🪲Decimo capitolo 𓂀

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La sera la cerimonia si svolse allo stesso modo della precedente, ma con una piccola diversità.

Imhotep era stato informato della decisione di Erdie ed Hesyra di sposarsi e ne fu oltremodo lieto. Il ragazzo sarebbe diventato capo degli scribi reali, un ottimo partito con cui istaurare legami di parentela.

Era un ragazzo di diciannove anni, dalla corporatura un po' esile e la pelle dello stesso colore degli scorpioni del deserto, non troppo scura né troppo chiara. Occhi neri e vivaci e un naso importante.

In onore al fatto che si sarebbero presto imparentati, Imhotep gli concesse di camminare subito dopo la statua del dio Hapy e prima degli uomini che personificavano gli spiriti del fiume.

Durante tutta la cerimonia, Mineptah sembra assente. Non riusciva a non pensare che a breve avrebbe il rivisto il suo Hapy, e con lui avrebbe dimenticato lo sconforto che il sogno di quella notte le aveva lasciato.

Ore prima dell'alba, quando le cicale ancora cantavano, i due ragazzi si ritrovarono al vecchio pozzo.
Entrambi si sentivano dipendenti l'uno dall'altra, dai loro abbracci e dai loro sospiri, quei contatti così dolci che li univano ogni istante.

«Mine sembri un po' triste questa sera, va tutto bene? » le domandò lui, scostandole una ciocca di capelli della parrucca dalle labbra.

«Tutto bene, a parte il sogno che tormenta me e mia sorella da quando siamo piccole».
«Sì, me ne parlasti. Lo hai rifatto? »
«Già, la scorsa notte. Ma questa volta è stato un po' diverso. Prima che scomparissi quella bambina mi ha detto solo: "la creatura è tornata"».

Hapy cercò di dare una spiegazione a quella frase, ma invano. «Avete pensato a come ritrovare quel corpo? »
Mine scosse il capo. «Non riusciamo a capire neanche che luogo sia quello in cui finiamo. Sembra un mondo strano, fatto di vetri trasparenti e più freddi delle notti nel deserto nella stagione di Peret. Ed è pieno di anime sussurranti, come la Duat».

Hapy rimase ancora una volta turbato dalla descrizione di quel luogo. La ragazzina aveva appena cercato di spiegare come fosse un mondo ghiacciato che nella realtà non aveva mai potuto osservare. Fin dalla sua nascita era sempre stata avvolta dalle sabbie calde del deserto.

«Ora che siamo insieme, però, non voglio vederti triste...» le sussurrò baciandole dolcemente le labbra e scorrendo le mani sui suoi fianchi; più con tenerezza che con lussuria.
«Come potrei essere triste se sono con te?»

Le labbra carnose di Hapy scesero sul mento della ragazza, poi sul suo collo, mentre lei si aggrappava a lui mordendosi il labbro per non sospirare troppo forte.
«Ora stai meglio? » le mormorò all'orecchio.

«Forse starei meglio se tra noi non ci fosse solo questo...» gli disse sospirando, con la voce rotta dal battere troppo forte del suo cuore.
Al sentire quelle parole Hapy si bloccò. L'imbarazzo lo fece tentennare, la paura di comprendere il significato di ciò che Mine gli avesse detto gli rendeva difficile pensare.

«Vorresti...»
«Sì, vorrei unirmi a te come gli dei si uniscono tra loro» lo interruppe. Poi gli prese il viso tra le mani, preda di un'euforia a cui non riusciva a dare nome.
I loro cuori battevano così forti da essere uditi dall'esterno, i loro respiri si univano tremanti.
Nessuno dei due si era mai concesso ai piaceri della carne, eppure, nonostante la sgraziataggine di quella prima vera esperienza, riuscirono a liberarsi degli abiti senza smettere di baciarsi.

La natura agiva attraverso i loro corpi, lasciando che entrambi si unissero carnalmente come amanti.
Forse stavano sbagliando, forse stavano commettendo un errore più grande di loro. Eppure quello fu un momento meraviglioso, l'apoteosi che entrambi stavano cercando.

Si ritrovarono nudi e abbracciati fra la sabbia e i loro abiti. Impolverati, sudati e felici.
«Credo che non ci sia cosa più bella di questa» le aveva detto lui, arrotondando il viso nell'incavo del suo collo.
Lei lo strinse di rimando, godendo di quegli ultimi momenti con lui. Istanti meravigliosi che duravano troppo poco.

Era stato meraviglioso.

***

«Hesyra abiterà con noi dopo il vostro matrimonio? »
Le due sorelle erano entrambe nel letto. Mine preferiva indagare sulla vita sentimentale della sorella piuttosto che ricordare con nostalgia le labbra di Hapy sulla sua pelle.

«Papà ha parlato con lui e hanno deciso che la cerimonia si terrà la prossima stagione, quando anche i campi saranno in germoglio. Poi andremo tutti a vivere ad Iunu» concluse il discorso battendo le mani come una bambina felice.

Mine continuò ad assistere alla felicità della sorella, conscia che quel matrimonio sereno non si sarebbe ripetuto anche per lei: suo padre non le avrebbe mai permesso di sposare Hapy.

Quella notte le ragazze, seppur per motivi diversi, chiusero gli occhi con difficoltà.

Quella notte le ragazze, seppur per motivi diversi, chiusero gli occhi con difficoltà

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