Sbuffo per l'ennesima volta quando sbaglio il quinto esercizio.
«Cha, io non ci capisco un tubo!»
Charles ridacchia e mi spiega nuovamente la teoria. Sono un caso perso. Mi chiedo come faccia a essere paziente con me. È da una settimana e mezza che queste ripetizioni vanno avanti e sono migliorata in matematica. Chimica, be', lasciamo perdere. Mi aiuta a svolgere un esercizio e mi pare di aver capito. Al termine chiudo il libro e lo infilo nello zaino.
«Non voglio sentir parlare di chimica fino a lunedì, intesi?»
«Lando ha organizzato una festa a casa sua. Sei dei nostri?»
Guardo il ragazzo di fronte a me e non mi preoccupo di pensare ad una risposta.
«Passi a prendermi tu?»
Charles mi sorride e annuisce. Quella dannata fossetta è sempre lì e vorrei tanto toccargliela. Che diamine mi sta succedendo? Saluto Charles e mi reco verso casa. In salotto ci sono mio fratello, George e Alex Albon che giocano alla PlayStation. I tre si voltano e mi salutano. Salgo le scale che portano alla mia camera e apro la finestra per far entrare un po' d'aria. Seduto sul davanzale c'è Pierre che sta fumando.
«Ehi», mi saluta alzando la mano e ricambio.
Quando ha scoperto che avevo una cotta per lui non si è tenuto a distanza come credevo. Anzi, cercava sempre di approcciarsi ma io gli stavo lontano per evitare che si macchiasse la reputazione. Almeno lui non mi dava del filo da torcere e si è sempre tenuto alla larga da Lando. Con gli anni, però, la mia cotta per lui è svanita.
Ci guardiamo in silenzio, poi chiudo la tenda.
La sera arriva e vado in bagno per fare una doccia. Osservo il mio riflesso allo specchio e storco la bocca. Nonostante sia normopeso, continuo a non piacermi. Per anni gli insulti legati al mio corpo mi hanno accompagnata, inculcando nella mia testa il pensiero di meritare tutto quell'odio, che in un certo qual modo me lo ero guadagnato. Da piccola ho sempre amato rifugiarmi nel cibo, lo reputavo una valvola di sfogo. Ho messo su chili su chili. In terza media Lando mi ha dato la botta finale: ha urlato davanti a tutta la scuola "non mi porterei mai a letto una cicciona come Victoria Sainz" con tanto di sgambetto e caduta della sottoscritta. Quel giorno è ancora vivido nella mia mente. È da lì che è nato il pensiero di perdere peso. Ho impiegato mesi affinché ci fosse la motivazione necessaria per tirare avanti. Ho fallito varie volte prima di iniziare seriamente.
Ora, a diciotto anni, mi ritrovo con il fisico che ho sempre desiderato ma che sento che non mi appartenga. È così difficile piacersi e accettare chi sei. Per anni ho lasciato che il pensiero della gente mi influenzasse e dovrei imparare a fregarmene. La verità è che tuttora mi faccio condizionare. Ho sempre il terrore di non piacere alle persone e di non essere alla loro altezza. Sto iniziando ad uscire dal guscio solo perché voglio vendicarmi di quello che Lando mi ha fatto passare negli anni.
Indosso un vestito nero con il corpetto paillettato e che mi arriva a metà coscia. È aderente e mette in risalto le mie curve. Lo scollo è a V e risalta il mio seno piccolo. Stendo una linea di eyeliner, un rossetto prugna, il mascara e sono pronta. Ricevo un messaggio da Charles, il quale mi dice che sta arrivando. Sento del vociare in salotto: mamma e papà stanno chiacchierando.
«Ciao tesoro! Esci?» domanda mamma. «Sì, vado a una festa con Charles».
I miei genitori sorridono. D'altronde vorrebbero vedermi di nuovo in sua compagnia. Lo hanno sempre reputato un buon partito, ecco.
Un clacson desta la mia attenzione. Saluto mamma e papà ed esco di casa.
Charles è poggiato contro il cofano della sua Ferrari. Indossa dei jeans sbiaditi, una camicia nera e le McQueen.
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Victoria // Charles Leclerc
FanfictionVictoria è una ragazza la cui vita non è stata per niente facile a causa degli insulti di Lando, il migliore amico di suo fratello Carlos. Charles è quel tipo di ragazzo che ama studiare, e gli viene affibbiato l'incarico di tutor affinché Victoria...