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Fisso Londra avvolta nell'alba. Stanotte non ho dormito. O meglio, sono tre giorni che non riesco. Ripenso alle parole di Charles e al bacio, e a quello che Lando ha scritto su quel quaderno. Non so cosa fare.

So di provare qualcosa per il primo, ma se decidessi di interrompere la relazione con il secondo non potrei porre la parola fine al piano. Non so dove dividermi.

E io che pensavo che andare a letto con Lando avrebbe risolto metà dei miei problemi!

Ho speso questi giorni con papà. Siamo andati a pescare e abbiamo fatto colazione da Starbucks. Il lavoro gli toglie molto tempo, ma quando si tratta di me riesce a liberarsi. Se solo valutasse di lavorare da casa...insomma, è un noto avvocato e potrebbe saltare qualche giorno in studio, no?

Sospiro. Ho bisogno di correre. Indosso un leggings, un top e le sneakers e mi premuro di non fare rumore. Corro per qualche isolato. Percorro una stradina che porta al porto e mi blocco quando intravedo Pierre fare stretching. Indietreggio e, per sbaglio, calpesto un ramo. Il ragazzo si volta e impallidisce quando mi nota.

«Victoria!»

Non posso fare la codarda. Mi avvicino.

«Ehi»

«Che ci fai qui?»

«Avevo bisogno di schiarirmi un po' le idee...»

«È per quello che è successo a scuola qualche giorno fa?»

Scuoto la testa. «Charles mi ha confessato che gli piaccio». Pierre sa. Non è sconvolto. Prevedibile. «Tu lo sapevi?»

«L'ho sempre saputo. Sta soffrendo, Vic. Vederti con Lando gli fa male».

Vorrei provare empatia, ma non riesco. Ho trascorso anni senza di lui, rabbuiandomi in me stessa. Avevo bisogno di lui. Si teneva in disparte perché Lando glielo aveva imposto. Non ha badato alla mia sofferenza, ora dovrei preoccuparmi di lui?

«Ha Katie, no? Sta con lei. Anziché baciarmi e confessare i suoi sentimenti poteva trascorrere la serata con lei», affermo, arcigna. Pierre si massaggia le tempie. «Sei proprio stupida». Fa per andarsene ma gli afferro il braccio. «E tu sei un coglione»

«Uh, e sentiamo: perché sarei un coglione?»

«Perché anche tu hai lasciato che Lando mi umiliasse»

«Ancora con questa storia? Da bambini siamo tutti stupidi. Hai diciotto anni. Certe cose dovrebbero essere archiviate».

Le sue parole mi feriscono. Sul serio ho avuto una cotta per lui?

Scuoto la testa e gli do le spalle, pronta per tornare a casa.

«Stai sprecando il tuo tempo con Lando. Voglio che tu lo sappia».

In risposta gli dedico il dito medio. Chi si crede di essere?

Una volta a casa filo in doccia e mi preparo per andare a scuola. Consumo la colazione con mio fratello e i miei genitori. Carlos mi racconta di Lola e di come si sta evolvendo il loro rapporto. Sono contenta che vadano d'accordo e si trovino bene in presenza dell'altro.

Lando quasi non ci investe con la sua macchina per parcheggiare. Chiude la portiera, mette lo zaino in spalla e si dirige verso di me. Mi stampa un bacio sulle labbra e lo fulmino con lo sguardo.

«Che fai?»

«Ti bacio?» domanda retorico. «Ci stanno fissando tutti!»

Lando fa spallucce. «Quindi? Sanno che andiamo a letto. Non ti posso baciare?»

Scuoto la testa. Non riesco a decifrare l'espressione di mio fratello. Dovrebbe accettare il fatto che non sono più una bambina e posso compiere da sola le mie scelte.

Victoria // Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora