𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 7.

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Matthew

<Matthew ami veramente quella
ragazza?>

<Ma certo!> sbottai in tutta risposta con i nervi a pezzi.

<Allora devi lasciarla andare e lo sai anche tu>

<Ma come faccio? Come faccio a lasciar andare l'unica cosa bella che mi sia capitata nella vita?>

<Quando tieni tieni davvero a qualcuno Matthew allora pensi solo al suo bene. Ma rendere questa persona felice ha sempre un prezzo da pagare e il tuo equivale a soffrire. Ma io so che ci riuscirai>

Era come se non riuscissi a respirare.

Il cuore mi batteva all'impazzata, ma per lei avrei fatto di tutto.

Anche a costo della mia felicitá.

Lorelai

Alessia si era andata ad allenare presto, cosi' ora ero nella mia stanza sola.

Qualcuno busso'alla porta e controvoglia mi alzai dal letto per andare ad aprire.

Davanti ai miei occhi si paleso' la figura di mia madre che senza darmi il tempo di parlare o realizzare chiese :<posso entrare?>

Si siese sulla sedia della mia scrivania bianco panna mentre io sul letto rivolta verso di lei.

<Dobbiamo parlare della tua relazione con...>

Non la feci continuare.
Adesso ero stanca.
Stanca di essere vincolata sempre da tutto e tutti.

<No! Adesso sono stufa. Possibile che voi dobbiate sempre chiudere la mia felicità in un cassetto invece di lasciarmela vivere? Oh, ma certo. A voi non importa un bel niente se sono felic o meno, basta che io faccia cio che dite voi, che sia chi mi dite voi. >

<Lorelai, smettila! Da quando alzi i toni con tua madre? E da quando sei senza cuore?>

<E'colpa dei sentimenti. Facevano troppo male e allora li ho spenti.>

<Smettila di fare la vittima>

<E tu smettila di mentirmi>

Fece una risatina. Cosa aveva da ridere?

<Basta con queste stupide storielle>

<Solo perche quella notte vi ho sentiti con gli occhi da bambina non significa che sia una favoletta delle principesse>

Mia madre con una smorfia fece per andarse ma io la bloccai dicendo:

<Potranno passare anche anni, ma io lo scopriro'. Scopriro'cosa mi nascondete perche la verità in un modo o nell'altro risale dagli abissi in cui e'stata nascosta ed arriva a riva, sotto gli occhi di tutti>

Non si giro'. Rimase, li, immobile voltata ancora di schiena. Solo qualche secondo dopo avanzo'verso la porta ed io rimasi di nuovo sola in balia della solitudine di cui regnava la stanza.

Oblivion ci aveva riattaccati.

Schivai un colpo e poi un altro. Mi voltai facendo cadere con un calcio l'avversario. Mi misi sul ramo di un albero che avere una visuale della situazione.

Poi la vidi.

Di nuovo lei.

Non mi aveva ancora notata cosi'le andai incontro di corsa spingendola da dietro la schiena e facendola cadere al suolo.

La avrei avuta vinta se solo delle mani mi presero dalle spalle e mi scaraventarono contro un rovo di spine.

Il dolore si stava iniziando a sentire per tutto il corpo mentre l'uomo si avvicino'verso di me.

Proprio quando si accovaccio'un potere dell'immobilità lo blocco'.

Guardai nella direzione dal quale era provenuto il potere, una ragazza mora inizio'ad avvicinarsi di corsa verso di me.

Mi aiuto'ad alzarmi facendo attenzione a non urtarmi ulteriormente contro le spine.

Il corpo era pieno di ferite e tagli che si sarebbero rimarginati con il passare dei giorni.

Guardigna decisi di ringraziare la ragazza che in sua risposta si limito'a un sorriso.

In lontanza scorsi Matthew che quando si accorse anche lui di me si avvicino'in fretta.

<Tranquillo Matthew sta bene...sono arrivata in tempo>  lo rassicuro'la ragazza.

Si conoscevano?

Era una sua amica?

Lui gli fece un cenno del capo e lei si allonto'poco dopo.

<Sicura? Tutto bene?>

<Sisi tranquillo, e'tutto ok. Per fortuna e'arrivata la tua....amica?>

Non sapevo come definirla.

<Si chiama Rosaline, e si. E'una mia amica>

Annuii in segno di risposta.

<A.m.i.c.a> sottolineo'

<Ehy, non sono mica gelosa>

<Ah no?>

<Forse solo un pochino>

Mi abbraccio'facendo attenzione a non toccare le ferite, anche se era complicato visto che ne ero piena.

Eravamo lontani dal campo di battaglia e nessuno poteva notare che non eravamo li'data la gran confusione che c'era.

Ci slacciamo dall'abbraccio e luo mi guardo'intensamente con quegli blu mare, come se dentro di stesse facendo a botte nel rivelare qualcosa.

<E'tutto ok?> chiesi preoccupata

<Oh, si scusa. Sono solo un po'stanco>

La battaglia stava per finire.

Mi diede un bacio sulla fronte e spari'in mezzo alla folla di supereroi.

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Matthew

<Devi farlo e oggi>

<Io non...non ce la faccio Rosaline>

<Devi farlo per lei>

<Si ma...>

<Se non lo fai sai cosa accadrà. Fai decidere il tuo core, anche se so già cosa farà>

<Ti sbagli. Non conosci il mio cuore>

<E invece si>

<Il mio cuore e'diverso dal tuo.
Trema.
Sanguina.
E'pieno di cerotti che ne coprono le ferite ancora non rimarginate da anni.
La cosa più dolorosa e'che non posso toglierli.
Una volta ci ho provato, ne ho tolto uno, ma la ferita continuava a sanguinare.
Tempo fa ho trovato il modo di guarire ogni taglio ma la difficoltà e'stata nel dimenticarli.>

Mi ero avvicinato a lei e la guardavo con occhi di ghiaccio. Lei non sapeva cosa avevo passato quando ero un bambino e se non sapeva cio allora non saoeva un bel niente di me.

Dicono che io sorrida sempre e che non sia mai tristre.

Si, sono sempre felice, felice tutto il tempo.

Ma nessuno mi vede quando crollo, quando mi sento morire dentro.






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