Capitolo 14

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Lorelai

Le persone credono che andare avanti sia facile, una sciocchezza da ragazzi.

Ma si sbagliano.

Non avrei mai pensato che un giorno il mio cuore si sarebbe lacerato lasciando solo un vuoto, difficile da riempire, dentro di me.

Era il secondo ballo che ballavo con questo ragazzo dai capelli mori e occhi come due smeraldi.

Si chiamava Jason.

Ballavamo sotto le note di "Thinking Out Loud" di Ed Sheeran.

L'atmosfera della festa era meravigliosa e forse, forse .... anch'io stavo iniziando a divertirmi.

Poi mi fermai di scatto.

Smisi di ballare rimanendo immobile con una mano ancora sulla spalla e l'altra sul fianco di Jason.

Il mio cuore si fermò.

La vista mi si offuscò.

Vedevo tutto nero.

Matthew.

Fece il suo ingresso con accanto una ragazza bionda.

Il finisco snello e l'abito rosso leggermente scollato.

Era di una bellezza spettacolare.

Gli sguardi di tutti erano puntati su di loro, compreso quello di Jason che nel frattempo lasciava qualche occhiata anche a me domandandosi il motivo della mia reazione. 

Raggiunsero il loro gruppo mentre il mio corpo era ancora immobile.

<Tutto bene?> Mi domandò Jas.

Non riuscivo neanche a muovere le labbra o fa uscire un filo di voce.

Alla fine, dopo una ventina di secondi riuscii a fatica.

<S-si...., tut-tto be-ene. Vado un attimo in bagno>

Mi voltai velocemente camminando a passo svelto prima che mi fermasse o prima di essere notata anche dal mio gruppo.

Soprattutto da Alessia.

Questa era la sua serata insieme a Luke, e non gliela avrei rovinata per nessun motivo.

Matthew

<Possibile che decidiate tutto voi della mia cazzo di vita?!> Sbottai incazzato.

<Le decisioni che prendiamo per te sono le migliori Matthew> Disse mio Padre.

<Fai ciò che dice tuo padre per un buon futuro> Continuò invece mio nonno.

<Vi sbagliate. Voi invece di migliorarlo, me lo state rovinando> Risposi.

<Attento a come parli, ogni decisione che prendiamo è per il tuo bene> Continuò determinato mio padre.

<Ah sì? Anche quella di mettervi d'accordo con i White e costringermi ad allontanarmi da...> Non riuscii a finire la frase che mio padre mi interruppe.

<Ti ho ripetuto mille volte di non riaprire l' argomento!> Urlò.

<E se io volessi farlo domani...o... addirittura anche fra una settimana?>

<Non osare sfidarmi Matthew>

<Sfida accettata>

Mi girai e a passo svelto raggiunsi la porta dove mia madre aveva appena fatto il suo ingresso.

Corsi in giardino e continuai verso il bosco, allontanando sempre di più dal palazzo in cui vivevo.

Corsi e corsi.

Mi fermai solo quando la stanchezza iniziò a farsi sentire.

Poggiai le mani sulle ginocchia mettendomi in una posizione piegata.

Lo sguardo mi ricadeva sul prato verde.

"Fanculo" sussurrai tra le labbra.

Una parola che era rivolta solo e unicamente ad una persona.

Mio padre.

Non lo perdonerò mai. No, non posso. Non dopo quello che mi ha fatto.

La vita è una rosa dove ogni petalo è un' illusione ed ogni spina una realtà.

E lui stava distruggendo la mia realtà posizionando le spine a suo piacimento.

Credeva che io fossi il suo burattino.

Ma si sbagliava e io glielo avrei fatto vedere.

Mi bastava solo un po' di tempo per dimostrargli che mi sarei ripreso ciò che mi hanno tolto.

Lorelai

Mi appoggiai al marmo del lavandino.

La testa piegata verso il basso e il mio corpo quasi non riusciva a reggersi.

Mi sembrava tutto un incubo.

Un incubo che non sarebbe finito presto.












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