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Il giorno successivo, con i capelli spostati a coprire un occhio, il ragazzo uscì da scuola ed andò a comprare alcuni oggetti che gli sarebbero serviti ad un progetto. Si diresse quindi nel suo quartiere, ed andò nel luogo in cui si era incontrato con Acquamarina, puntuale egli arrivò. Il ragazzo era di spalle, così Acquamarina decise di avvicinarsi con fare tranquillo come suo solito.

<<Seguimi.>> disse, facendolo sobbalzare leggermente. Una parola simile, da uno sconosciuto, lo fece riflettere qualche secondo. Osservando il ragazzo riusciva a sentire qualcosa, si fidava. Quindi lo seguì.

Camminarono per un po', dapprima lungo le strade affollate, poi si allontanarono dal villaggio lungo un sentiero di campagna, arrivarono quindi ad un tratto circondato dagli alberi, dal quale si poteva accedere ad una radura, in quel luogo si trovava alcuni ragazzi e ragazze. Lui si fermò, e di conseguenza fece anche Acquamarina, che si voltò per osservarlo.

<<Cosa c'è che non va?>> gli chiese, guardandolo negli occhi con espressione preoccupata. Il ragazzo guardò il terreno.

<<Ci sono altre persone.>> rispose. Acquamarina si voltò per osservare la radura, dopodichè tornò a guardare il ragazzo .

<<Non preoccuparti, sono miei amici. Ti aiuteremo ad imparere delle tecniche.>> Il ragazzo alzò quindi lo sguardo ed allungò una mano verso di lui, prendendogli la manica della maglietta, come a dire "mi fido". Ripresero a camminare, dopo qualche passo, avanzando verso i ragazzi, Acquamarina gli prese la mano, stringendola un poco per farlo tranquillizzare. Il ragazzo inizialmente fu sorpreso, meravigliato, dopo di che fece finta di nulla. Tuttavia, quando si avvicinarono ai ragazzi, gliela strinse un pochino, così lui fece altrettanto. Quando il gruppo riconobbe l'amico, un ragazzo biondo incominciò ad avvicinarsi.

<<Mitsuki!>> chiamarono. Il ragazzo conobbe quindi il nome di Acquamarina.

<<E' il tuo ragazzo?>> chiese qualcuno. Lui fece per lasciare la mano, tuttavia Acquamarina, Mitsuki, non la lasciò, anzi strinse ancora un po', finchè non arrivarono di fronte al ragazzo biondo.

<<No. Lui è un mio amico.>> disse tranquillo.

<<Piacere di conoscerti! Io sono Boruto, come ti chiami?>> chiese il ragazzo che si era avvicinato. Lui non aveva fatto caso ad una cosa: ne lui ne Mitsuki si erano ancora presentati, di fatti continuava a chiamarlo Acquamarina, il soprannome che gli aveva dato.

<<Komorebi, mi chiamo Komorebi. Piacere di conoscerti.>> disse timidamente. Quella situazione così nuova lo rendeva molto nervoso, tuttavia accanto a lui c'era Mitsuki, e di lui si fidava, anche se ancora non sapeva spiegarsene il motivo, quindi andava tutto bene. Quando arriarono davanti al gruppo di ragazzi, allontanarono le mani.

<<Ragazzi, lui è Komorebi, un amico di Mitsuki, da ora anche mio!>> disse Boruto felice. Tutti lo salutarono, presentandosi. Komorebi, dopo tanto tempo, sorrise davvero.

I ragazzi si presentarono con sorrisi sinceri, non come lui aveva temuto.: Sarada, Shikadai, Iwabei, Chocho, Inojin.

<<Come mai non sei alla scuola di lotta?>> chiese Chocho.

<<Io... non ho scelto io la scuola. Una qualunque andava bene.>> rispose imbarazzato.

<<Mitsuki ci ha detto che vuoi imparare delle tecniche di combattimento.>> disse Boruto, indagando. <<Io vorrei diventare forte. Vi ammiro per questo.>> confessò. Mitsuki pensava che c'era qualcosa che non voleva dire, qualche segreto di cui forse si vergognava, tuttavia non disse nulla. Incominciarono con una corsa di riscaldamento, mentre chiacchieravano.

AcquamarinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora