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Il sapore del sangue era forte, Komorebi si portò una mano alla bocca, osservando il colore rosso sporcargli i vestiti. Il dolore quasi non lo sentiva più, era tutto un orrendo, quotidiano ricordo. Lo schiocco del pugno contro la mascella non lo fece retrocedere, anzi aumentò la sua rabbia. Tuttavia non poteva fare nulla, ancora, non era ancora forte. L'uomo uscì dalla stanza, lasciandolo solo. Il ragazzo sedette a terra nell'esatto punto in cui si trovava, lo sguardo perso nel vuoto.

Avrebbe voluto fare di più, avrebbe voluto contrastarlo, fargli vedere che quell'atteggiamento era sbagliato. Si sentiva invece così inutile, così vulnerabile, così spaventato. Quella sera pianse, come faceva di solito. Nonostante quella fosse stata una bella giornata, e si fosse ripromesso di non piangere, facendosi forza con il tempo passato insieme a Mitsuki e ai suoi nuovi amici. 

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