Capitolo 10

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Capitolo 10

Taehyung

Aprii gli occhi molto prima del suono della sveglia. Dalla finestra s'intravedeva una luce tenue - segno che stava per albeggiare -, che cercava di entrare nella camera.

Di solito non ero mattiniero, ma quel giorno varie cause mi portarono a ritornare vigile prima del previsto, e non sapevo a quale dare la precedenza: se al dolore intenso alla parte inferiore del mio corpo, o al pensiero di ciò che avevo fatto quella notte con la persona che si trovava accanto a me senza nessun pensiero al mondo, mentre dormiva circondandomi con le sue braccia muscolose.

Non me ne ero pentito e non ero incazzato con lui, i miei pensieri non avevano niente a che fare con la sua persona, si concentravano tutti su di me e alla nuova situazione che mi trovavo ad affrontare.

Non avevo detto cazzate a Jungkook, quando avevo affermato più volte che i maschi non mi piacevano. Era la verità o, almeno, era quanto credevo anche io. Nel corso degli anni, oltre le ragazze, anche loro avevano cercato di approcciare, seppur sempre in modo sottile, e io non me ne ero sentito mai attratto; avevo ignorato le indirette o avevo detto di non essere interessato ed avevo tirato dritto normalmente. Poi era arrivato lui, e all'antipatia e alla rivalità si era aggiunta l'attrazione.

Era bastato un attimo: qualche provocazione, le sue mani sul mio corpo, un bacio casto sul mio divano, e il mio mondo si era capovolto. Avevo cercato di dargli poca importanza, ma poi le cose erano degenerate e mi ero trovato a fare una cosa che mai nella vita avrei immaginato di fare. E la cosa sconvolgente era che non mi era dispiaciuto, anzi, ero stato bene, fin troppo bene, con un partner che si era mostrato da subito passionale e allo stesso tempo premuroso.

A quel punto dovevo tirare le somme e accettare che non fossi tanto etero come pensavo, o almeno non lo ero quando si trattava di lui.

Razionalmente riuscivo a ragionarci, ma appena perdevo il filo conduttore e a prendere il sopravvento era la mia parte istintiva, le cose si facevano difficili. Il fatto che avessi ceduto così facilmente, che non ci avevo pensato più di una volta e che mi ero fatto trasportare come se non fossi stato attratto dalle ragazze per tutta la mia vita, mi confondeva. Ancora di più quando mi ero lasciato andare proprio con la persona meno opportuna, quella che avrebbe dovuto essere il mio rivale in campo e fuori, ma che era stata anche l'unica ad aver suscitato in me determinate sensazioni ed emozioni.

In realtà il castello che mi ero costruito sulla convinzione che volesse rubarmi il posto stava scomparendo, e già da un bel po', ma restava il fatto che da quel momento in poi non avrei saputo come agire e reagire.

Sembravo rigido, freddo, scontroso, ma la realtà era che le certezze nella mia vita erano sempre state poche e, quando avevo avuto il miracolo di realizzare il mio sogno, mi ci ero aggrappato con tutte le mie forze. A parte la mia famiglia, avevo la certezza del calcio che avrei sempre avuto paura di perdere, e fino a quel momento, quella delle ragazze. L'ultima era crollata con il suo arrivo, la penultima speravo non crollasse mai a causa sua.

Ero in stato confusionario e sapevo che avrei dovuto comportarmi improvvisando, perché il problema era mio. Jungkook non si era mai fatto scrupoli a dirmi che lo attiravo, per cui ero certo che lui non aveva questioni irrisolte con la sua sessualità.

In realtà, neanche io ne avevo con la mia, ma era scioccante accorgersene a ventisette anni grazie a un ragazzino di venticinque, che si era infilato sotto la mia pelle portandomi a intraprendere un percorso inaspettato, nonostante le tante differenze che ci separavano. Le nostre vite erano completamente diverse: lui era cresciuto in una famiglia agiata, io no; lui era entrato in ambito professionistico molto presto, io solo quando mi avevano ritenuto pronto; lui non nascondeva la sua sessualità, io neanche sapevo come definirmi; lui era trasparente, io molto più nebuloso.

Winning your heart || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora