Dopo una mattinata passata solo con le ragazze, si decidono a portarci tutti in sala comune, finalmente, aggiungerei.
Sono per fatti miei a studiare il mio piano su come far cedere Micciarella.
<tutt'appost?> chiede Silvia vedendomi tra le nuvole.
Annuisco titubante.
<c tien pccrè? nun m pijià p fess.> insiste lei.
<voglio far cedere Micciarella, m stong sfastriann e ste tarantell.> dico.
<oee, finalment.> dice lei sorridendo provocandomi uno sguardo confuso.
<le a fa diventà glus, assaje proprij, vir comm torn addu te.> dice lei molto tranquillamente, fosse così semplice, mio fratello se parlo con un essere maschile mi uccide.
Annuisco e mi avvicino alla finestra per fumarmi l'ennesima sigaretta della giornata.
Dopo qualche tiro sento qualcuno levarmela dalle mani.
Edoardo.
Stronzo.
<ma c sfaccimm Eduà.> dico imprecando per la mia sigaretta.
<m par ca staje fumann nu poc tropp.> mi dice lui.
<e chi t la itt?> chiedo, non c'è stato per settimane, come lo sa?
Gira la testa e mi indica lui.
<e tu c crer?> chiedo stranita.
<iss t vo ben.> dice aspirando dalla mia sigaretta.
<ossacc ca stat nsiem, nun fa nient pccrè, ossaje, bast ca staje bon tu e ij so a person chiù felic ro munn.> mi dice sorridendomi, non ci diciamo spesso queste cose, ma so che lui morirebbe per me come farei io per lui.
<m rispiac deludr l'aspettativ toje ma nun stamm chiù nsiem, l'agg lassat ij.> dico molto tranquillamente guardando fuori dalla finestra.
<e pcchè?> chiede lui, giustamente, non capendo.
Scrollo le spalle non sapendo cosa rispondere.
<nun ossacc chill che succiess tra vuje, ma ij c stong semp.> dice abbracciandomi.
<m manc.> dico lasciando cadere le lacrime.
<oee, guardm, nun chiagnr pccrè.> mi dice alzandomi il mento e asciugandomi le lacrime.
<vuo ca c parl ij?> chiede e nego subito con la testa.
<vabbuò Annarè, tiè sta sigarett, si tien bisogn e me sto la.> mi dice finendo con un bacio tra i capelli.
Guardo la mia sigaretta e noto che ha un solo tiro, tra l'altro minuscolo.
<strunz, m le rat frnut.> gli urlo mentre si allontana.
**
Ci svegliano come al solito per fare colazione.
Mi accendo la mia prima sigaretta per iniziare in bellezza la giornata.
<tu ess a smettr e fumà.> dice Silvia.
<uaa, m par Eduard.> dico alzando gli occhi al cielo provocandole una risata.
Vedo Rosa alzarsi e le vado a dare un bacio per salutarla.
<c tien?> chiedo vedendola un po' scossa.
<agg lasciat a Carmine.> non credo di aver capito bene.
<ma staje pariann?> chiedo incredula.
<no, c futur tenimm ij e iss?> non rispondo, su questo ha ragione.
<appunt, m vac a lavà.> afferma.
**
Dopo la colazione ci portano in sala comune.
Oggi non ho particolarmente voglia di vedere nessuno perciò vado dietro la tenda.
Nemmeno il tempo di aprirla che il suo profumo, mi invade le narici.
Non curante entro lo stesso e mi accendo una sigaretta.
Nessuno dei due apre bocca o tanto meno esce da lì.
Con questa melodia sotto c'è da tagliarsi le vene.
<Anna.> la sua voce mi rimbomba nelle orecchie.
Mi giro verso di lui che mi stava fissando di già.
<so stat nu strunz cu te, nun to meritav.> ammette.
Annuisco buttando fuori il fumo.
<Eduard, aier ma itt ca t s mis a chiagnr p colpa mij.> dice.
<pccrè, nun e chiagnr, tu si tropp bell p chiagnr p colpa mij, ij nun t merit.> continua lui accarezzandomi una guancia.
Sorrido istintivamente.
Eravamo a pochi centimetri.
Azzera le distanze, finalmente.
Quelle labbra, quanto mi sono mancate in questi giorni.
C'eravamo solo io e lui.
<ma che cazzo.> dice qualcuno urlando talmente tanto da farci staccare.
Apro di colpo la tenda e mi ritrovo la pazza e Giulia picchiarsi.
Adoro troppo.
Finalmente qualcuno che non sono io le da una bella lezione.
Micciarella mi vede sorridere e mi guarda stranito.
<pccrè, sei sadica.> dice ridendo provocando una risata anche a me.
