Chapter Sixteen.

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POV Stash

Strinsi le dita con forza attorno al bicchiere per costringermi a non voltarmi verso Valentina, nell'attimo in cui la sentii allontanare bruscamente lo sgabello dal bancone ed andarsene da lì.

Possiamo parlare.

Avevo perso il conto delle ragazze che mi ero portato a letto e, poco ma sicuro, non avevo mai avuto alcuna necessità di doverne poi parlare. Né vedevo alcun motivo sul perché questa volta avrebbe dovuto essere diverso.

Non lo era.

Non c'era alcuna ragione dietro a quella strana sensazione da pugno nello stomaco che avevo provato non trovandola nel letto il giorno dopo, e che continuava a fare la sua maledetta ricomparsa ogni volta che il pensiero di Valentina tornava indesiderato in superficie.

"Stacco alle 3, mi chiami?"

Alzai distrattamente lo sguardo sull'insipida barista che continuava a fissarmi in attesa.

"Certo," mentii rivolgendole un mezzo sorriso. Se i miei programmi per quella serata fossero andati come previsto, per quell'ora non sarei stato beatamente in grado nemmeno di alzare il telefono. Figuriamoci qualcos'altro.

"Sai cosa? Lascia pure tutta la bottiglia," aggiunsi prima di buttare giù quasi tutto il bicchiere in un solo sorso. La ragazza mi lanciò una chiara occhiataccia di disapprovazione. Evidentemente, la prospettiva di ritrovarsi con qualcuno completamente ubriaco le aveva già fatto cambiare idea sul suo finale di serata.

"Ed un altro bicchiere," aggiunse Riccardo prendendo posto accanto a me e gettandomi uno sguardo d'intesa. "Vedo che sei già passato all'artiglieria pesante."

"Felice che tu abbia deciso di presentarti e condividerla con me," risposi versando ad entrambi una generosa porzione ed alzando il bicchiere nella sua direzione.

"Mi conosci. Non dico mai di no ad un po' di alcool gratuito," Riccardo prese un sorso e fece un mezzo giro sullo sgabello, soffermandosi qualche secondo a guardarmi con un'espressione che non prometteva nulla di buono.

"Vuoi dirmi cos'era quello?" mi chiese infine.

"Quello cosa?" replicai con aria indifferente.

"Ti ho visto parlare con Valentina. E non sembrava molto felice quando se n'è andata."

"Niente di importante."

"E no!" esclamò sbattendo il bicchiere sul bancone ed alzando gli occhi al cielo, "Non l'hai fatto. Cazzo, Stash, dimmi che non ci sei andato a letto."

Mi limitai a scrollare le spalle e a nascondere la mia smorfia in un altro sorso.

"Perfetto," proseguì sarcastico, "Non potevi proprio evitarlo, non è vero?"

Mi lasciai sfuggire un ghigno amaro, mentre rispondevo in tono piatto, "Rilassati, è stata una sera. Nessuna complicazione."

"Lo sai vero che la tua capacità di mentire diminuisce ad ogni bicchiere che ti scoli?" mi riprese con un chiaro sguardo di accusa. Feci roteare gli occhi contrariato, mentre Riccardo si passava una mano tra i capelli e proseguiva in tono più conciliante, "Senti, qualsiasi cosa sia stato, cerca di rimettere a posto le cose."

"Da quando mi fai queste prediche?" lo provocai, ma di fronte alla sua espressione seria, aggrottai la fronte chiedendomi se non ci fosse dell'altro.

"Di che si tratta?"

"Beh, io e Monica ..." iniziò, prima di fare una breve pausa ed alzare lo sguardo su di me, "Vogliamo riprovarci, e farlo funzionare. Ma visto che riprenderà con il dottorato, non si trasferirà a Milano."

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