🪲Trentaquattresimo capitolo 𓂀

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Basso Egitto, 2589 a. C.

Il bambino benedetto da Erdie crebbe in fretta. Intanto il padre al governo regalava sempre più doni al suo popolo come un'intera città sacra fatta di piccole piramidi.  

Il tempo tuttavia non fu clemente con lui e lo consumò troppo in fretta portandolo alla morte. Il Lord pianse internamente la dipartitadel suo caro amico giurando di mantenere vivo il suo ricordo per sempre.

Dopo settanta giorni di accurata mummificazione, il corpo del faraone era pronto per tornare in vita e raggiungere gli dei. Il Lord aveva portato con sé anche Erdie per assistere alla cerimonia di risurrezione che avrebbe consentito al faraone di vivere in eterno come divinità tra le stelle.

Il cadavere era stato disseccato e nel suo ventre restava ormai soltanto il cuore, il fulcro dei sentimenti e della conoscenza. Ogni altro organo era stato asportato e imbalsamato.

La secchezza di quel muscolo tornò ad essere apparente carne viva e pulsante; il corpo si ricoprì dell'anima, il Ba, che sembrava donare vita alla salma di quello che era stato un potente faraone. Le dita eteree stringevano tra le mani la copia astratta del papiro su chi vi era scritto il suo nome, documento indispensabile per essere riconosciuto. Senza un nome non si è realmente vivi neanche quando il cuore pulsa vita, non si può essere umani poiché non si possiede un destino.

Un'immensa luce sommerse la sala dell'imbalsamazione riempiendo di purezza anche i due vampiri che rimasero impressionati.

Lo spirito di Snefru si alzò insieme al suo cuore pulsante, senza perdere il suo nome; sorrise al suo unico amico sincero e scomparve dentro le grandi porte dell'aldilà.

Nella sala cadde il più assoluto silenzio. Erdie non aveva mai assistito ad un avvenimento del genere e la cosa le aveva inferto una lama di terrone nel cuore. Se fosse ancora in vita solo perché la sua anima era rimasta intrappolata nel corpo? Se questa fosse volata via d'improvviso avrebbe smesso di esistere?

I sacerdoti, dopo solo pochi istanti, incominciarono a fasciare il corpo come se ciò a cui avevano appena assistito fosse qualcosa di consueto e assolutamente ordinario.

Mentre osservava inerme la fasciatura si chiese dove fosse il Ka di Mine, la sua forza vitale. Un corpo non integro non aveva diritto a varcare le porte dell'aldilà poiché non era degno di presenziare dinanzi agli dei. Probabilmente era anche per questo che se lei si esponeva ai raggi del sole il suo corpo diventava cenere. Ra, il sole, non la riconosceva come sua creatura.

Ma che potere avrebbero comunque potuto avere su di lei gli dei? Se mai un giorno anche lei fosse morta davvero avrebbe mai avuto il diritto di far pesare il suo cuore?
Non riusciva a credere del tutto alle parole di suo padre secondo cui la morte non li avrebbe mai toccati: loro non avevano limiti.

Snefru era ormai avvolto completamente da amuleti e bende. Il giorno dopo si sarebbe tenuto il funerale dove tutti sarebbero stati sollevati dal lavoro.
Solo Erdie non avrebbe potuto partecipare al corteo funebre poiché il sole era il suo limite.

Solo Erdie non avrebbe potuto partecipare al corteo funebre poiché il sole era il suo limite

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