Purtroppo Cardio e Maddalena le dividono e Lino inizia a lamentarsi di non poter più pisciare in santa pace.
Arriva il comandante urlando di andare in cella.
<sta pazza dovete mandarla in manicomio.> afferma Giulia.
<a te t'essn e mannà a fancul.> dico io provocando una risata generale.
<oee, t staje zitt tu?> mi dice il comandante, ma che gli è preso mo?
<e pur tu ce scassat o cazz, vuo ricr c sij? vuo parlà o no?> urla in faccia alla matta.
La manda in isolamento molto tranquillamente.
<nun v ammeritat nu cazz! lvatv annanz!> dice spingendo dei ragazzi.
Ma che gli sta succedendo?
Maddalena ci dice di andare in cella.
<jammuncenn.> dice Madda.
<jammuncenn.> la imita Giulia.
<ij m chier comm ancor nun c at staccat a cap.> chiede Nunzia riferendosi alla trapper.
<c agg pruvat Nunziè, c agg pruvat.> dico provocandole una risata.
Mentre mi avvicino alla porta sento qualcuno prendermi dal polso.
Micciarella.
<crè mo ns salut chiù?> mi dice a qualche centimetro dalla mia faccia provocandomi un sorrisetto.
Mentre Edo inizia un coro di "Beppe pensaci tu." Nunzia mi prende dal braccio per portarmi in cella.
<Giuliè o salut aropp a Romeo.> mi dice lei facendomi ridere.
**
Ci portano al corso di pizzeria dove vedo Rosa provare a manipolare Cucciolo e Carmine guardarla abbastanza triste.
Mi avvicino al tavolo di mio fratello dove inizio a fare la pizza con Micciarella che mi stuzzica ogni due secondi per poi beccarsi gli scappellotti da Edo facendomi ridere di gusto.
<Lè, m staje rumpenn o cazz.> dico tra le rise.
Mi guarda con quei suoi occhi ipnotici dove mi perdo.
<oee, terra chiamm Anna.> dice Edoardo.
<strunz.> gli rispondo con un dito medio.
Vengono a chiamarci per fare una pausa e andiamo in mensa a pranzare e finalmente ci fanno tornare a fare pizze, anche se per mezz'ora mi manca Micciarella.
<facimm ambress, il forno è già acceso.> dice Tonino.
<e femmn fan a pizz che patat e i maschij a marinar.> continua a spiegarci.
<Annarè, si vuo aggiungr a sasicc, ij loc a teng.> mi dice Micciarella.
<t piacess.> dico ridendo facendolo sorridere.
<Micciarè, ossaje qual è a differenz tra te e na sasicc?> chiede retorico Tonino.
<qual è?> chiede con una faccia interrogativa.
<nisciun, entramb parit o cazz.> risponde Tonino provocandomi una risata.
<o cazz..> ci riflette su Micciarella.
<eh forz.> dice Tonino mandandolo a fare pizze.
<e tu c rir?> mi si avvicina lui.
<ten ragion.> confermo io.
<sta strunz.> dice lui facendomi ridere di gusto.
Continuiamo a fare la pizza finché non mi stanco ed esco a fumare una sigaretta.
Trovo Carmine seduto su una panchina.
<ue.> dico io.
<oh Annarè, oh scus Anna.> dice lui ricordandosi di qualche settimana fa, quando gli dissi di non chiamarmi più "Annarè".
<no, tranquill, m puo chiammà pur Annarè, nun fa nient.> dico io facendolo sorridere.
<che succiess?> dico riferendomi a prima.
<nient tranquill.> dice lui.
Escono tutti dal laboratorio di pizzeria e vedo Cucciolo e Rosa insieme.
<chist nient, ten i capill nir e s chiamm Rosa Ricci?> chiedo fumandomi la sigaretta.
<l'agg vist a s vasà a chill.> dice lui indicandomi Cucciolo, se solo sapesse che in realtà è gay.
Non sono nessuno per spifferare un segreto del genere perciò mi faccio i fatti miei.
<ma va Carminiè, chell c mor p te.> dico riferendomi alla mia amica, se potesse darebbe la sua stessa vita per lui.
<grazie Annarè.> dice lui sorridendomi.
<figurati, c vrimm.> dico allontanandomi.
Ora ho un solo obbiettivo, far tornare insieme sti due.
Per quanto inizialmente non sia stata molto favorevole a questa cosa, so quanto entrambi si amano.
STAI LEGGENDO
i love you||micciarella
Teen FictionAnna Conte, 15 anni, sorella di Edoardo Conte, è sempre rimasta fuori dai giri di camorra, non ha mai supportato suo fratello in queste cose nonostante lo ami più di qualsiasi altra cosa al mondo. Conoscerà Micciarella grazie a suo cugino Salvo. Sar...