Capitolo 17

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Sono tornata all'IPM, sto aspettando Rosa in cella assieme a Kubra.
<come sta?> mi chiede lei.
<c agg parlat, nun sta buon, ten bisogn e nuje.> dico io.
Mentre parliamo sento qualcuno alla porta.
Rosa.
<amò.> le dico io.
<vien a ca.> dico abbracciandola.
La sento piangere, le accarezzo i capelli e le bacio la fronte.
<tu si fort Rò, si a guajion chiù fort ca sacc, nun t preoccupà, s acconc tutt cos.> continuo a incoraggiarla.
<grazie p tutt chill ca faje p me tutt e juorn.> mi dice lei.
<Rò, ij t vogl ben, si comm a na sor, nun me a ringrazià e nient.> dico io, mi sembra Carmine certe volte, così diversi ma così simili, sono fatti per stare insieme.
<mo vatt a cuccà, tien bisogn e ripusà.> le dico accarezzandole una guancia.
Fa come le ho detto ma non so quanto riesca a dormire ora come ora.
**
Io e Kubra stiamo fumando sul davanzale della finestra, il mio sguardo va a Rosa, noto che non sta dormendo, non è tranquilla.
<Ku, jamm ra ess.> le dico buttando la sigaretta fuori.
<ei..> le dice Kubra comprensiva.
<comm agg fatt?> chiede Rosa piangendo.
<ti ha messo davanti ad una scelta impossibile, perché i grandi fanno così, ti scaricano addosso le scelte che loro non sanno fare.> dice Kubra, ha pienamente ragione.
<questa scelta la doveva fare lui, doveva decidere se accettare il tuo amore per Carmine e cosa ha fatto? ti ha messo in mano una pistola Rosa.> continua a dire per farle capire che non è stata lei a sbagliare.
<e ij aggia sparat.> dice Rosa sentendosi in colpa.
<e c era fa Rò? tu l'amm a Carmine.> dico io per cercare di farla ragionare.
<non lo so se lo amo, nun sacc chiù nient, sacc sul c teng o cor mill piezz p chell c aggia fatt.> ci dice, odio vederla stare male.
Salgo sul suo letto per dormire con lei.
<m faje spazij?> chiedo sorridendole e lei annuisce.
La abbraccio.
<nun è colp ra toje.> dico stringendola forte a me.
<nun può murì, s mor nun mo perdon chiù.> mi dice lei.
<ossacc, ma iss nun mor Rò.> le dico rassicurandola.
<mo rumimm.> continuo dandole un bacio tra i capelli.

Siamo tutti in sala comune, guardo Micciarella, ogni tanto ricambia ma lo stacca subito incazzato, ce l'ha con me come se gli avessi fatto qualcosa io.
Vedo che insieme a Dobermann si avvicina a Pino e Kubra.
Non capisco molto, sento solo lui che dice "o fra ma calmt", solito bambino.
<Rosa, c sta nu colloquij p te.> dice Maddalena.
Si allontana con lei, chissà chi è.
<ha portato qua la pazza, magari salta addosso a qualcun altro.> dice ad un tratto Giulia, riferendosi alla nuova arrivata.
<ca siccomm tu si normal.> dico io ridendo.
Ancora penso di non aver visto qualcuno picchiare Giulia oltre me, dovrei stringere la mano alla "pazza".
<si! la discografica di Milano vuol tutte le mie cazzo di canzoni! mi daranno un botto di soldi!> dice felice la trapper.
<e a nuje c n fott coccos?> dico alzando la voce per farmi sentire da sta stronza.
<Giulia siamo molto contenti per te, e io direi di parlare in ufficio, che ne pensi?> dice facendo sedere Cardio prima che gli vada addosso.
<e sto piena di pare..> inizia a cantare micciarella.
Ma fa sul serio?
La sta abbracciando.
Spero di aver visto male.
Beppe li stacca portandosi Giulia in ufficio.
Il mio salvatore.
Ho intenzione di andare a parlare con questa grandissima testa di cazzo.
<sient, amma parlà.> gli dico io avvicinandomi.
<nun er itt ca ij e te amma chius? c nun m vulev vrè chiù?> mi dice, ma è stronzo?
<e tu o juorn aropp faje st sceneggiat?> dico io ridendo sarcasticamente.
<Annarè, nun so fatt re toje chill c facc ij.> dice allontanandosi da me.

Ci portano fuori a prendere un po' d'aria.
Vedo avvicinarsi una macchina della polizia.
Silvia.
Sta parlando con Lino, perciò non mi intrometto.
La seguo quando è con Maddalena.
<Silviè.> dico io per farla girare.
<a pccrella mij.> dice sorridendomi e venendo ad abbracciarmi.
<comm maje staij natavot ca dint?> chiedo.
<nun t preoccupà.> dice, starebbe a significare?
Va a finire che quello stronzo l'abbia fregata di nuovo.
<Silvia! cor mij si turnat, e fiermt a m ra nu bac.> urla Micciarella, o me lo sta facendo apposta o non si spiega, sto stronzo.
Dopo sta giornata stressante, stressante perché mi sono dovuta trattenere a non ucciderlo, ci fanno tornare in cella.
Ho una rabbia assurda.
Mi assicuro che Rosa stia bene e vado a dormire.

Ci portano in sala comune per una sorpresa, vedo una signora che dovrebbe essere una guardia e tutte sono felici a vederla, probabilmente è già stata qui.
Io Silvia e Kubra stiamo parlando del più e del meno quando arriva Carmine.
<ragazze, scusat, Rosa? aro sta?> dice lui preoccupato.
<rint a cell, ricev ca nun vulev vrè a nisciun.> dico io.
<ah vabbuò.> dice lui dispiaciuto, mi fa tenerezza così però.
Dopo un po' decidono di farci uscire fuori.
Mi avvicino al gruppo di mio fratello.
<ue.> dico salutando in generale, anche lui purtroppo.
<ue Annarè.> dicono tutti tranne Micciarella che mi sta evitando.
<embè? c s ric?> dico io sciogliendo il ghiaccio.
<e solit cos.> dice Cucciolo.
Annuisco portandomi una sigaretta alla bocca.
Vedo avvicinarsi Rosa.
<ue amò.> le dico.
<m fann jì addu papà.> dice un po' preoccupata.
<amò, iss t vo ben, nun t cundann.> dico calmandola.
Annuisce e va verso la macchina della polizia.
<comm sta Eduard?> dice Milos.
<buon, cocc juorn e po turnà natavot.> dico io.
<assafa a Maronn.> risponde Cucciolo.
Ma non voleva prendere il posto di Edoardo? A che gioco sta giocando?
Ci fanno rientrare in cella e aspetto Rosa.
La vedo entrare dopo un po' felice e sorridente.
<ma capit!> dice sorridente e la abbraccio.
Sono felice che stia bene finalmente.
<Jamm bamboline, tutte in mensa.> dice Maddalena.
<ma quant vot m facit fa sti scal? teng na cert età ij eh!> dico sbuffando.
Scendendo le scale del cortile vediamo i maschi che salgono, vedo Micciarella, quanto mi manca.
Vorrei tanto parlarci anche se sono certa che non mi ascolterà mai a come sta ora.
Non so cosa possa avere, ma io non gli ho fatto nulla per essere trattata così.
Ci sediamo ai tavoli, non ho fame, perciò non prendo nulla da mangiare.
<ue e tu perché non mangi?> mi chiede Silvia.
<nun teng famm, ogg nun teng genij p nient.> confesso io.
<Anna, se è per Micciarella, giuro che lo ammazzo.> dice Kubra decisa e mi fa apparire un sorriso.
<Anna, p nuje si comm a na sorellin, e si coccrun t fa mal, l'accress.> dice Silvia, dai così mi fanno piangere però.
<mo nun c allargamm, è chiù sor a me ovviament.> dice Rosa facendoci ridere.
<grazie, ma ij nun cia facc, m manc assaje.> dico pensando a lui.
<e parlc.> mi dice Silvia, se solo mi volesse ascoltare.
<eh, ma nun m vuo sntì.> dico io.
Che merda sta giornata.

i love you||micciarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora