Capitolo 10

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È da due giorni che io e Micciarella non parliamo, lo sto evitando il più possibile ma giuro che è difficile.
Dopo cena andiamo in sala comune sia maschi che femmine.

Sto parlando con le ragazze anche se il pensiero di me e Micciarella è troppo forte.
<Anna, pccrè, putimm parlà?> mi chiede proprio lui e al contatto della sua mano sulla mia pelle sussulto, mi mancava.
<Micciarè vavattenn.> dice dura Rosa.
<Ro, adda decidr ess.> le risponde Silvia.
<c vuo?> chiedo a lui girandomi per guardarlo in faccia.
<in privato.> puntualizza.
Mi porge la mano e io la prendo non prima di aver rivolto uno sguardo alle altre, Rosa lo sta guardando con uno sguardo che se potesse uccidere, Micciarella sarebbe già morto.
Mi porta fino alla tenda ed entriamo.
<c vuo?> chiedo, cerco di essere il più dura possibile ma è veramente difficile, il suo sguardo su di me mi provoca una marea di farfalle nello
stomaco, mi sento troppo a disagio.
<pccrè vogl chiarì sta cos, nun m va a genij ca ij e te nun parlamm chiù.> mi dice lui, nei suoi occhi vedo sincerità, ma non so cosa dire.
<e rimm, sij tu ca vo chiarì, parl, t sent.> dico, fare la stronza è il mio forte ma non con lui, non so come io ci stia riuscendo.
<m rispiac p tutt cos, ij nun t vulev fa suffrì, è l'ultima cos ca vogl, tu m piac però ij nun teng cap p sta nsiem a coccrun.> dice lui, è sincero lo sento, ma non so cosa rispondere.
<va bene.> è l'unica cosa che mi viene da dire in questo momento.
<pccrè si tropp bell.> prova ad avvicinarsi.
<no, m vuo essr sul cumbagn.> gli rispondo io cercando di resistere alla tentazione di saltargli addosso.
<ja Annarè, t vogl, sul nu vas.> mi dice accarezzandomi i fianchi.
<Micciarè nun va buon sta cos, primm m vuo essr sul cumbagn e mo m vuo vasà?> dico io.
<pccrè nun t resist, sul nu vas t preg.>dice e non me lo faccio ripetere due volte che mi butto sulle sue labbra, mi chiamavano miss sottona.
<mamma mij Anna, m faje mpazzì.> mi dice tra un bacio e l'altro.
Si siede e mi metto a cavalcioni su di lui e mentre ci baciamo muovo i fianchi.
<Anna frnescl, m faje murì.> dice lui staccandosi dal bacio, ma io non smetto e lo sento ansimare e alzare la testa sotto di me, così ne approfitto per fargli un succhiotto sul collo, enorme.
<azz e tu accussi a mint? nun t preoccupà.> dice lui per poi alzarsi e prendendomi in braccio dal sedere.
Mi appoggia al muro e io incrocio le gambe dietro la sua schiena per lasciargli libero accesso.
Appoggia i suoi palmi sul mio sedere e inizia a stringerlo così da farmi ansimare.
Inizia a baciarmi il collo e per non farmi sentire da nessuno mi mordo il labbro.
Inizia a farmi succhiotti fin troppo evidenti.
<Micciarè bast.> dico io ma credo lui l'abbia sentito come un gemito dato che continua senza sosta.
<ragazze, forza tutte in cella.> dice Liz.
<ohh ma c sfaccim.> dice Micciarella facendomi scendere da lui.
<e ja ci vediamo domani.> gli rispondo io.
<riman t magn.> dice lui sorridendo.
<cia.> dico io aprendo la tenda.
<nono, aro vaje? me salutà buon, ossaje.> dice lui.
Mi avvicino a lui e gli lascio un bacio a stampo.
<cia pccrè.> mi saluta e io gli sorrido.

<Annarè muovt, mannagg a te.> mi sgrida Liz.
<eh sto arrivann calm, nun m'accirr.> dico sorridendo.
<te turnat o sorris eh? c cap e cazz ca tien.> dice scuotendo la testa e ridendo leggermente.
<oh c spiegà che succiess eh.> dice Silvia.
<eh aropp v spieg.>

<n'agg capit stavat quas chiavann aret a tenda?> dice Silvia.
<ma qual chiavann, cocc vas.> rispondo io.
<pccrè, statt accort, t preg.> mi dice Rosa.
<amò sta senza pnsier.> le rispondo provando a tranquillizzarla.
<ringell ca si t'avess e fa suffrì natavot nun fa na fin assaje bon.> dice sempre Rosa.
<staje seren amò.> le dico.
**
Io e Kubra siamo in cortile, le altre due stanno facendo la doccia.
<Anna, guarda chi arriva.> mi dice lei dandomi un colpetto al braccio.
Vedendo arrivare Micciarella sorrido istantaneamente.
<ti stai innamorando eh?> mi chiede lei, non lo so nemmeno io.
<ma qual nammurann Kù.> le dico spingendola scherzosamente.
<pccrè, vuo vnì là nsiem a me?> mi chiede, come faccio a dirgli di no, quindi annuisco.
<c vrimm aropp amò.> dico a Kubra che mi sorride e manda un bacio volante.

