Capitolo 4

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Oggi i ragazzi devono entrare nell'IPM.
Non so perché ma ho una sensazione strana addosso. Nel frattempo sento dei passi, che ansia oggi, esco fuori sul pianerottolo e trovo una persona che non mi sarei mai aspettata di vedere in casa mia.
<Pirù, e tu c c faje ca?> chiedo stranita.
<Annarè, aggia parlà cu Carmela, saje aro sta?> mi dice.
<ta vac a chiammà, assiett tu.> dico e così fa.
<amo c sta o Pirucchij a cas, t sta cercann.> dico a Carmela.
<e c vuo?> mi chiede, ma io che ne so, cerca lei mica me.
<e ij c n sacc amo.> le dico prendendo in braccio Ciro mentre lei va da Gaetano.
Dopo svariati minuti sento un dolore al petto come se mi avessero sparato, oggi ho davvero delle sensazioni stranissime.
Carmela corre verso di me in lacrime, ma che sta succedendo.
<amo, ma che succiess oh.> le dico provando a tranquillizzarla.
<hann sparat a Salvo.> mi dice quelle parole piangendo ancora di più. Mi è crollato il mondo addosso.
<stann vnenn i guajion ca abbasc, vuo ji tu all'ospedale?> mi dice comprensiva e alla sua domanda annuisco, non riesco a piangere, sono completamente sotto shock. Scendo e mi metto dietro Dobberman sul motorino e sfrecciamo verso l'ospedale. Arriva l'ambulanza subito dopo di noi e vedo sulla barella il corpo di Salvo. Corro verso di lui urlando.

Siamo da stamattina in questo cazzo di ospedale e ancora non si sa niente, sento di star impazzendo. Sento dei passi e alzo subito la
testa.
<mi dispiace, suo cugino..non ce l'ha fatta.> mi sento morire, lo giuro.
<m l'at accis.> urlo. Sono disperata, inizio a piangere a dirotto. Sento Micciarella che viene ad abbracciarmi.
<shh pccrè iss nun ess maje volut a t vrè chiagnr.> mi accarezza i capelli e la schiena.
Cucciolo e Dobberman stanno facendo casino, vogliono entrare nell'IPM per rendere onore a Salvo. Ho voglia di vendetta.
<Micciare, vaje pur tu.> dico, stavolta voglio sporcarmi le mani.
<c vuo fa Annarè?> mi chiede.
<o sacc ij, vaje tu nun t preoccupà.> dico uscendo dall'ospedale.
Corro a casa mia a prendere una pistola di Edo.
<Annarè t preg nun fa nient.> dice mamma piangendo.
<no mammà, stavot nun m n fott nient, aggia accirr a chill.> dico, le do un ultimo bacio.
<Carmè, vien a truà pur a me mo, non sul a Eduard.> dico sorridendole.
<pccrè nun fa strunzat.> mi dice, troppo tardi, nessuno in questo momento mi caccia dalla testa la parola "vendetta".
<Cirù, nun saje quant a zij t vulev vrè crescr, t vulev vrè o primm juorn e asil, t vulev vrè camminar p a primma vot. M rispiac assaje cor mi, a zij t vo ben, nun to scurdà.> dico baciandogli la testa con una lacrima che mi riga il viso.
<V vogl ben.> dico uscendo di casa sentendo mamma piangere disperatamente. Ecco perché non volevo entrare in questo mondo. Non volevo essere anche io una delusione per mamma. So quanto soffra da quando Edo è in carcere e avere anche un'altra figlia all'IPM non è il massimo. Questo è tutto per te Sà.
Vado sotto casa di quello che ha sparato a mio cugino e inizio a suonare finché non esce. Gli sparo due colpi, uno alla gamba e l'altro all'addome. Non mi interessa che sia una zona abitata, Salvo ha avuto giustizia e lo farei altre mille volte.
Sento le sirene, stanno arrivando, ora come ora non me ne frega nulla, sto fissando questo bastardo dissanguarsi davanti a me, non sono mai stata così soddisfatta.
<alzi le mani signorina, lei è?> dice l'agente e così faccio.
<Anna Conte.> dico fiera.
<andiamo bene, camorristi.> dice con un sorriso antipatico mentre mi mette in macchina
<fatt e cazz r toje, sbirr e merd.> dico squadrandolo male, ma chi si crede di essere sto qua? Io camorrista? Ho solo cercato di uccidere l'assassino di mio cugino.
<sta per caso cercando di aggravare la sua situazione?> chiede non ricevendo alcuna risposta da me.
In centrale mi fanno mille domande per poi portarmi in una cella ad aspettare il mattino successivo per mandarmi all'IPM.

<si svegli signorina.> mi dice un agente, ma è appena sorto il sole.
<e song sctat, nun v agitat.> dico esausta, ho dormito due ore scarse.
<è arrivato il suo borsone da portare in IPM.>
<buon accussì.> dico ironica.

Sono appena arrivata all'IPM, vedo Edo nei campetti e corro verso di lui.
<Eduà.> lo chiamo.
<Annarè, ma c sfaccimm c faje tu ca?> chiede sorpreso abbracciandomi, a quel contatto scoppio a piangere.
<oh che succiess?> mi chiede preoccupato.
<hann ammazzat a Salvo.> dico piangendo disperatamente.
<ma c staje ricenn?> dice.
<p nu rilogg, l'hann accis p nu rilogg.> dico continuando a versare lacrime.
<chi è stat?> non capisco se sia incazzato o triste o entrambi.
<l'hann sparat e spall, è muort comm a nu can Eduà.> più ci penso più mi sento morire.
<vogl sapè chi è stat.> urla verso il campo dove ci sono tutti i ragazzi sbattendo la mano sul cancello. Vedo Rosa correre verso di me ad abbracciarmi mentre piango.
<è stat a famiglia toje, omm e merd? eh?rispunn> è incazzatissimo. Il comandante cerca di calmarlo.
<fermt.> dice prendendolo dalle spalle.
<nun m tuccà. ij nun song comm o Piecr, ij non song comm o Pirucchij, ij v'atterr a tutt quant.> dice Edo, vorrei essere forte come lui avvolte, ma non ci riesco.
<cammin ja.> il comandante lo fa uscire dal campetto.
<Eduà, nun fa strunzat, e pnsà a figlt.> gli dico
<pccrè, mo nun me rompr o cazz, nun teng genij.> dice, lo capisco, anche io ho appena perso mio cugino ma deve pensare a suo figlio.
<Liz, porta Anna in cella.> le dice il comandante e lei annuisce.
<veng pur ij.> dice Rosa alla guardia.
<grazie.> sorrido a Rosa, è incredibile come ci sia sempre per me.
<cammin ja, nun m ringrazià e nient, ossaje.> mi dice, la amo.


questo è stato più lungo degli altri, spero di riuscire a farli tutti più o meno di questa lunghezza anche se la vedo difficile ora che inizia la scuola.
🫶🏻

i love you||micciarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora