Chapter Ten.

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Avevo deciso di trasferirmi a casa di Paola, volevo i miei spazi e sinceramente stare a stretto contatto 24 ore su 24 con i ragazzi in casa era diventato pesante.

POV Valentina. "È stato dolce!" affermò decisa Paola, dopo avermi strappato ogni minimo dettaglio sulla mia fuga fuori programma con Stash.
"Dolce?! Mi ha praticamente sequestrato," insistetti lasciandomi andare a sedere accanto a lei, e riaffermando un'altra volta il mio concetto. " È pazzo!"

"È stato romantico," ribadì con un sorriso. In un solo gesto, si sdraiò sul divano, appoggiandomi in grembo i piedi che aveva appena finito di smaltare alla perfezione, e proseguì con un sospiro melodrammatico, "A volte vorrei che anche Mattia facesse lo stesso e mi portasse via. Da tutto e tutti. Magari a Roma o a Londra ..."

"Mi ha portato a Milano Marittima, mica a Parigi," risi di fronte al suo inguaribile lato da sognatrice.

Ma lei si rialzò di scattò, chiedendomi seria, "Perché devi sempre sminuire tutto? Dov'è il tuo romanticismo?"

Alzò gli occhi al cielo e scosse la testa come se avesse a che fare con un caso senza speranza. Prima che potessi rispondere, mi stuzzicò pizzicandomi il braccio ed esclamò, "Eddai, che vi siete pure baciati!"

"Lui mi ha baciato" precisai ammonendola con un dito, per sottolineare la mancanza di intenzionalità da parte mia.

"Dettagli" sbuffò, prima di piegare le labbra verso l'alto e alzare appena un sopracciglio. "È stato bello?"

Dannatamente. Una piacevole stretta mi compresse lo stomaco al ricordo. La mia sorpresa, la mia paralisi, il mio battito frenetico. Il calore, su tutto. Quello che, partendo delle sue mani e delle sue labbra, era andato ad irradiarsi, a scavare e ad insinuarsi in qualche punto imprecisato, che non sapevo collocare, e che ...

"Ah!" esclamò soddisfatta, agitando un dito in direzione del mio volto. "Questo lo prendo come un sì! Allora, quando lo rivedi?"

"Non lo so" risposi, ed ero sincera. Non avevo idea di quali fossero i termini adesso, non avevo idea di cosa avesse significato la giornata trascorsa, e soprattutto ... volevo rivederlo? Volevo davvero spingermi più in là, e vedere a cosa avrebbe portato?

Non presi in considerazione la risposta che mi saltò in testa, mentre Paola, con quel suo senso pratico che faceva sempre sembrare le cose più facili di quanto non fossero in realtà, mi domandava, "Beh, che aspetti, chiamalo allora, no?"

"Sei pazza? Non esiste," scossi la testa con forza, "E poi, perché insisti tanto, visto che se non sbaglio volevi sistemarmi con Alex?"

Paola si strinse nelle spalle, e rispose con semplicità. "Tesoro, sarei stata felicissima di vederti con Alex, anche perché lui è davvero un ragazzo stupendo e chiunque sarebbe fortunata a stare con lui. Ma Stash è Stash, vedo l'effetto che ha su di te. Non ti ho mai vista così ... così ..."

"Esasperata?" suggerii.

"Presa," mi corresse.

"Quello che è." Scrollai le spalle, mentre comunque un involontario sorriso mi sfuggiva dalle labbra. Mentre proseguivo, le sue gambe avevano già trovato di nuovo la strada per sistemarsi comode addosso a me. "Ma dimmi di te. Come è stato l'incontro con la temibile famiglia di Mattia?"

"Ok ... "

Si strinse nelle spalle con poca convinzione. Quindi prese fiato ed entrò completamente in modalità da fiume in piena.

"Insomma, suo padre sarà stato anche gentile, ma è un vero coglione, credimi, il classico avvocato con la puzza sotto al naso. E sua madre, oddio, non farmi iniziare ... fa tanto la cordiale con tutti, ma è più rigida di un palo della luce, te lo dico io che quella non scopa abbastanza ... quegli sguardi che mi lanciava avrebbero fatto ghiacciare anche l'Africa. E poi dovevi vedere con che assoluto riguardo tutti trattavano il gruppetto di Cristian, neanche fossero i padroni del mondo ..." si arrestò un attimo dalla sua sparata ed il suo volto si contrasse in una strana smorfia. "A proposito di Cristian, non c'era proprio modo di scollarmelo di dosso."

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