Capitolo 14

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È passato un giorno da quando Edo sta chiuso lì e non si sa ancora nulla. Rosa ha avuto un colloquio con Carmela e da quanto ho capito accusava Don Salvatore di aver ordinato di uccidere Edoardo, non ci credo nemmeno se lo vedo, Don Salvatore non farebbe mai una cosa del genere.
<amò, nun a ra rett, sta sconvolt p Eduard.> le dico.
<ossacc, ma nun è giust, ij e papà amm fatt tutt p vuje, ess nun s adda permettr.> mi dice, si vede che è delusa.
<amò t'aggia ricr na cos.> dice lei
<ossacc ca chist nun è nu munent buon p to dicr, però tu sij a megl cumbagn mij, le a sapè.> continua.
<Rò ossaje ca p te nun c so mument buon e no buon, m può ricr tutt chill ca vuò quann vuò tu.> le spiego io e lei mi sorride.
<ij e Carmine c simm vasat.> dice, a quell'informazione sbianco completamente.
<ma staje pariann?> le chiedo sconcertata.
<no amò, rimann ascimm te duje in permesso, ma chiest s c vulimm ncuntrà, c'aggia fa amò?> mi chiede, per quanto odi quel ragazzo vedo che ha una buona influenza sulla mia amica e voglio solo che lei sia felice.
<t sij nammurat?> le chiedo io.
<nun ossacc.> mi risponde.
<ncuntratv.> dico e lei mi guarda come se non stesse credendo alle sue orecchie.
<Rò ij o schif e ossaje buon, ma t vogl vrè felic e iss t rend felic pcciò ncuntratv.> continuo a dirle.
<t vogl ben Annarè.> dice e si butta ad abbracciarmi.
<cert s t facess suffrì c rong t chell ca nun c'agg maje rat.> dico io con una voce ironica ma molto seriamente.
<m faje paur.> dice e ride e io la seguo a ruota.

Siamo tutti in sala comune, anche i maschi.
Io e Micciarella siamo sul divano abbracciati ma noto che Giulia ci sta fissando.
<c vo chell?> chiedo incazzata.
<ja pccrè lasc a sta, ha capit ca nun s'adda mettr miezz e c sta guardann.> dice lui.
<c pruvass a s mettr miezz, c azzicc a cap rint o mur.> rispondo.
<pccrè ma tu aro e mbarat a vattr accussì? sij tropp fort, faje paur.> mi dice gasato.
<pcchè, a vattr s mbar?> chiedo ridendo causando una risatina anche a lui.
Sento dei passi dietro di noi ed entrambi ci giriamo per vedere chi fosse.
Crazy J.
Giuro oggi la ammazzo.
<che belli che siete.> dice lei, oggi ha azzeccato il giorno peggiore.
<Anna, ti volevo chiedere scusa per tutte le volte che ti ho istigata, e mi dispiace anche per Edoardo.> dice, non mi convince.
<grazie.> rispondo molto freddamente.
<ah e comunque, stai serena che non te lo rubo il ragazzo.> mi dice ancora.
<c manchess.> rispondo.
<stai attenta a lui però.> continua e io la guardo confusa.
<c vuo ricr?> chiedo.
<te l'ho sempre detto che è innamorato di me.> risponde molto serenamente.
<ma crè? t vaje cercann e mazzat?> chiedo io.
<no assolutamente, solo stai molto attenta, potrebbero rubartelo.> dice lei con fare da superiore e fa per andarsene, non ci ha capito proprio niente.
La prendo da una treccina e la faccio ritornare dov'era, le do una spinta che la fa cadere e inizio a riempirla di botte, mi sto sfogando per tutti questi giorni.
<pccrè oh bast.> mi sento una mano avvolgermi un fianco.
<Anna, nisciun m port luntan a te.> continua questa voce, Micciarella.
Mi sento spostarmi da quella troia.
<Annarella, sai fare solo questo?> continua lei.
<sei proprio come tuo fratello, farai la sua fine, due falliti.> ha appena toccato il mio punto debole: mio fratello.
Oggi non la passa liscia.
Mi libero dalla presa di Micciarella e mi fiondo dinuovo su di lei.
<mocc a chi te stramuort, sta grandissima puttan, t'agg accirr che man mej.> dico riempiendola di pugni.
<amò bast.> stavolta anche Rosa cerca di farmi calmare.
<ma c sta succrenn ca?> dice il comandante entrando nella sala comune.
Mi alzo di scatto da quella e le rifilo un occhiataccia.
Però l'ho letteralmente distrutta.
<Anna ma c sfaccim faje? ma sij asciut pazz?> mi dice Maddalena.
<sta grandissima zoccl romp o cazz e ij fuss asciut pazz?> le urlo contro.
<Anna vien nsiem a me, calmt nu poc ja.> mi dice il comandante.
Mi porta in cortile.
<pccrè ij ossacc ca chist nun è nu moment buon p te, però t sta quiet, nun può avè sti scatt e capit?> mi dice lui.
<nun m n fott proprij sta puttan s adda mbarà a purtà rispett, snnò fa na fine brutta assaij.> rispondo seriamente al comandante.
<e pijiat a cap e fratt, doje cap e cazz oiloc.> mi dice ridendo leggermente, ma crede che io stia scherzando?
<comandà, nun c sta nient e divertent, ij song serij.> gli dico.
<solo perché sei tu non ti porto dalla direttrice ma nun fa strunzat pccrè.> mi dice con tono rimproverante.
<torna dagli altri ora.> ordina e annuisco.
Appena rientro in sala comune tutti mi guardano straniti.
<crè vulit na fotografij?> chiedo a voce alta.
Vado a sedermi con Rosa e Kubra e guardo male Giulia che è dall'altro lato della stanza.
<Annarè nun a guardà, nun c ra sta soddisfazion.> mi dice Rosa.
<ma qual soddisfazion? ij a vatt direttament natavot.> le rispondo decisa.
<eh accussi t mannan ra direttric, statt bon ca.> mi riprende lei.
Sento una mano sulla spalla.
<pccrè.> la sua voce.
<rimm.> dico girandomi verso Micciarella.
<tutt'appost?> chiede dolcemente lui.
<e nient in ordine.> rispondo io.
<Annarè t vo a direttric.> dice Maddalena venendomi a chiamare.
<chist m mancav.> rispondo io.

Maddalena bussa alla porta della direttrice ed entriamo.
<puoi andare.> dice a Maddalena.
<accomodati.> continua rivolgendosi a me.
Mi siedo sotto al suo sguardo.
<rictm tutt direttrì.> le dico io.
<innanzitutto gentilmente quando parli con me usa l'italiano.> che rompicoglioni che è.
<vabbuò.> le rispondo io.
<ditemi tutto direttrì.> continuo.
<ora iniziamo a ragionare.> dice lei con un sorrisino falso.
<è arrivata una domanda di colloquio stamattina.> continua.
<e quindi? c'amma fa?> le chiedo io non capendo.
<non è qui, è a poggioreale.> mi dice lei.
<e chi mi vuole vedere da poggioreale?> le chiedo incredula.
<tuo padre.> mi risponde lei.
Il mio cuore perde un battito. Mio padre. Non si può nemmeno definire tale. Non lo vedo da quando avevo 3 anni probabilmente. Ha sempre messo le corna a mia madre con donne diverse per poi finire in carcere per un omicidio commesso. Lo odio, non lo voglio vedere.
<no.> dico a voce alta alzandomi dalla sedia.
<siediti.> dice la direttrice.
<nun s n parl, ij nun o vogl vrè.> dico.
<il magistrato ha approvato la richiesta, devi andare.> mi dice lei.
<ma sapit quant sfaccimm m n fott a me? ij nun o vogl vrè, iss nun è patm.> sentendo le mie urla entrano il comandante e Maddalena.
Sto piangendo dal nervoso, non mi è mai successo.
<c sta succrenn pccrè?> mi chiede il comandante.
<nun o vogl vrè.> continuo a dire.
<a chi?> chiede il comandante.
<è arrivata la domanda di colloquio da poggioreale, il padre vuole vederla.> spiega la direttrice.
<pccrè.> mi dice il comandante.
<t'accumbagn ij, sto aret a port a t aspettà.> mi dice per confortarmi.
<no comandà, vuje m sit chiù pat e iss.> gli dico.
<pccrè devi affrontarli i tuoi demoni.> mi dice per incoraggiarmi e ci riesce.
<quann aggia jì?> chiedo alla direttrice asciugandomi le lacrime.
<domani, alle 10:30.> mi spiega lei e annuisco.
<passiamo prima dall'ospedale, la porto da Edoardo.> le dice il comandante.
<non se ne parla, non ha deviazioni, deve arrivare a poggioreale e tornare.> dice la direttrice.
<si, ma ten bisogn ro frat.> dice il comandante, sorrido spontaneamente.
<grazie assai comandà.> gli confesso.
<vai con Maddalena.> mi dice e lei mi porta in cella, che giornata.
Domani vedrò quella faccia di cazzo di "mio padre"

i love you||micciarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora