Capitolo 21

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Pov's Micciarella
Sono in questa macchina da solo qualche minuto e mi sento già soffocare.
Apro lo specchietto per potermi guardare i capelli e mi ritrovo una foto di me, mio fratello e mamma insieme, istintivamente chiudo subito.
<per adesso sto prendendo solo un rimborso spese ma se tutto va bene, tra un anno mi assumono.> dice lei.
<un anno? piens e rurà accussi assaje?> chiedo meravigliato.
<Lele, lo so che non mi credi, ma stavolta ci sto provando veramente.> risponde, lo ha sempre detto ma mai fatto veramente.
<ah si? come quando vendesti l'oro della comunione? o quando con l'amico tuo mi avete rotto il braccio?> chiedo pensando ai momenti più brutti della mia infanzia.
<era il crack che mi faceva diventare così.> mi risponde pentita.
<era il crack.. vabbè, era il crack pure quando ci hanno chiuso in IPM? non ti sei fatta viva manco una volta..> chiedo con disprezzo.
<ero in ospedale in overdose, ma hai ragione sono stata una madre di merda.>
<foss sol chill.> dico tra me e me.
<quando sei nato tu, avevo più o meno la tua età, ero scappata dalla Sicilia con Luigi piccolo,e nessuno mi aiutava..> dice trattenendo le lacrime.
<quindi mo o fortunat fuss ij?> chiedo tremendamente sconvolto dalle sue parole, si sta giustificando seriamente in questo modo?
<no, ma almeno hai avuto una casa e un fratello che ti ha sempre protetto.> mi ricorda.
<nun l'agg chiest ij, comunque nun m serv a protezion e nisciun, specialment e un comm a chill.> dico riferendomi a mio fratello.
<che vuoi dire?> chiede lei.
<nient.>
<che significa uno come lui?> continua a chiedermi.
<t'agg itt nient.> dico aprendo lo sportello e uscendo dalla macchina con quella dietro che continua a chiamarmi.

Sto girando per Napoli da solo senza una meta precisa.
Ormai è notte e tutto quello che sto pensando è che mi manca da morire la mia Anna.
Voglio aiutare Edoardo con questa storia dei soldi.
Un modo per farlo ci sarebbe.
Vado verso il posto in cui ho visto per la prima volta la ragazza dai capelli castani che mi ha fatto perdere la testa.
So che in qualche cassetto Salvo teneva nascosta una pistola.
Dopo vari giri per cercare questa benedetta pistola, eccola.

Ora non so da dove iniziare per cercare quella merda del avvocato.

Sono davanti casa sua.
Non appena vedo che parte con la macchina inizia l'inseguimento.
Arriviamo davanti al cimitero di Poggioreale, dove l'avvocato si ferma.
Piove a dirotto.
Nella mia mente iniziano tante di quelle domande.
Che ci fa qui?
Sono pronto a fare quello che voglio fare?

Appena scende dalla macchina mi avvicino,
puntandogli la pistola al petto.

<aiz e man muovt.> dico non appena mi vede.
<io ti conosco a te, tu sei l'amico di Edoardo Conte, ti manda lui?> chiede lui.
Nego con il capo.
<e allora chi?> continua a chiedere.
<aiz e man t'agg itt.> ordino.
Alza le mani facendo un suono di affermazione.
<aro stann e sord?> chiedo.
<i soldi? in tasca ho cinquanta euro.>dice lui, che sbruffone!
Crede di fottermi?
<nun m pijià p cul! aro sfaccim stann e sord re Ricci?eh?> chiedo urlando per cercare di spaventarlo.
<i soldi dei Ricci? stanno in macchina.> dice avvicinandosi un po' alla macchina.
<ind a machina?> chiedo io.
Si avvicina a me per staccarmi la pistola dalle mani.
Inizia una vera e propria lotta.
Finché uno sparo non mi fa sobbalzare.
L'ho colpito.
Iniziò a dargli schiaffetti per svegliarlo.
<oh! avvocà! oh!> dico in preda al panico.
<devi dire a Silvia, che la amo.> mi dice lui con fatica.
<nonono! avvocà! nonono!> dico iniziando a piangere.
<no ij nun vulev.> continuo piangendo.
Scappo.
Scappo lontano con il motorino.
Che cazzata che ho appena combinato.

Pov's Anna.
Mamma mia che nottata.
Ho un sonno incredibile.
Nunzia è venuta a svegliarci presto come sempre.
E come sempre ho iniziato a lamentarmi.
Mi ha minacciato di affogarmi qualche giorno.
Ormai ha preso il posto di Liz.
Per quanto Liz possa mancarmi, ormai devo farci l'abitudine.

i love you||micciarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora