VENTIDUE

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<<Rosaa>> grido vedendola entrare nel corridoio delle celle

<<Sara>> risponde lei venendomi incontro. ci diamo un abbraccio veloce ma sentito

<<sei tu la nuova arrivata, che hai fatto per stare qua?>> chiedo mentre l'accompagno in cella, hanno spostato Kubra e Gemma in una cella loro e io Silvia e Rosa staremo insieme

<<ho sparato a Salvo, nella gamba senza fargli troppo male, così posso entrare, devo controllare Mimmo, è un infame>>

<<u sacc Rosa, l'abbiamo capito ieri io e Silvia e per fortuna Edoardo non è salito su quel furgone. a proposito lei è Silvia, la tua compagna di cella oltre alla sottoscritta>>

<<piacere, Rosa Ricci. che bello, sul tuo armadietto c'è la foto con mi fratm e poi con tuo fratello>> è vero ho appeso la prima foto fatta con Ciro e l'ultima che abbiamo scattato, quella che ci ha fatto mio fratello al mare e poi c'è la foto con Matteo, un di quando era più piccolo e una al matrimonio di Carmine.

<<Sara, l'avvocato di Rosa è quello che mi ha fatto mettere in carcere con la droga>>

<<non so chi sia, io ho quello di papà>>

<<si si ma ti giuro che è lui, lo riconoscerei ovunque>>

<<chiedilo a Rosa. tanto ormai io e te stiamo scoprendo tutte le cose, tutti i problemi li risolviamo, risolveremo anche questo.>> l'abbiamo sempre saputo che quell'uomo nasconde qualcosa, ed è il momento di scoprire cosa sta facendo.

<<lo farò adesso andiamo che c'è la gita in barca>> finisco di cambiarmi e andiamo.

Inauguriamo la barca nuova, Beppe fa un discorso fin troppo sdolcinato, ma è vero lui ci conosce benissimo come se fossimo figli suoi, ci conosce bene e crede che ognuno di noi possa tornare sulla strada giusta.

Le gite in barca ci fanno sempre fin troppo bene, ci rilassiamo e anche questa volta senza il consenso di Beppe ci buttiamo in acqua. Un bel bagno e via i pensieri, l'acqua è sempre stata mia cara amica, oltre al pianoforte è la mia salvezza. So cosa mi aspetta al mio rientro in IPM, dare l'addio a uno dei miei migliori amici, non vorrei farlo, ma devo. Ho già chiamato papà e ha detto che proteggerà a tutti i costi Totò, perché chi fa stare bene la sua piccina per lui merita il mondo e dovrebbe essere così per tutti i genitori.

Quando scendiamo dal bus che ci ha portati in barca, la macchina per il trasferimento di Totò è già lì, e lui pure in piedi con le manette, con le lacrime agli occhi. Appena i miei occhi incontrano i suoi è il finimondo, scoppio a piangere, Silvia pure.
Vorrei andare a salutarlo, ma c'è Carmine, gli farei più male che bene e non voglio, io comunque tengo a lui. Come se mi leggesse nel pensiero Silvia mi spinge un po' e crollo ad abbracciare il rosso, mentre Carmine si ritira nel bus.

<<ti vorrò sempre bene Sara>> dice tra una lacrima e l'altra, senza volermi lasciare andare

<<non smetterò mai di volerti bene Totò. Hai sempre pensato a proteggermi ora sarò io a farlo per te, non ti devi preoccupare>> dico queste parole con il cuore in mano, ci sono poche persone con cui mi sono aperta così tanto e una di queste è proprio Totò. vederlo andare via mi spezza il cuore.

<<vienimi a trovare Saretta>>

<<verrò sempre da te>> piango ancora e ancora, mentre lui si gira verso Edoardo, si abbracciano e si dicono parole come ce le siamo dette fino ad ora noi.

Edoardo promette a Totò tutto, dandogli il famoso bacio, bacio della fedeltà, lo proteggerà sempre e farà sempre tutto quello che si possa fare per aiutarlo. Il ragazzo mi mette davanti a lui e mi abbraccia, ho visto Edoardo piangere solo una volta quando parlavamo di Ciro, pure adesso sta male ma non fa segni di pianto, io invece sto formando un lago. Mi stringe dall'alto e mi riempie di baci sulla testa, sa quanto fa male lasciare andare un'amico perché non è la prima volta che lo sta facendo, ma il nostro è un dolore comune, lo stiamo facendo insieme.

<<andrà tutto bene sorellì, ci sono io con te e ti prometto che non ti lascerò mai>> mi lascia il solito dolce bacio sulla fronte che per me è sempre stato simbolo di protezione.

La macchina lascia l'imp e quando il cancello si chide e quella volta l'angolo mi giro verso Edoardo, scoppio a piangere ancora più forte e mi consolo tra le sue braccia. Sento anche quelle di Silvia abbracciarmi, poi quelle di Kubra, Gemma, Milos e anche tanti altri si sono uniti in questo abbraccio di cuore spezzati. Totò ha sempre unito tutti qua dentro, non ha mai fatto del male, ha sempre voluto il bene per tutti e ora ci ha lasciati. So che sarà al sicuro, papà ha sempre mantenuto le promesse non le ha mai infrante però mi mancherà quel rosso, spacca tutto, mai stanco e sempre pronto a regalarti un sorriso.
Stringo ancora un po' a me quello che è diventato mio fratello, acquisito, ma è pur sempre mio fratello. Gli lascio un grande bacio sulla guancia che ricambia con il solito bacio sulla fronte, poi vado diretta nella mia cella a riposare, mentre le altre sono nella stanza comune giù nelle celle.

Sulla scrivania c'è una lettera, è strana a dire la verità, compilata molto bene, ma la scrittura mi dice molto, moltissimo. È un colore di carta tendente al giallo, ocra, come se fosse carta antica, e il foglio non è leggero ma spesso, molto spesso, sembrano 4/5 mm di foglio. Non c'è il nome del mittente, spero non siano altre lettere minatorie.
Mi metto seduta comoda sul mio letto, apro la busta, tiro fuori i quattro fogli che ci sono all'interno, noto che sono scritti sia davanti che dietro quindi sono otto fogli e alla fine non c'è una firma, ma inizio comunque a leggerla e già alla seconda parola ho le lacrime agli occhi.

"ciao nenné...."

NENNÈ | Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora