Capitolo 2

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Ieri c'è stato il funerale di Pietro, ho cercato di stare il più possibile vicino a Rosa in questi giorni perché vederla in questo stato mi fa stare male.
Oggi io e lei dobbiamo però trovare un modo per riuscire a far arrestare Rosa e evitare il trasferimento di Edo, infatti siamo davanti casa dell'avvocato.
<ma quann arap sta sfaccim e port?> dico stufata.
Nemmeno il tempo di finire la frase che finalmente la porta si apre e mostra la figura dell'avvocato. Lo odio giuro.
<Rosa, Anna, accomodatevi.> dice ironicamente, che odio.
<avvocà amm apparà stu guaj, chill nfam e Mimmo è trasut p fa fujì Eduard e po l'ha vnnut ai Di Salvo.> dico incazzata.
<guardiamola da un'altro punto di vista, se Edoardo fosse scappato a quest'ora sarebbe morto, meglio Poggioreale no?> ma è stupido?
<e c cagn avvocà? a Poggioreale comandano i Di Salvo e p llor sarà nu scherz a llo fà accirr, e vuje nun l'ata permettr.> dico all'avvocato
<ata truà o mod e nun fa trasferì Eduard e a me chill e m fa arrestà, è arrivat o moment ca Wanda Di Salvo capisc c significa vrè o sang soje nderr.> continua Rosa
<per quanto riguarda evitare il trasferimento di Edoardo basterà ungere le persone giuste ma ce la posso fare, invece tu ragazzina lascia stare, per finire al minorile dovresti commettere un reato grave e non credo Don Salvatore ne sia contento, lascia stare.> dice l'avvocato, da un lato ne sono contenta dall'altro credo che sia in un pasticcio, Rosa lo sta fulminando con lo sguardo.
Incrocia il mio sguardo mentre l'avvocato fa colazione, prende una pietra da sopra il tavolo e gliela sbatte sulla mano facendogli emettere un urlo di dolore.
<IJ SO ROSA RICCI, E TU C CAZZ SIJ P M RICR CHILL C'AGGIA FA? EH?> la amo giuro.
<jammuncen.> si rivolge a me ora.
<ua faje paur Rò, chill se cacat sott.> dico ridendo non appena uscite da quella casa ricevendo una risata dalla mia amica.
<mo c'amma fa?> le chiedo.
<chiamm a Salvo, aggia trasì rint all'IPM.> mi dice e così faccio

<Annarè, comm staje pccrè?> mi chiede Salvo una volta arrivate da lui. Salvo è mio cugino, è più grande di me e mi ha sempre protetta da tutto e tutti da quando Edo è all'IPM. Gli voglio bene come se fosse mio fratello. Gli devo tutto.
<vita mi, vac annanz, tu?>
<s va annanz, uaa Rosa Ricci, i miei saluti, Don Salvatore? C dic, novità?> chiede a Rosa che risponde con un segno di negazione e dispiacere.
<e Ciruzziell?> chiede a me per spezzare il silenzio.
<sta a cas ca nonn.> dico di fretta per passare al dunque.
<sient Salvo so vnut a m piglià cert cos p Eduard.> gli dico
<ossaje pccrè, sij a casa toje.> mi dice, lo amo.
<o vonn trasferì i ruoss e hann suspes e visit.>
<eh chist è nu problem, sij Eduard va a Poggioreale per lui è finita, là dint comandano i Di Salvo.> si rivolge soprattutto a Rosa dopo aver detto l'ultima parola.
<appunt, i Di Salvo hann avè na lezion.> dice proprio lei. Salvo le sorride soddisfatto.
<Cucciolo.> Salvo chiama uno dei tre ragazzi che ci stavano fissando da quando siamo arrivate, non ci avevo fatto caso, il più piccolo dei tre deve avere la mia età, è proprio bello. Credo mi abbia colto in fragrante a fissarlo e stiamo mantenendo un contatto visivo a dir poco stupendo.
<pccrè chist nun è na pazziell.> a interrompere i miei pensieri è la voce di Salvo che passa una pistola a Rosa. Sono pronta a prendere il telefono in mano per chiamare la polizia per attuare il piano. Rosa spara. I ragazzi si buttano preoccupati su Salvo.
<pront? c sta nu guajion stis nderr, ha sparato Rosa Ricci, na question e corn.> sorrido alla mia amica.
<buon sangue non mente, sij a degna sor e Ciro Ricci.> dice Salvo fiero e lei gli manda un bacio.
<cor mi, scus p sta sceneggiat ma ossaje, ess addà trasì rint all'IPM, vuò ca t chiamm n'ambulanz?> dico a Salvo, mi dispiace tanto che per entrare al minorile Rosa abbia dovuto sparargli.
<pccrè sto buon nun t preoccupà.> mi sorride
<vabbuò, c vrimm, jannuncen, cia ammor mij.> salutiamo Salvo e andiamo a casa. Sto ancora pensando a quel ragazzo riccio, dovrà avere quindici anni, credo.
<Rò, ma chill guajion nun è blill?> chiedo alla mia amica.
<a me nun m piac, po è pccrell.> lei è un anno più grande di me quindi effettivamente si, è piccolo per lei.
<ma t piac?> mi chiede con quel tono scherzoso.
<ma quann maje, è nu bell guajion ma nun m piac.>
<vabbuò amò, vac all'ospedale da patm, sij m'arrestn t salut mo, e vienm a truà strunz.> mi da un bacio sulla guancia.
<ciao amò, t vogl ben.> le dico
<pur ij, ossaje.> esce di casa.


questo è il secondo capitolo, il primo incontro, tra qualche capitolo inizierò a farli più lunghi, questi ora sono abbastanza di passaggio.
🫶🏻

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