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Saluto mamma e con Carlos mi avvio verso scuola. Non sospetta nulla nei confronti di Lando. Anzi, lui mi punzecchia per non perdere credibilità. Ah, se le mura della mia stanza potessero parlare!

«Perché non provi a spendere più tempo con Lola? Sembra una così brava ragazza», dice d'un tratto mio fratello.

«Sì, certo», rispondo distratta.

Lando è poggiato contro il muretto, stretto nella sua immancabile giacca di pelle e Converse. Charles gesticola mentre gli racconta qualcosa a me sconosciuto. Gli occhi di entrambi saettano nella mia direzione, sentendomi improvvisamente al centro dell'attenzione.

«La Johnson è un'arpia. 50 su 100 alla verifica di Matematica. Io, che sono così un caro ragazzo!» borbotta il migliore amico di mio fratello. «Be', potresti chiedere a Charles di darti ripetizioni», dico. Il diretto interessato serra la mascella. «Perché non me le dai tu, ciccia?»

Mi irrigidisco. Carlos gli lancia un'occhiata stranita mentre Charles si rabbuia.

«Non sono la persona adatta a darti ripetizioni in ambito scientifico», ribatto prima di essere acciuffata da Lola, la quale mi saluta fin troppo affabile.

Carlos arrossisce quando la nota ed è qui che capisco che i sentimenti sono ricambiati.

«Sì, lo so che sono stata fin troppo burbera», borbotta e mi tira verso il muretto di fronte.

«A quanto pare mio fratello ha una cotta per te». Lola scatta sull'attenti. «Tu dici?»

«Sì. È arrossito. Lo conosco, quando accade vuol dire che gli piace quella persona». Gli occhi di Lola si illuminano. «Dici che dovrò aspettare una sua mossa?»

«Siediti accanto a lui a lezione e non forzare troppo la cosa. L'essere innamorati, a volte, gioca brutti scherzi».

Lola annuisce, consapevole che non deve correre. Mio fratello è quel tipo che, se deve fare la prima mossa con una ragazza, la fa. Non mi ha mai parlato delle sue conquiste. D'altronde come poteva farlo visto il nostro rapporto?

La campanella suona. La prima ora di lezione è Matematica. Mi siedo accanto a Charles e gli sorrido. Il suo umore è cambiato a causa di quello scambio di battute con Lando. Anche lui si comporta in modo strano. Incredibile ma vero capisco per la prima volta un argomento di matematica.

Esco dall'aula per raggiungere gli armadietti. C'è un'ora buca perché manca la professoressa di Storia dell'arte. Qualcuno mi afferra il polso e la mia schiena finisce contro la porta del laboratorio di Chimica.

«Ma dico, sei impazzito?» sbotto davanti al ghigno divertito di Lando. «Può darsi».

Giocherella con qualche ciocca dei miei capelli, rigirandosele tra le dita.

«Ti avevo detto di essere discreto. Ciccia, eh?»

«Be', tuo fratello ci ha quasi scoperti quel giorno in camera tua, no? Dai, Vic, che fa se glielo diciamo?»

Massaggio le tempie e cammino per l'aula, adagiando la schiena contro la scrivania.

«Sono sua sorella e tu sei il suo migliore amico...»

«E quindi? La vita è tua. Decidi tu chi frequentare e con chi andare a letto».

Sbaglio, o oggi la sua voce è più roca del solito?

«Come sei persuasivo, oggi»

«Mmh, io direi di smettere di parlare», borbotta prima che le sue labbra si scontrino con le mie.

L'idea che qualcuno possa scoprirci mi eccita ancora di più. Gli circondo il collo, attirandolo a me mentre le sue mani sono fisse sui miei fianchi.

Pensare che qui, due anni fa, mi aveva dato della cicciona mi fa ridere. Oggi ci stiamo baciando. Ma la verità è che non ho cancellato gli anni costituiti di prese in giro e umiliazioni. Le ferite si sono rimarginate, certo, ma il rancore che provo per lui è ancora presente. Devo farlo innamorare di me e poi pungere il suo cuore con un ago fino a farlo sanguinare, così che capisca come ha ridotto il mio.

Victoria // Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora