Capitolo 12

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Siamo in mensa a fare colazione e ovviamente sono al tavolo con Rosa, Kubra e Silvia.
Sto ancora pensando alla discussione mia e di Micciarella di due giorni fa, certe volte mi sta proprio sul cazzo, ma chi si crede di essere?
<oh ma c tien?> mi chiede Rosa, probabilmente ha notato che sono alquanto scazzata.
<Micciarella, m stong sfastriann e c curr appriess.> gli rispondo secca.
<c ta fatt?> mi chiede Silvia.
<semp a solita storij, nun vo sta nsiem a me però continua a m fa scenat e gelosij, nun o sopport chiù.> dico esaurita dai suoi comportamenti immaturi.
<secondo me lo fa perché ha paura di non essere all'altezza di una relazione.> dice Kubra.
<eh agg capit, ma allor nun m'adda rompr o cazz.> le rispondo.
Continuiamo a mangiare senza parlarne più.
Dopo un po' viene a chiamarci Maddalena per andare tutti in sala comune, ci saranno anche i ragazzi a detta sua.
<bamboline forza.> dice per farci muovere, oh ma che palle, pure lì devo vederlo.

Io, Kubra, Silvia e Giulia, non so perché si sia unita a noi, siamo sul divano davanti al biliardino dove sta giocando Micciarella insieme ai suoi amici.
Ad un certo punto vola la pallina sul divano e la prendo per porgerla a lui.
<Annarè, scus ma me carut a pall.> mi dice e io gliela porgo.
<ma mo vist ca tien tu nman m sent megl.> continua, ma crede di farmi addolcire così?
<piglt sta cos e vavattenn.> gli dico e con la coda dell'occhio vedo che mi sorride.
<e vattene.> gli dice Kubra.
Giulia lo sta guardando un po' troppo per i miei gusti, vedo che si avvicina al biliardino dove giocano loro e prende il posto di Cucciolo.
<giocate a soldi?> dice lei, mi avvicino per sentire meglio.
<un punto: una sigaretta.> le risponde Micciarella.
<allora facciamo che si arriva a dieci, se vinco io, mi procuri del fumo.> dice lei.
<e se perdi?> le chiedo io, voglio sapere che dice.
<e se perdo, gli levo lo sfizio, tanto duri poco no?> vedo che lui è rimasto incredulo, ah si? va bene.
<e sij facessm ca t n vaje snnò t vatt a sang? te piacess chiù assaje?> le chiedo io guardandola non male, di più.
<che noiosa che sei Anna, non è colpa mia se il tuo fidanzatino è innamorato di me.> mi dice lei, ma mi sta forse sfidando?
<oh sorè m crir? me proprij rutt o cazz.> le dico spingendola e facendola finire sotto di me, mi metto su di lei e inizio a sbatterle la testa a terra.
Kubra e Silvia cercano di alzarmi da sopra di lei ma invano.
<t facc chiagnr sang brutta puttan bucchì.> le urlo addosso.
<oh Anna, basta.> mi afferra Beppe.
<ij t'accir puttà.> le continuo a dire.
Vedo Micciarella avvicinarsi.
<prendila, portala fuori a calmarsi.> dice Beppe a Micciarella.
<ij nun c vogl sta cu iss, nun m fir e o vrè.> gli dico.
<vuoi andare direttamente dalla direttrice?> a quanto ho capito è Sofia, mentre ero in permesso Paola è andata via, mi dispiace molto.
<no, quann maje.> dico, con quella non voglio parlarci.
<e vai con Micciarella allora, forza.> mi dice, che palle.

Siamo fuori da un po' ma nessuno dei due proferisce parola.
<ma c t jiut ngap primm?> mi chiede.
<m ra fastidij ca c prov.> dico.
<azz sij glus pur tu allor.> mi sfotte lui.
<e m par normal.> gli dico sorridendo.
Mi sento una strana sensazione addosso, come se fosse successo qualcosa a qualcuno a cui tengo, spero sia solo una cazzata. Non curante torno a parlare un po' con Micciarella, ci stiamo confidando molto, mi ha detto il suo vero nome, e ho deciso di chiamarlo Lele, a detta sua gli piace come soprannome. Di punto in bianco mi bacia, mi erano mancate le sue labbra così belle, ma devo farmi forza, non possiamo essere amici e poi baciarci o farci scenate di gelosia a vicenda.
<Lele, bast, nun è cos, ij e te cussì c facimm sul mal.> gli dico staccandomi da quel bacio che avrei voluto fosse infinito.
<pccrè ij t vogl.> mi dice.
<no Lè, nun c fa ben.> gli rispondo controvoglia.
<Anna ij t'agg itt ca vogl essr sul cumbagn pcchè nun t vulev fa suffrì, ma a quant agg vist t stong facenn suffrì chiù assaje accussi.> mi rivela.
<c vuless ricr?> gli chiedo curiosa.
<ca nun m n fott nient, ij vogl sta sul cu te.> mi dice io lo guardo negli occhi, non l'ho mai visto più sincero di così.
<pccrè parlm però.> mi dice e io senza fargli finire la frase mi butto dinuovo sulle sue labbra.
Mi metto a cavalcioni su di lui e mi tiene dal sedere e continuiamo a baciarci per infiniti minuti.
<Romeo e Giulietta oiloc.> dice Lino e ci stacchiamo di colpo.
<jamm bell ca vuje a na poc chiavat ngopp e scal.> continua lui facendoci ridere.
<foss a maronn Linù.> confessa Micciarella beccandosi un pugnetto sul braccio.

