𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 5.

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(𝐺𝑢𝑎𝑟𝑑𝑎𝑡𝑖 𝑎𝑙𝑙𝑜 𝑠𝑝𝑒𝑐𝑐ℎ𝑖𝑜 𝑒 𝑣𝑒𝑑𝑟𝑎𝑖 𝑙𝑎 𝑣𝑒𝑟𝑎 𝑡𝑒)

𝑺𝒆𝒊 𝒎𝒆𝒔𝒊 𝒅𝒐𝒑𝒐

<Sono sei mesi che combattiamo senza avere alcun risultato! Oblivion e'ancora li fuori intento a distruggerci e prendere tutti i nostri poteri mentre noi qui ce ne stiamo con le mani in mano!>

<Calmati Glenda,troveremo una soluzione>

<E speriamo al piú presto, non possiamo allungare ancora per molto la nostra permanenza qui >

< Glenda per una volta metti da pare l'orgoglio>

<Cosa dobbiamo aspettare? Che ci caccino loro stessi?>

<Non lo faranno, al momento siamo in un periodo di pace>

<Povero sciocco, alla prima occasione ci colpiranno alle spalle>

<Staremo a vedere Glenda>

<Oh si, staremo a vedere Rhys>

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Lorelai

<Lorelai!>

<Cosa c''e mamma!?>

<Cosa stai combinando?>

<Non sto piu accettando le cose che non posso cambiare. Sto cambiando le cose che non posso accettare!>

Mi voltai e me ne andai. Quella discussione per me era ormai finita.

Da pochi giorni i miei genitori e i comandanti avevano scoperto la mia relazione con Matthew e la cosa non gli era andata per niente affatto di traverso. Non avevo ancora avuto l'occasione di rivederlo, ma immagino che anche lui abbia qualche problemino del genere.

<Lorelai fermati subito!>

Stavolta era Glenda quella che urlo'il mo nome per l'ennesima volta, ma non mi fermai. Il suo braccio mi blocco'e mi fece voltare sia verso di lei e i comandanti e sia verso i miei genitori.

<Ma ti rendi conto? Tu...innamorata di quello?>

<A quanto pare>

non abbassai la guardia

<E ti senti con la coscienza pulita eh?>

<Esattamente. Chi la ha pulita non ti evita, ti affronta. Il contrario di cio'che state facendo voi con me>

Glenda rimase impietrita dall'ultima frase, come il resto delle persone nella stanza,mia madre era come se fosse paralizzata.

Il mio sguardo truce non si abbasso'dai suoi occhi. Stavolta non gliela avrei data vinta. La bambina dolce e paurosa era cambiata da tempo ormai.

E sono stata zitta. Zitta. Mentre tutto dentro di me faceva a botte, andava in frantumi, fremeva per uscire io, semplicemente, sono sta zitta.

Ma ora le cose sarebbero cambiate,sarei stata padrona della mia vita. Ora. E per sempre.

<Sapete ? Dopo la prima bugia, tutta la verita'si trasforma in dubbio>

Il mio sguardo cadde sui miei genitori che non fiatarono.

Tutti in quella stanza avevano capito di cosa parlavo. Ma Dolly, un'altra comandante, sposto'l'argomento su quello precedente.

<Stai commettendo un gravissimo errore>

<Anche gli errori possono essere meravigliosi>

Me ne andai. Niente uscite di affetto, niente lacrime. Chiusi solo la porta. Chiusi il mio cuore, lo strinsi più che potei e mi dissi che niente doveva più toccarmi in profonditá da quella notte in cui avevo 5 anni. Me lo ripetevo da sempre. Le ferite dell'anima sono dolorose. E io ero cambiata. Non ero sempre stata cosi' come sono adesso, ma il dolore cambia un po'chiunque.

Mi trovavo con Alessia nel giardino comunale con i Blake dove tutti gli studenti si rilassavano in attesa della lezione successiva.

<Sii felice e vaffanculo>

<E'quello che ho intenzione di fare>

<Se con lui sei felice....lotta>

<Lo faro'. Il mio piano e'essere felice non perfetta come mi vogliono>

La abbracciai forte. Era l'unica di cui mi potessi fidare veramente.

<Forza ora andiamo o faremo tardi all'allenamento di difesa>

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La notte era passata rapidamente e un nuovo giorno era arrivato. Ero appogiata a una staccionata in legno mentre fissavo il vuoto.
Erano solo le sei del mattino e di conseguenza in giro non si vedeva ancora nessuno.

Una figura femminile si mise al mio fianco.

I capelli rossi, come i miei erano legati in una pettinatura semplice. Occhi verdi e qualche leggera rughetta le iniziava a solcare il viso. Dedussi che avesse una cinquantina di anni.

Finalmente si volto'verso di me girando il capo con un movimeno lento.

<Qualcosa non va, vero?> chiese

Non risposi.

<Sai, sfogarsi non significa essere deboli tesoro. A volte abbiamo bisogno di qualcuno che ci ascolti, ci fa sentire meglio. Siamo pur sempre umani e non possiamo privarci di ogni sentimento>

E cosi mi feci coraggio.

Feci cio'che non ho mai fatto nella mia vita.

Parlai.

<Non ero così. Non lo ero affatto, avevo l'abitudine di fidarmi fin da subito delle persone.
Perché io partivo dal presupposto che se fai del bene devi ricevere altrettanto bene. Mi sbagliavo.
Mi sbagliavo alla grande.
Il mio lato buono,disponibile,dolce è stato la mia condanna.
Le stesse persone alle quali l'ho mostrato lo hanno usato per farmi male. Mi si è rivolto contro. Oggi sono così fredda, scostante e a tratti anche strafottente. Dalle persone mi aspetto solo il peggio. Preferisco pensar male e magari sbagliarmi che vedere del buono in tutti e rimanere delusa.
Credimi sarei disposta a dare ancora il meglio di me, se non fosse per il fatto che è stato distrutto.>

Avevo appena vuotato il sacco. Parole che da tutta la vita aspettavano di uscire dalla mia bocca.

<Ti manca la vecchia te Lorelai?>

Un'unica domanda. Una sola risposta. Il mondo mi crollo'alle spalle.

<Si..>

<E allora fai tornare la vera ragazza che c'è in te. Essendo cambiata hai fatto vincere gli altri. Ma se fai tornare la vera te allora avrai vinto la partita.>

<Io non posso>

<Si che puoi cara, e io so che ce la farai>

Fu l'ultima frase che disse, poi si volto'e mi lascio'sola.

La testa mi scoppiava.

Ma adesso sapevo cosa fare.

Dovevo continuare a respirare e andare avanti.









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