre lui lascia la cucina.

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