Sono passati due giorni da quando io e Micciarella stiamo insieme, in questi giorni è arrivato il chiattillo, un amico di Carmine e Silvia è uscita in permesso, Edo ancora non è rientrato e non capisco perché, forse si sta godendo Carmela o forse è in giro con quella chiattilla, boh.
Sento sta lagna continua da minuti dal pianoforte. Micciarella li fa stare zitti e mette un po' di musica seria a detta sua.
Iniziamo a ballare e lui si toglie la maglia.
<oh miett sta cos nguoll ca chell t sta guardann na poc tropp.> gli dico.
<mamma ro carmn pccrè.> dice lui.
Arriva Beppe che spegne tutto e fa continuare a suonare quella lagna, mamma mia che palle.

Sono tutti preoccupati per Edoardo, io compresa, non capisco perché ma non torna da due giorni.
Silvia è tornata dal permesso piena di bustoni.
<oh e vint a lotterij?> le chiedo ridendo.
<Alfredo.> mi dice sorridendo, non lo sopporto quello.
<statt accort Silviè, chill nun fa maje nient p senza nient.> le dico.
<nun t preoccupà Annarè.> dice togliendo un giubbino di jeans da una delle mille buste.
<aspiettm ca.> dice e va verso la cella della trapper.
La vedo tornare senza giubbino, non capisco.
<ma che fin ha fatt o giubbin?> le chiedo.
<c l'agg rat.> mi risponde facendo spallucce.
<commè c le rat?> le chiedo.
<eh comm regal.> ma sta scherzando?
<vabbuò.>

Vedo Rosa tornare disperata dal colloquio con il padre.
<oh che succiess amò.> le chiedo preoccupata.
<Edoardo.> eh?
<crè Eduard? che succiess?>
<l'hann sparat e po è fujiut, nun s trov chiù.> mi dice piangendo.
Un colpo al cuore. Mi sto sentendo male.
<commè nun s trov chiù Rò.> le chiedo piangendo.
<nun o sacc, papà ma itt e parlà co coccrun ca po sapè coccos, se i Di Salvo o trovan l'accirn.> mi dice.
Sto piangendo come non ho mai fatto prima d'ora. Il mio Edo. Non so cosa potrei fare se gli succedesse qualcosa di più brutto.
<Anna, staje seren, papà o trov.> mi dice per poi abbracciarmi mentre piango.

Siamo al corso di pizzeria e Tonino annuncia che stasera mangeremo tutti quanti insieme le pizze.
Vado in bagno a lavarmi le mani e vedo che Micciarella mi segue.
<pccrè so smman ca sto pruann a t resistr, ma nun cia facc.> mi dice baciandomi.
<c vuo fa?> gli chiedo, so dove vuole andare a parare e pure io voglio farlo.
Mi prende in braccio e mi appoggia al muro.
Inizia a baciarmi il collo e io ansimo sotto di lui.
<azz già?> mi chiede, stronzo.
Mi appoggia a terra.
<sij sicur pccrè?> chiede e annuisco.
Mi toglie i pantaloni e le mutande insieme.
<mamma mij pccrè, comm t chiavass.> mi dice mentre si avvicina alla mia bocca.
Scende con una mano fino al clitoride e lo accarezza.
<Lele..> gli dico tra un bacio e l'altro.
<shh statt zitt, c sentn.> mi dice in un sussurro percettibile.
Infila un dito e io spalanco la bocca, vedendomi in quelle condizioni sorride e da vero stronzo infila un secondo dito facendomi chiudere gli occhi.
<Lele, maronna mij, continua t preg.> gli dico a bassa voce per non farci sentire da nessuno. Continua così per svariati minuti.
<ahh, sto-> dico ma nemmeno il tempo di finire la frase che toglie subito le dita.
Riapro gli occhi e vedo che si è messo con la faccia davanti alla mia intimità e mentre ci guardiamo mi sorride soffiando poi su di essa così da farmi emettere un gridolino.
<shh pccrè.> dice prima di iniziare a leccare senza pudore.
<ahh continua accussi Lè.> dico, mi sta facendo impazzire.
<ahh, ij sto-> non finisco nemmeno la frase che sento un piacere immenso travolgermi così tanto da farmi tremare.
Lui si alza e mi sorride.
<acconct e jamm.> dice.
Mi prende la mano e andiamo verso il corso di pizzeria.
<comm sij bell quann vien pccrè.> mi dice in totale sincerità e tranquillità.
<ohh shh.> gli dico.
<e c t n fott, tutt quant hann sapè ca si a mij.> dice lui baciandomi, sento una marea di farfalle volarmi dappertutto.


questo capitolo ha suscitato emozioni fortissime nella nostra Anna, ma il prossimo non sarà per niente bello
🫶🏻

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