Era ormai notte inoltrata. Erdie era nel suo letto, l'aria era fresca, ma la ragazza sudava comunque, tormentata dal suo incubo.
Si trovava in quel regno freddo e bianco, il pianto di quella bambina l'aveva guidata lì come sempre.«Portami via di qui ti prego! » le gridò disperatamente, la voce intrisa di pianto.
«Certo, ti porterò via di qui, piccola» le disse abbracciandola forte a sé.
«Me lo promettete sempre, ma alla fine mi lasciate sempre qui».Quella frase, come tutte le volte, suscitò il ricordo della trama del sogno. A breve lei sarebbe scomparsa, abbandonando la piccola in quel luogo; come faceva sempre anche sua sorella Mine.
«Gli dei solo sanno quanto vorrei strapparti da questo posto. Ma non so come fare».
Erdie era disperata, si sentiva impotente e affranta. Dover lasciare quella bambina in quel luogo era sempre una cosa terribile.«Quella creatura è tornata...» disse improvvisamente la bambina, alzando gli occhi al cielo come se qualcosa in quel bianco sconfinato avesse catturato la sua attenzione.
«Di cosa stai parlando? »
«Colui che quel giorno vi uccise e condannò me a vivere qui! »La bambina gridò ed Erdie si svegliò di soprassalto dal letto, gli abiti talmente inzuppati di sudore che li avrebbe potuti strizzare.
Tremava, sentendo ancora quelle urla intasarle le orecchie ed echeggiarle nella mente.
Poi sentì un pianto, ma questa volta non aveva nulla a che fare con quel sogno.Mine era abbracciata a suo padre, piangeva con una disperazione che non le aveva mai visto sul viso e Krio singhiozzava sommessamente accostata al muro bianco.
«Cosa sta succedendo? » domandò Erdie confusa.
La sorella si voltò verso l'altra, gli occhi rossi, le guance inondate di lacrime.
«Akerat. L'hanno trovata morta questa notte» le disse suo padre, la voce tremante che cercava di controllare con ogni mezzo. La ragazza si staccò dal padre e corse dalla sorella, stringendola forte senza però essere ricambiata.Per Erdie fu come ricevere una secchiata di acqua gelida, la respirazione si era fatta pesante e la testa le stava scoppiando. Si tolse di dosso sua sorella, ma le gambe non la ressero e cadde a terra. «Ditemi che non è vero...» disse appena.
Imhotep si avvicinò ad Erdie, si inchinò alla sua altezza e la afferrò amorevolmente per le spalle. «Mi dispiace immensamente... Non puoi neanche immaginare quanto. Akerat è stata...» gli mancarono le parole, perciò decise di voltare semplicemente il capo da un lato, per impedire ai suoi occhi di lacrimare. Lui era il capo famiglia, non avrebbe mai dovuto piangere per la morte di una schiava.
«Come... Come è morta padre! Ditemelo! »
« È stata trovata sul tetto di un'abitazione in fango» raccontò Obeison, con la durezza di un soldato. «Era completamente smembrata».«Ma l'ho fatta ricomporre» spiegò Imhotep alzandosi da terra «Potrà vivere serena nei campi di giunchi perché il suo corpo resterà intatto».
«Che gli dei la proteggano nella Duat...» recitò Mine, asciugandosi gli occhi con una stoffa.Le due ragazze dovettero insistere molto per convincere il loro padre a portarle dal corpo di Akerat, dopotutto la donna era stata come una madre per loro.
Si tennero per mano mentre la guardavano nella vasca della purificazione.
La ferita che spiccava maggiormente era lo squarcio sul collo, da cui era visibile la carne cruda da cui fuoriuscivano le ossa della cervicale, poi vi erano le braccia piene di lividi e gonfiori, segno che doveva aver vissuto abbastanza per permettere al suo corpo di reagire alle ossa fratturate.Tutto faceva pensare all'attacco di un leone che spaventò tutta la popolazione, conscia che i grandi felini non si avvicinavano mai così tanto al centro abitato.
Mine invece sapeva che non era stato un animale a farle quello, inconsciamente sapeva bene che era stata quella creatura ad uccidere la donna, ma ancora una volta non trovò il coraggio di parlare.
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Fiore di sabbia. Gli albori
Vampire𝓟𝓻𝓲𝓶𝓸 𝓵𝓲𝓫𝓻𝓸 𝓭𝓮𝓵 𝓹𝓻𝓮𝓺𝓾𝓲𝓮𝓵 𝓭𝓲 𝓕𝓲𝓸𝓻𝓮 𝓭𝓲 𝓢𝓪𝓫𝓫𝓲𝓪 (in revisione) Tratto dal libro: "Tutto il paesaggio era immerso nel rosso di un tramonto spettacolare, sarebbe stato l'addio migliore che Mine potesse darle. «Credi c...