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Dopo essere andati in bagno ed aver mangiato uno yogurt, si sistemarono sulle panche degli spalti ad attendere l'inizio dell'ultima parte di quegli incontri. Sarada pareva tranquilla, ma solo lei poteva sentire i turbamenti che le guizzavano tra i pensieri. Era abituata ai lividi fatti in allenamento, ma quel Jim sembrava spietato, e questo le faceva mancare l'aria. Guardò la pesca che teneva in mano mentre suonava la campana di inizio, pensando se avesse tempo di prendere un altro morso. Mentre scendeva dagli spalti, riflettè sul fatto che, molto probabilmente, lui avrebbe cambiato stile d'attacco per non risultare prevedibile. E fu proprio così-

Sarada, con un sorrisetto compiaciuto, osservò il suo avversario entrare nel campo e, sempre ridacchiando per spezzare la tensione accumulata sulle sue spalle, lo vide avventarsi su di lei come un orso. L'afferrò per i capelli e gli sferrò una ginocchiata nel ventre, poi con lo sguardo acceso d'ira, come se si fosse scordato di essere ad un torneo, gli strattonò la testa verso il ginocchio, e gli diede un pugno in pieno viso. Il tutto accadde così tanto velocemente che lei non riuscì a passare abbastanza in fretta dalle risa allo sbigottimento. Il suo avversario si fermò quando sentì il suo grido, ed il rumore di qualcosa che si rompeva. Mitsuki corse davanti al perimetro mentre decretavano Jim vincitore, ed i paramedici accompagnavano la ragazza a sedersi. Quando lo intercettò, lei lo congedò con una mano, sorridendo e mostrando la bocca piena di denti sanguinolenti.

Mitsuki si sentì fremere dalla rabbia. Corse in fondo al perimetro per fare riscaldamento nel momento in cui i giudici decretavano l'ultima pausa prima del vero e proprio scontro definitivo. Guardò fuori dalla grande finestra che ricopriva tutta la parte alta di una delle pareti. Le stelle gravavano sulla città così vicine ma anche così lontane. Doveva vincere, se lo ripeteva mentre distendeva i muscoli.

"Komorebi di certo sarà ancora sveglio, quando avrò fatto andò a salutarlo." Decise, dirigendosi verso il centro del perimetro non appena la campana suonò di nuovo, una rinnovata grinta aveva sorpassato la rabbia ed il desiderio di vendetta. Fece lunghi respiri, le spalle gli tremarono leggermente, strinse i pugni. La campanella decretò l'inizio del combattimento.

Mitsuki si avvicinò all'avversario lentamente, guardandolo di sbieco, le mani lungo il pantaloncino. Jim si fece avanti e lui scattò, prima un piede per darsi lo slancio, poi l'altro contro il petto per darsi un'altra spinta e sferrare il vero calcio laterale dritto sulla sua faccia. Lui affondò i talloni nella gomma, si rifiutava di cadere. Mentre Mitsuki si faceva leggermente indietro, Jim sferrò anche lui un calcio laterale, che il ragazzo bloccò gomito contro ginocchio, per poi colpirlo all'addome. Il suo avversario poteva anche conoscere i punti di pressione, ma non era l'unico. Colpita la parte non protetta da ossa, Jim cadde in ginocchio, ma lui non gli diede il tempo di fare neanche quello. Si portò il suo braccio destro oltre la spalla e colpì le scapole, facendolo accasciare al suolo.

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