Capitolo 18
Taehyung
Ero un fascio di nervi.
Tutti gli allarmi nella mia testa suonavano e non in modo positivo. Per la prima volta nella mia vita avevo paura di affrontare qualcuno e sapevo che se volevo aggiustare le cose con Jungkook, dovevo farlo.
Avevo avuto due giorni interi per riflettere sulle parole di Jimin e mi ero trovato d'accordo con lui: dovevo smetterla di essere un codardo, di farmi fermare dalle mie paure, dai limiti, dovevo farmi avanti ed essere sincero con lui, dirgli cosa provavo, chiarirgli cos'era successo due giorni prima. Solo così avrebbe potuto fidarsi sul serio di me. Non ero ferrato con le parole e a quanto pare neanche i miei gesti riuscivano a parlare per me, nonostante facessi sempre di tutto per fargli arrivare quello che sentivo, ma dovevo provarci. Non sapevo come l'avrebbe presa, speravo solo che mi ascoltasse e capisse che non avrei mai fatto niente del genere e che da quando eravamo stati nell'idromassaggio insieme, mesi prima, ero stato solo con lui e con lui sarei rimasto, perché per quanto mi sforzassi di vivere giorno per giorno senza farmi domande, era lui che volevo, e non solo nel breve periodo.
Mi avevano fatto male le sue insinuazioni e le sue parole, questo era vero, ma volevo finalmente assumermi le mie responsabilità e agire come un adulto, anche perché quella distanza forzata mi aveva messo a dura prova. Ero andato sul suo contatto per chiamarlo mille volte, avevo scritto altrettanti messaggi che avevo poi cancellato; avevo pensato addirittura di presentarmi alla sua porta, ma mi ero trattenuto e avevo sofferto in silenzio, con la sua assenza che si faceva sentire in ogni cosa: nei suoi vestiti nel mio armadio, nel suo spazzolino nel bagno, nella mia testa e soprattutto nel mio cuore che lo cercavano. E non potevo credere di aver rovinato tutto proprio quando le cose andavano bene, tra noi.
Quindi, quella sera, mi feci coraggio ed entrai in macchina con Jimin e Yoongi che avevano insistito perché andassi con loro. Appena arrivati nel locale esclusivo e top secret in cui si sarebbe tenuta la festa di Alex, la mia prima tappa, dopo gli auguri al festeggiato, fu l'angolo bar. Odiai il casino che già c'era e le persone che raddoppiavano ogni dieci minuti. Mi sforzai di eliminare tutti i rumori e chiesi qualcosa di alcolico al bartender per sciogliere i muscoli.
Da quando ero arrivato non avevo guardato neanche una volta tra la folla, timoroso di trovare la persona che cercavo e di perdere comunque il coraggio. Lo feci solo quando scolai metà bicchiere che mi permise di agire e, come se fosse una calamita, i miei occhi lo individuarono immediatamente accanto a Jin e Jimin. Entrambi gli parlavano concitati e anche lui aveva un'espressione tormentata.
Sentii quel nodo allo stomaco stringersi sempre di più e quando alzò la testa e i nostri occhi si incrociarono, non riuscii a mantenere lo sguardo. Mi voltai di nuovo e fissai il bicchiere tra le mie mani.
Come si faceva a raccogliere il coraggio? Come facevano le coppie consolidate a parlarsi dopo una discussione e ad aggiustare tutto? Io e Jungkook avevamo litigato spesso, ma sembrava la prima volta in quel momento. Di solito era lui a fare il primo passo, era lui a farmi ridere e rendere leggera l'atmosfera per poi tornare come prima, ma mi resi conto che non era il caso allora, tutto per la sua stupida gelosia e la mia assenza di coraggio e maturità. Sarebbero bastate due parole per risolvere le cose, invece ero stato immaturo e avevo tirato troppo la corda, e quando avevo cercato di rimediare era stato troppo tardi, perché Jungkook aveva interpretato le cose a modo suo e io avevo fatto il resto.
Passai circa tre quarti d'ora su quel maledetto sgabello a rigirarmi il bicchiere tra le mani in cerca delle parole giuste, senza più voltarmi verso la pista che si era riempita, per timore di quello che avrei potuto trovare. In fondo, niente gli impediva di fare nuove conoscenze, nulla gli impediva di andare avanti e mandarmi al diavolo, a me e ai miei comportamenti stupidi. La prospettiva mi faceva veramente incazzare, perché non ero sicuro di come avrei reagito se lo avessi visto con qualcun altro. Per quanto potessi negarlo, era diventato importante per me e anche io ero maledettamente geloso, uno stato che non avevo mai provato prima di lui e che ora mi mangiava vivo.
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Winning your heart || Taekook
FanfictionKim Taehyung e Jeon Jungkook sono due calciatori di spicco acclamati dalla stampa calcistica e scandalistica: il problema è che si detestano. La rivalità in ambito calcistico ha tirato fuori il loro peggio, soprattutto alla luce delle ultime premiaz...