Siamo nell'aula di ceramica da venti minuti e ci stiamo baciando senza sosta.
<pccrè m faje murì, to giur.> mi dice lui.
<Micciarè> mi esce come un gemito quando inizia a mordermi il collo, lo sento sorridere.
<c t facess Annarè.> mi dice e mi sento le farfalle volarmi dappertutto, non solo nello stomaco.
Continuiamo a baciarci finché non sentiamo delle urla.
<ma c sta succrenn?> chiedo io.
<lasc sta, nun c pnsà.> mi dice lui riprendendo a baciarmi finché non sentiamo la voce di Edo.
<no, amma ji mo però.> dico io, ma che cazzo succede?
Usciamo non accorgendoci di essere mano per la mano, stiamo sorridendo per quello che è successo prima ma non appena ci avviciniamo agli altri la scena fa tutt'altro che ridere.
Viola sul cornicione del tetto che tiene Futura, la figlia di Carmine, minacciando di farla cadere nel vuoto.
<ma chist nun sta buon ca cap.> dico a Micciarella.
<pccrè nun guardà.> mi dice abbracciandomi.
Mi giro per mezzo secondo e vedo Rosa correre sul cornicione per cercare di salvare la bimba.
<Rosa!> urlo terrorizzata, se le succedesse qualcosa non so cosa farei.
Mi giro verso Micciarella che mi sorregge.
<nun è succiess nient, ne carut, sta bon, pur a criatur sta bon.> mi dice per rassicurarmi.
Mi rigiro e vedo una scena terrificante.
Viola precipitare nel vuoto.
Sentiamo un tonfo e vediamo il suo corpo steso a terra.
<pccrè nun guardà.> mi sussurra all'orecchio e non appena giro la testa verso di lui mi stampa un bacio sulla fronte.
<jammuncen, t preg nun vogl sta ca.> gli dico questa cosa che risuona più come una supplica.
<vien.> mi porge la mano e lo seguo fino alle panchine dei campetti dove mi butto tra le sue braccia.

Dopo dieci minuti vengono a dividerci e a portarci tutti in cella.

Io e Rosa siamo nella nostra cella da pomeriggio, ci hanno portato i pasti e non ci fanno uscire.
<amò m rispiac assaje e nun c essr stat.> dico, mi sento in colpa.
<Annarè staje seren, nun è colp ra toje, nisciun putev sapè c tnev ngap chell.> mi dice lei, è scossa si vede.
<Rò, t puozz fa na domand?> le chiedo, non capisco come mai abbia salvato la figlia di Carmine, ok che è una bambina ma lei ha rischiato la vita per salvare la figlia di Carmine.
<rimm tutt.> mi risponde.
<comm maje tu e salvat a figl ro piecr?> le chiedo.
<è sul na criatur, l'ess fatt chiunque.> risponde.
Annuisco anche se secondo me c'è qualcosa dietro tutto questo.
Ci addormentiamo con fatica.

Finalmente hanno deciso di aprire ste cazzo di celle, ma non si sono ancora decisi a farci stare tutti insieme.
Prima sono venuti a chiamare alcune ragazze, a quanto ho capito Sofia vuole parlarci.
<Annarè vien, l'educatrice ta da parlà.> mi dice Liz.
<oh ma c sfaccimm vuo mo chest ra me?> dico infastidita.
<ja vien ca aropp c'è na sorpres, jat t quant in sala comune.> il mio pensiero va a Micciarella, non lo vedo da ieri.
<ma c staje ricenn Liz? vuo ricr ca ver a Micciarella?> dico saltando di gioia provocando delle risate a Silvia e Kubra.
<eh, vir a Romeo tuo.> dice ridendo per poi prendermi da un braccio e portarmi nella sala colloqui per parlare con quella là.
<siediti.> mi ordina Sofia.
<e crè? simm passat già o tu?> dico ironicamente eseguendo quello che mi ha detto facendole alzare gli occhi al cielo. Sorrido vittoriosa.
<come mai sei qui dentro?> mi chiede lei.
<nun e tnit e cart? tentato omicidio.> rispondo controvoglia.
<cosa ne pensi della direttrice di questo IPM?> mi chiede.
<e c'aggia pnsà? na brava femmn.> le dico io sorridendole falsamente.
<e il comandante invece?>
<pur iss nu brav omm.> rispondo in modo generico.
<secondo me dovresti smetterla di atteggiarti in modo camorrista, si vede che non sei così, non farti condizionare dalle altre persone.> mi dice, sembra sincera.
<ij nun m'attegg e nisciuna maner, amma furnut?m stong sfastriann.> dico io, mi sta scocciando seriamente questo discorso.
<puoi andare.> mi dice e così faccio.
<Anna.> mi sento chiamare non appena arrivo alla porta, così mi giro.
<ricorda quello che ti ho detto prima.> dice lei, ancora?
<va buon.> dico per tagliarla corta.

i love you||micciarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora