Chapter Nine.

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POV Valentina

Parcheggiò la macchina in prossimità di Milano marittima. Sebbene l'autunno fosse solo agli inizi, la giornata non era certo delle migliori. Il cielo era attraversato da nuvole gonfie color piombo, ed il forte vento che soffiava faceva oscillare minacciosamente le poche barche ormeggiate.

Il mio soprabito era ancora a casa di Mattia perciò, appena scesa dalla macchina, in mezzo a quel rigido clima oceanico, iniziai a tremare di freddo nel mio leggero e quanto mai inappropriato vestito.

"Cosa ci facciamo qui?" gli chiesi stringendomi le braccia al petto e scostandomi i capelli che continuavano a svolazzarmi sul volto.

"Non ti piace il mare?" mi domandò per tutta risposta lanciandomi un sorrisetto impertinente.

"Dubito che tu mi abbia portato qua per quello, a meno che non ti piaccia nuotare con meno di 15 gradi" sbuffai tra un brivido e l'altro.

Si piegò per prendere la giacca dai sedili posteriori e me la lanciò al volo.

"Prendi questa. Quella cosina che hai addosso ti copre a malapena," aggiunse, ed il lampo avido che attraversò il suo sguardo mentre si soffermava sull'abito di raso che lasciava scoperta buona parte delle mie gambe nude mi avrebbe provocato la pelle d'oca anche in climi ben più caldi.

Nel momento in cui mi infilai la giacca e la fodera di seta scivolò, quasi impalpabile, contro la mia pelle, fu la sua inconfondibile fragranza ad avvolgermi e riscaldarmi molto più del tessuto stesso. Soprattutto, in punti ben più nascosti.

"C'è una cosa di cui devo occuparmi. Vieni," mi invitò con un gesto della mano, ed iniziò ad incamminarsi lungo le file delle barche attraccate.

Lo seguii sulla banchina, finché non si fermò di fronte ad una barca d'altura, sulla quale una donna di spalle stava finendo di ripiegare le vele. Sentendoci arrivare, le donna si voltò ed il suo sguardo si accese quando si posò su Stash.

Doveva essere almeno sulla trentina, aveva i capelli rosso fuoco raccolti in una pratica coda alta e degli audaci occhi verdi, e persino attraverso i pesanti vestiti per ripararsi dalle intemperie della giornata era possibile intravedere un corpo esile ma muscoloso.

"Guarda guarda chi ha deciso finalmente di farsi rivedere!" esclamò, attraversando in un salto la passerella ed accorrendo in direzione di Stash. Posò un bacio proprio sull'angolo delle sue labbra e gli passò lentamente una mano tra i capelli corvini, in un gesto che indicava chiaramente una confidenza di lungo periodo. Quindi spostò lo sguardo oltre le spalla di Stash per fermarlo su di me. "Chi è questa ragazza che ti porti appresso?"
Mi feci avanti e le porsi risolutamente la mano.

"Valentina," dissi e sostenni il suo sguardo con un'espressione di sfida. Di fronte a quel gesto mi sembrò di intravedere in lei un moto di approvazione, mentre Stash si affrettava a finire le presentazioni. "Vale, questa è Elena. Una vecchia amica."

"La più vecchia probabilmente," aggiunse lei con un lampo malizioso, stringendomi la mano in una stretta ferma. Tornò quindi a rivolgersi a Stash. "Ti aspettavo più tardi."

"È un problema?" le domandò Stash.

Elena indirizzò una veloce occhiata sospettosa nella mia direzione, prima di proseguire, "Al momento devo finire di disarmare la barca. Va bene se ti chiamo tra un po', così parliamo con calma?"

Stash acconsentì, la lasciammo dopo un breve saluto e tornammo ad incamminarci nuovamente indietro lungo il molo.

"Beh?" lo incalzai impaziente mentre ci allontanavamo.

"Beh cosa?"

Cercai di raccogliere ogni più minimo briciolo di pazienza e di mantenere il mio tono più calmo possibile, "Adesso vuoi dirmi cosa ci facciamo qui?"

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