Capitolo 22

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Torno in cella con il sorriso.
Ho fatto l'amore con Micciarella.
Ancora non ci credo, giuro.

Sono in cella con Rosa che si sta ritoccando il trucco.
<vir ca pur s t mett o stucc nfacc riman semp o cess.> le dico ridendo.
<fo cess sor ra fess.> mi dice lanciandomi il cuscino ridendo a sua volta.
Sentiamo entrare qualcuno.
<hanno ucciso Alfredo.> Silvia.
Mi sento una merda a saperlo già e non aver detto nulla, ma non voglio che succeda qualcosa a Micciarella.
<ma c staje ricenn?> chiede Rosa preoccupata.
<chi l'ha accis?> chiedo andandomi a sedere vicino a lei, seguita da Rosa.
<pensan ca so stat ij.> dice Silvia disperata.
Mi sento così in colpa.
<tu?> chiedo stranita.
<o magistrat mi deve interrogare.> dice Silvia, piangendo.
<Silvia.> dice Rosa comprensiva.
<quant strunzat ca v'agg itt, ca nun m n futtev chiù, ca p me putev pur murì.> dice Silvia tra le lacrime.
<nun è over nient, lo amavo, pur si ma usat.> continua piangendo.

Sto cercando di dormire ma c'è Giulia che canta.
<e statt zitt.> urlo per farla smettere.

Appena sveglia sento urla.
La ragazza, arrivata da poco è per terra.
C'è Kubra che la sta aiutando.
Arriva anche Nunzia a soccorrerla.
<Nunziè, serv l'aiut toje ca.> dico guardando la scena.
La portano in infermeria.
Chissà cos'ha sta ragazza.

Ci portano in cortile.
Vedo Edoardo abbastanza strano.
Pure Rosa mi ha detto che gli è sembrato abbastanza strano.
Non so cosa stia passando oggi, bah.

Ci hanno appena detto che quella pazza di Giulia ha appiccato il fuoco nello studio di registrazione.
Questa ragazza mi stupisce ogni giorno sempre di più.
Se vuole morire, che non porti altre persone in mezzo.

Andiamo a fare una doccia.
Silvia non spicca parola nemmeno per sbaglio.
<sta accussi r aier, ha chiagnut tutt a nottat.> dice Rosa a Kubra.
<secondo voi avrebbe mai potuto fare una cosa del genere?> ci chiede Kubra.
Scuoto la testa, non è stata lei, e io so anche chi è stato.
<no, pure se, p ammor a vot s fann cos ca manc s vulessn fa.> risponde Rosa, andando a cambiarsi.
La seguo andando in cella.

Andando in cortile vediamo quella stronza di Donna Wanda con la figlia di Carmine in braccio, ferma Rosa e non so cosa le dice.
Stronza com'è non so cosa sia capace di dirle.
Saliamo in sala comune, ci sono anche i ragazzi, fortunatamente.
Sono davanti alla finestra con Rosa a fumare una sigaretta.
<chella cess.> dice incazzata lei.
<ma c cos?> chiedo io.
Sentiamo arrivare anche Silvia.
<e vist a tua suocera?> chiede lei.
<eravat vrè a facc ca fatt, a vulev vattr.> dice Rosa ancora più incazzata.
<per me tiene paura, ca c puort vij o figl.> dice Silvia.
<lo sa bene quello che Carmine prova per te.> continua a sostenere.
<s è p chest allor può sta pur senza pensier.> risponde Rosa.
<ah si?> chiede Silvia.
<ossaje già chill ca pens.> risponde Rosa tranquillamente.
<ma ij sto parlann re Rosa e Carmine, no re Ricc e Di Salvo.> continua Silvia.
Prevedo una litigata potente, perciò mi faccio i cazzi miei continuando a fumare in pace.
<io non lo amo più.> dice Rosa.
<e allor c bisogn tien e Luig?> chiede Silvia.
Ecco qui.
<parl proprij tu ca ce l rat a tutta Napl?> risponde Rosa alzando i toni soffocando una risata.
<tien ragion, ij song sul na zoccl, no?> dice Silvia.
<anzi, scus s m so preoccupat p te.> continua andandosene.
<amò.. ess vulev sol essr r aiut.> dico a Rosa per farla ragionare.
<nun m n fott nient.> dice andando via.
Tutti pazzi comunque.
Mi si avvicina Micciarella.
Com'è bello mamma mia.
<pccrè, ma staje semp ca sigarett mocc?> dice lui.
Si, ha qualche problema?
Lo guardo confusa.
Non capisco il suo problema se io fumo.
<embè? e tu c vuo?> chiedo scazzata.
<nun t fa buon, ossaje pur tu.> risponde lui.
Mi fa bene eccome.
Alzo gli occhi al cielo seccata.
<crè? aropp a chiavat staje ngazzat?> mi dice con un sorrisino.
Stupido.
<si tutt sciem si.> dico sorridendo.
Mi lascia un bacio sulla fronte e si allontana.
È tanto scemo quanto bello.

