La figlia del vizir si girò e rigirò nel letto mentre il sudore causato dal gran caldo che ribolliva sulla sua pelle non le concedeva riposo. Non riusciva a prendere sonno, non trovava pace.
Se fosse morta anche lei non avrebbe dovuto patire tutto quel dolore. E in quel momento si ritrovò a pregare gli dei di esaudire il suo desiderio. Voleva morire.
Era stanca di vivere in quel modo, tormentata dal senso di colpa, inadeguata nel corpo che il tempo stava trasformando.Qualcuno ascoltò la sua preghiera.
Nella stanza si propagò una leggera corrente d'aria che fece danzare le tende che custodivano la porta.
Poi, improvvisamente, una forte sferzata di vento le spalancò mostrando una figura antropomorfa completamente avvolta dal buio.
"Forse il dio Hapi ha mandato uno dei suoi emissari dal cuore del Nilo per prendermi..." pensò Erdie guardando la creatura.
La scrutò qualche istante. Sembrava avere due grosse ali, anche se era difficile non scambiarle per semplici ombre. In tutta quell'oscurità si accesero due occhi rossi che strapparono un grido involontario direttamente dalla gola della ragazza.
La creatura iniziò ad avanzare verso di lei senza emettere neanche un suono. Sembrava un'ombra che emanava lampi di fuoco.
E sembrava volere proprio lei.Erdie iniziò a tremare, aveva paura. Credeva che quando sarebbe giunta la sua ora avrebbe accolto la morte a braccia aperte. Eppure non era così: l'istinto di sopravvivenza stava lottando per salvarla. Cercó di urlare, ma la voce parve morirle in gola, ogni parola non riusciva ad uscirle dalla bocca.
Quando un fascio di luce lunare colpì la creatura durante la sua avanzata la ragazza ne rimase incantata. Non era un mostro colui che aveva davanti. Era un dio con il viso più bello che avesse mai visto.
La corrente d'aria non si era ancora placata e il vento, che sembrava provenire dall'uomo, gli faceva ondeggiare le ciocche lisce di capelli intorno al viso. Erano di un colore che lei non aveva mai visto: grigi con splendenti riflessi blu. Sì, poteva solo essere un dio.
L'incanto della vita durò pochissimo. Senza riuscire a notare dei movimenti si ritrovò inchiodata al muro con i polsi stretti fra le dita dell'uomo.
Quegli occhi accesi erano a pochi centimetri da lei permettendole di sentirne perfino il calore.
La creatura le stracciò l'abito, lasciando nudo il suo giovane corpo.
Ebbe paura che volesse abusare di lei, ma non sembrava quello il suo intento.
Quella creatura voleva il suo sangue.L'addentò e finalmente la ragazza riuscì a strillare.
***
Il sangue rimasto ad Erdie quando si ritrovò al suolo era pochissimo e lo percepiva.
Provava una sete devastante causata dall'inaridimento del suo corpo e un dolore lancinante si nervi del collo.Voltò il capo e vide Krio che giaceva al suolo con la gola distrutta e gli occhi vuoti, spalancati.
Era morta, era evidente, eppure continuava a pronunciare il suo nome nonostante la voce fosse solo un rantolo.La creatura sembrava soddisfatta. Si chinò avvicinando il suo collo alla bocca della ragazza distesa al suolo agonizzante. Con le unghie si ferì la gola lasciando che alcune gocce di sangue gocciolassero vicino alla bocca semiaperta di Erdie.
Una le scivolò nella bocca.La ragazza sentì il cuore perdere un colpo e quella ferita grondante di sangue occupò la sua mente e la sua vista. Se ne cibò, attaccandosi alla carne bianca della creatura e bevendone tutto il sangue che riusciva a succhiare.
Continuò finché non le sembrò prendere fuoco dall'interno.E così morì anche lei.
La creatura la prese fra le braccia, ma prima che potesse volare via entrò Imhotep. Il vampiro si voltò e guardò l'uomo che lo fissava a sua volta con gli occhi sbarrati.
«Ti prego lascia mia figlia» lo implorò con le lacrime agli occhi. «Ti darò tutto ciò che vuoi in cambio! »
«Quando nacquero ti dissi che sarei venuto a prenderle» così concluse e volò via.
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Fiore di sabbia. Gli albori
Vampire𝓟𝓻𝓲𝓶𝓸 𝓵𝓲𝓫𝓻𝓸 𝓭𝓮𝓵 𝓹𝓻𝓮𝓺𝓾𝓲𝓮𝓵 𝓭𝓲 𝓕𝓲𝓸𝓻𝓮 𝓭𝓲 𝓢𝓪𝓫𝓫𝓲𝓪 (in revisione) Tratto dal libro: "Tutto il paesaggio era immerso nel rosso di un tramonto spettacolare, sarebbe stato l'addio migliore che Mine potesse darle. «Credi c...