Capitolo 18

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Stamattina sento l'aria più pesante, sarà una mia impressione.
Ci portano tutti in sala comune tranne Rosa.
Vedo Micciarella e non so se parlarci o no nonostante Silvia e Kubra mi stiano stressando per farlo.
Mi avvicino a lui e vedo che cerca di alzarsi dalla sedia.
<no, voglio parlare.> dico.
<parl, t sto assentì.> mi incita a parlare.
<Lè, ij nun ossacc pcchè m staij evitann, agg sbagliat a t ricr ca nun t vulev chiù vrè, ma er nu munent e rabbij, to giur, ij t'amm assaje.> dico quasi in lacrime.
<primma cos nun stamm chiù nsiem, ij p te so Micciarella no Lele, seconda cos so fatt re toje pcchè e vulut chiudr sta storij.> mi dice lui con cattiveria.
<ij e te stamm nsiem invec.> dico sicura di me.
<e p c cos me pijiat? nu burattin ca sta i servizij toje?> dice alzandosi e sedendosi da un'altra parte.
Dopo un po' entra Beppe chiedendo di avvicinarci a lui.
<nient, io vorrei da parte vostra un poco di collaborazione, Rosa, dovete starle vicino.> dice lui.
<che è succiess?> chiedo preoccupata.
<è successo qualcosa di molto grave ma, questo non è né il momento né il luogo per potervi raccontare.> ci dice Beppe, ma che significa?
<hann accis o pat.> confessa Carmine.
Sbarro gli occhi.
Sta scherzando spero.
Una fitta nel cuore.
Era come un padre per me.
Gli volevo davvero tanto bene.
<Don Salvatore?> chiede Cucciolo, ma è scemo?
<quant sfaccimm e pat ten Rosa?> gli rispondo io scorbutica.
<eh, Don Salvatore, to spettav?> lo sfotte Carmine.
In questo momento non so quanto possa essere divertente.
<chi è stat?> chiede Milos.
<e chi po essr stat? a famigl soje ovviament, o m sto sbagliann?> chiedo a Carmine.
Non mi risponde nemmeno.
Inizia a sbraitare.
<chi è stat? nuje stamm ca dint c facimm a gar a chi è chiù fort, mentr là for c levn a terr sott e pier e c chierimm chi è stat? chi adda essr stat Milò?> dice Carmine.
<è stat a famigl toje omm e merd!> urla Micciarella.
<zitt Micciarè, nun t mettr miezz! p na vot riesc a nun t mettr miezz?> dice urlando anche Carmine.
<Rosa nun sta buon, na cumbagn ra toje nun sta buon, e nun vuo parlà, con me sicur nun vuò parlà, perciò si coccrun e vuje overament a vuo ben, parlatc vuje, e facitnciell capì ca nun c azzecc nient cu tutt sta storij.> dice, mi fa un po' pena, lui veramente non vorrebbe tutto questo, incolparlo non serve a nulla.
Cucciolo inizia a sbraitare e urlare e Beppe calma la situazione.
Dopo qualche minuto viene Maddalena ad avvisarci che è tutto pronto per il corso di pizzeria.
Ci portano lì e vedo Rosa.
È spenta, mi dispiace così tanto.
<ei.> mi avvicino a lei con calma.
Mi guarda e non risponde nemmeno.
<amò ossacc c staje mal, m rispiac assaje.> dico accarezzandole il braccio.
<scus Annarè, nun teng genij, però grazie e t preoccupà semp p me.> dice cercando di sorridere.
<no Rò, nun esist, ij nun t lasc sol a te.> dico, se ha intenzione di cacciarmi via non ci riesce.
A interrompere il discorso è Tonino.
<allora ragazzi, adesso formiamo le coppie, oggi facciamo la Manster Chef delle pizze, ij e Maddalena facciamm i giudici, voi dovete fare solo una cosa, la pizza più buona del mondo.> dice andando a dividere Micciarella e Giulia.
Vabbè evito proprio di guardare.
Mi rigiro verso Rosa che mi guarda.
<tutt'appost?> mi chiede.
<si, c agg chius.> dico freddamente.
È appena arrivato Carmine con il comandante, si avvicinano a me e Rosa.
<Annarè, t pozz chiedr s iss può pijià o post toje?> mi dice il comandante, poso lo sguardo su Carmine che mi guarda speranzoso e annuisco, facendoli sorridere.
Vado verso il tavolo della nuova e di Micciarella che si lamenta non appena mi avvicino.
<quand è c s n va chest? proprij quann stev vicin a me!> alzo gli occhi al cielo infastidita.
Il comandante nota questa scena e gli ordina di andare al tavolo con il fratello.
<comandà, s c vulit ricchion, bast ca o dicit.> dice facendo lo sbruffone.
<chist è tutt sciem.> dico sotto voce.
**
Rosa mi viene a chiamare nel laboratorio di pizzeria per andare al funerale del padre.
Non so perché la direttrice abbia acconsentito, strano da parte sua.
Ci mettiamo in macchina e ci avviamo verso il cimitero.
Le due in macchina parlano e io stringo la mano di Rosa.
Ha chiesto alla direttrice di poter chiamare Carmela per farla venire e anche stavolta ha acconsentito, mi stupisce questa donna oggi.
**
Siamo al cimitero davanti alla tomba di Don Salvatore.
Abbraccio Rosa che in questo momento ha solo bisogno di supporto.
Con questa morte si è segnata per sempre la mia infanzia, le giornate a casa Ricci a giocare con Rosa, la mia prima cotta, i miei primi amici, la prima volta che ho sentito davvero l'amore di un padre, fa male a me vedere Don Salvatore qui dentro, figuriamoci a Rosa.
Vediamo arrivare Edo e Carmela che si fiondano immediatamente a consolare Rosa.
Sento il braccio di Edoardo cingermi il collo e mi lascia un dolce bacio sulla fronte.
<amm perz nu pat pur nuje.> dico stringendomi ad Edo che mi abbraccia forte.
Inizia la messa e recitiamo il Padre Nostro tenendoci per mano.
Prendono la bara e la mettono nella cappella.
Stringo la mano ad una Rosa disperata.
**
Siamo appena arrivate all'IPM e Carmine si avvicina a Rosa, capisco che è giusto lasciargli i loro spazi e mi allontano.
Vado verso la macchina che ha riportato qui Edo e assieme a me si avvicinano tutti i suoi amici, anche Micciarella.
<oh fratm carnal.> dice proprio lui.
<Micciarè, comm e fatt a sta senz e me?> chiede Edo salutandolo.
<ma tu nun t n si maje jiut, si semp stat ca.> risponde il riccio toccandosi il petto.
Tutti gli altri continuano a salutarlo e si avvicina a me per darmi un bacio sulla fronte.
<allor? c s ric?> chiede Edo cingendo il collo a Micciarella.
<tutt'appost.> risponde quest'ultimo.
<tu come stai?> continua a chiedere.
<jamm annanz.> risponde mio fratello.
Dopo qualche ora a non fare nulla se non fumare ci riportano in cella per dormire.
Ho deciso che da domani le cose cambiano, lui non cede? Bene lo farò cedere io.

i love you||micciarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora