7.

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La musica rimbomba nelle orecchie mentre muovo i fianchi. Lola e io balliamo come pazze, avvolte nei nostri tubini paillettati. Lei indossa uno a fascia verde acqua che risalta i suoi occhi azzurri, io uno lilla fin troppo corto per i miei gusti. D'altronde me l'ha dato in prestito per questa serata al Basing. In realtà non ero propensa a partecipare, ma la mia amica mi ha fatto cambiare idea.

Martin Garrix lascia spazio ai Daft Punk. Credo di essere leggermente brilla. Gli shot di Gin non hanno beneficiato alla pessima settimana che ho trascorso.

Charles continua ad essere il mio tutor. Ormai trascorro i pomeriggi a casa sua, tanto che oltre alle materie scientifiche studio anche quelle umanistiche con lui.

Io e Lando rispettiamo il nostro patto, anche se ci vediamo poco a causa della scuola.

Mio fratello e Lola escono insieme ma insabbiano il tutto inventando scuse su scuse.

In un angolo scorgo la figura di Lando. Ha una mano in tasca, l'altra regge un bicchiere e chiacchiera con Alex e George. Punta lo sguardo nella mia direzione, scendendo poi sulle mie gambe scoperte, fissandole insistentemente.

Poi ecco che lo vedo: Charles è con Katie. Si tengono per mano e lui la bacia sulle labbra, proprio davanti a me. Lola nota la traiettoria del mio sguardo e si rabbuia. Ancora devo capire perché dei sentimenti contrastanti mi assalgono quando sono in sua compagnia.

«Sì, hai decisamente bisogno di un drink. Clément, prepara un Quattro Bianchi!» urla la mia amica rivolta al ragazzo francese dietro al bancone.

Mi trascina sugli sgabelli e Clément mi serve un bicchiere dal liquido trasparente. Scolo il contenuto tutto d'un fiato, sentendo la gola bruciare a causa della Tequila e del Rhum.

I miei pensieri slittano a Charles. Cosa ci fa qui? Con Katie, tra l'altro! Perché non mi ha parlato di lei?

Carlos raggiunge il bancone e guarda Lola con gli occhi chiusi in due fessure.

«Vuoi per caso far ubriacare mia sorella?»

«Carlitos, calma. Sono io che voglio ubriacarmi. A proposito, io vado in bagno. Non seguitemi», biascico e scendo dallo sgabello.

Mio fratello tenta di aiutarmi ma scrollo di dosso le sue mani. Faccio un cenno a Lola e porta Carlos in pista. Dio, queste luci iniziano a darmi fastidio! A fatica, a causa delle persone ammassate, raggiungo Lando e lo tiro per la manica della camicia. Lui ridacchia e poggia il bicchiere che ha in mano su un ripiano. Chiudo a chiave la porta del bagno e incollo le labbra sulle sue.

«Come siamo audaci, stasera», asserisce divertito.

«Mmh, tu non mi stacchi gli occhi di dosso da quando ho messo piede qui dentro», ribatto, tenendolo in pugno. «Non è colpa mia se questo vestito ti fa un culo da paura».

Aia, questo mi ricorda quando mi prendeva in giro perché avevo il sedere troppo grosso.

«Ci tengo a precisare che è un complimento, Vic».

Per una volta sorvolo sulle prese in giro. La mia bocca si scontra di nuovo con la sua. La sua lingua si intreccia alla mia e infila le mani sotto al vestito per stringermi le natiche. Spinge il bacino contro il mio, facendomi sentire quanto è eccitato.

«Vic...» cantilena esasperato, staccandosi dalle mie labbra.

Giocherella con la bretella del vestito mentre io lo stuzzico. «Mi hai fatto penare per una settimana», borbotta infastidito quando tolgo la mano da dentro i suoi boxer. Ah, giusto: il ciclo. «Scusa se per sette giorni al mese sono off-limits».

Victoria // Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora