🪲Trentasettesimo capitolo 𓂀

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Quella stessa notte il Lord era stato trattenuto da una donna che sembrava aver superato la cinquantina e che era riuscita a convincere l'immortale a seguirla fuori dalla città; la dove la sabbia divorava il resto della terra.

L'anziana donna era la regina madre Hetepheres, colei che aveva dato alla luce il faraone in carica. Era avvolta da un mantello in lana, che le copriva anche il cranio allungato, lasciandole solo il viso scoperto. Gli occhi della donna fissavano l'uomo imponente davanti a lei senza temerlo, nonostante il Lord fosse incredibilmente più alto e massiccio. Lui e sua figlia spiccavano soprattutto per quello: la loro altezza fuori dal comune.

«Adesso siamo abbastanza lontani dalla città. Parla in fretta donna».
Quando il vampiro si voltò e incontrò gli occhi scuri della regina notò che trapelava un'arroganza di cui non riusciva a spiegarne il motivo. Quando era ancora in vita e suo marito Snefru era un amico intimo del vampiro, non aveva mai osato guardarlo con tanta sfrontatezza.

«Sono qui per proporti uno scambio».
«Uno scambio...» fece eco l'immortale. «Cosa potresti mai darmi che non ho già?»
«Credo sia giusto raccontarti dall'inizio ciò che evidentemente è sfuggito ai tuoi occhi. Mio figlio ha conosciuto un mago giorni addietro, quando si è recato ai confini del nostro regno. Ed io ero con lui. Khufu gli ha domandato dove potesse trovare la chiave per i templi di Thot».

Gli occhi del vampiro si spalancarono. I templi di Thot erano il nome di cose che dovevano restare all'oscuro dell'umanità e il Lord era certo che mai più avrebbe sentito parlare di una di quelle chiavi.
Deglutì, quella donna adesso aveva tutta la sua attenzione.

«So che conosci questo mago. Si chiama Gedi».
Quel nome lo sorprese. Era ancora vivo.
Lo aveva conosciuto più di un secolo prima, quando mise piede per la prima volta della terra di Kemet ed era entrato nel santuario del dio Amon. Lì vi era l'oracolo del dio che parlava attraverso la bocca di un uomo che affermava di poter dare risposta ad ogni quesito.

Il vampiro ne fu attratto e gli domandò dove sarebbero nate le gemelle che portavano in loro il cuore pulsante della terra perduta e che per millenni lui aveva cercato errando per il pianeta.

E così fu. Gedi gli diede la risposta, indicandogli il giorno e il luogo della loro nascita.
«Ero certo fosse già morto».
«Evidentemente no. Però ha risposto alla domanda di mio figlio: gli ha detto che ciò che cerca si trova nell'antico tempio costruito dal sommo Imhotep a Iunu».
Il Lord imprecò e maledì quell'uomo con ogni fibra del suo corpo.

La donna non gli diede il tempo di dire altro. «Per tua fortuna ho avuto l'onore di parlare prima io con quell'uomo. Da qui ne viene lo scambio che volevo proporti».
«Qual è questo scambio?»
«Vorrai certamente mettere al sicuro il segreto del tempio e so che tu non potrai mai aprire il tempio senza l'amuleto».

Quella donna sapeva molto, ed era un pericolo per lui. Temeva che avesse potuto scoprire anche l'unico punto debole di un vampiro Originario. E forse sì, lo sapeva: l'unico motivo per cui non poteva fare a pezzi il tempio e prendere ciò che gli serviva era perché quella camera sotterranea possedeva spesse pareti in argento. Imhotep aveva usato un'antichissima costruzione già esistete per erigere il suo tempio.

L'amuleto gli avrebbe permesso di aprire le porte senza entrare a contatto con quel metallo per lui mortale.
«E io so dov'è» disse sfrontata.
«L'ho cercato per millenni, come posso essere certo che non sia un comune cimelio? »
La donna sorrise, aumentando i solchi delle sue rughe. «Perché non è un cimelio, ma un minerale viola come l'alba e trasparente come l'acqua. E sopra vi è inciso il simbolo di Atlantide: la torre avvolta da sei cerchi».

Il vampiro la afferrò saldamente dalle spalle

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Il vampiro la afferrò saldamente dalle spalle. «Dimmi dov'è! O costringerò la tua mente a farlo!» le ringhiò contro.
La donna sorrise scaltra. «Conosco le tue abilità. Gedi mi ha dato l'amuleto e anche la capacità di chiudere la mia mente. È incredibile come gli uomini si facciano sottomettere da un corpo femminile. Gli è bastato guardare mia figlia per accordare qualsiasi mia richiesta pur di averla» spiegò con noncuranza.

Il vampiro però tentò ugualmente di possederne quella mente, trovando però un alto muro che respingeva il suo potere.  Capì che Gedi in qualche modo doveva aver avuto dei rapporti con gli elfi, forse era dovuto a quello il suo legame con gli dei.

«Ora veniamo allo scambio» parlò con risolutezza l'anziana donna «Rendimi come tua figlia e io ti donerò l'amuleto».

Il Lord rimase in silenzio qualche istante. Valutò anche l'ipotesi di torturarla, ma era cosciente che l'orgoglio delle donne egizie era leggendario: sarebbe morta piuttosto che parlare. E morire avrebbe significato perdere nuovamente le tracce di quell'amuleto.

Doveva acconsentire a quel desiderio, certo del fatto che quella donna senza una guida non sarebbe sopravvissuta per molto tempo. Un vampiro appena nato senza qualcuno che lo guidi, è destinato a morire presto.

«Va bene donna. Verrai trasformata. Ma dopo che mi avrai dato l'amuleto dovrai sparire».
Il patto era stato concluso. Il vampiro portò la donna nella sua piramide a Dahshur dove la svuotò del suo sangue e le donò il suo.
Diventando un vampiro avrebbe spezzato qualsiasi cosa le rendeva la mente uno scrigno impenetrabile.         

Note autore•••••••Per la rubrica "ma a me che importa" volevo approfondire un dettaglio

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Note autore•••••••
Per la rubrica "ma a me che importa" volevo approfondire un dettaglio. La pietra di cui è fatta la chiave del tempio è la stessa che si trova nelle caverne di cui parlo nel libro "Fiore di sabbia, Marea". Ovvero le mitiche grotte degli alchimisti di Torino.

Questa è una parte totalmente inventata, non so cosa ci sia in quelle grotte e non penso Imhotep (quello storico) conoscesse davvero Atlantide e i suoi segreti. Anche se, chissà... alla fine la leggenda di Atlantide parte dall'Egitto.

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