Dopo qualche minuto arriva Nunzia.
<eccola!> urlo io vedendola.
<n allucca scurnacchià.> dice Nunzia facendomi ridere.
<allora, jamm, tutti al corso di pizzeria, forz.> continua lei.
<e t parev ca n'er venut a rompr o cazz?> dico io avvicinandomi agli altri.
Nunzia mi da una spinta leggera e scendiamo tutti al corso di pizzeria.

Tonino ci spiega cosa faremo oggi, il pane.
Ma cosa me ne frega a me del pane?
Questi corsi mi faranno uscire pazza un giorno.
Entra la direttrice a comunicarci che Giulia verrà trasferita e che se vogliamo possiamo andare a salutarla, onestamente? Non mi interessa proprio per niente, fanno bene a mandarla via e spero che nessuno vada a salutarla con tutti i danni che ha creato.
Vedo la faccia di Micciarella cambiare di colpo.
Bah.
Comunica poi a Carmine che potrà uscire tra qualche giorno, beato lui.
Iniziamo a fare questo benedetto pane.
Dopo qualche minuto mi stanco ed esco a fumare una sigaretta, mi ci vuole proprio.
Vedo la macchina pronta per trasferire Giulia.
Dopo qualche istante arriva anche lei.
Noto Micciarella uscire e andare verso la sua direzione, ma fa sul serio?
Il mio cuore salta un battito quando li vedo uno difronte all'altra.
Spero stia scherzando, altrimenti con me ha chiuso.
Sento un'ultima frase da parte di Giulia:
"Micciarè, falle impazzire tutte, promesso?"
Lui annuisce soltanto e si gira verso di me.
Sbianca totalmente alla mia vista.
Sono un fantasma? Non ho capito.
<e bravo Micciarella.> dico avvicinandomi a lui, applaudendo ironicamente.
Mi guarda confuso.
Te la spolvero io la memoria adesso.
<er ji p forz a salutà?> chiedo incrociando le braccia sotto al seno.
<nun accumincià a m fa sceneggiat.> dice lui.
Ah no? Bene.
<no nun facc nient, pcchè nun m n fott proprij.> dico io incazzata.
<ah nun t fott proprij?> dice lui.
<e c t'aggia ricr?> chiedo io.
<e fatt chell ca vulev tu, c si rimast pur mal ca s ne jiut.> dico ridendo sarcasticamente.
<è na guajiona comm a tutt quant, è normal ca c song rimast accussì.> dice tranquillamente.
Ok, come dice lui.
Annuisco e rientro dagli altri.

Ci portano in sala comune dopo cena.
Sia maschi che femmine, tranne Edoardo.
Che fine ha fatto?
Mi avvicino al suo gruppetto, anche lui purtroppo.
Mi sta altamente sul cazzo dopo quello che ha fatto pomeriggio.
<ueue.> dico avvicinandomi.
<Annarè.> dicono tutti, tranne Micciarella, ovviamente quando è incazzato non esisto più, ma vaffanculo.
<ma Eduard aro sta?> chiedo sospetta.
Si guardano come se non potessero parlare.
<allor? vulit parlà o no?> chiedo spazientita.
<Annarè, fratt sta a cas ra chiattill.> dice Cucciolo.
Sbarro gli occhi incredula.
Ma in che senso?
<ma over?> chiedo sbalordita.
Annuiscono sicuri.
Che stronzo che è.
Carmela è sempre stata lì, l'ha sempre aiutato, una delle poche persone che si è veramente presa cura di lui, e lui cosa fa? Se ne va dietro quella bambolina? Non ho parole.
<rictc ra parte mij ca fa schif.> dico andando via.
Odio il genere maschile.
Da mio "padre" a Micciarella.
I maschi sanno solo far soffrire le persone che tengono a loro.

i love you||micciarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora