Capitolo 3

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La mattina seguente mi alzai e, strofinandomi gli occhi con le mani, mi recai verso la finestra. Erano le 10 passate, ormai, e fuori il sole era alto in cielo. Mi recai in bagno per una doccia rilassante che mi aiutasse a cominciare la giornata nel modo migliore. Lasciai che quel profumatissimo bagnoschiuma all'albicocca mi percorresse il corpo e mi lasciasse quella sensazione magnifica di pulito.

Uscii dalla doccia e mi vestii frettolosamente. Legai i capelli, ancora umidi, in un rapido chignon e mi recai in cucina per mangiare una brioches con marmellata e bere un bicchiere di latte.

"Ciao piccolino." mi lasciai sfuggire quando vidi Bazz seduto di fianco alla mia sedia con occhi che mi guardavano pieni d'amore.

"Mi ero quasi scordata quale fosse il suono della tua voce." sbofonchiò mia madre con tono assai sarcastico.

Senza darle retta finì la brioches e andai sul divano per guardare la televisione.

"Hai intenzione di passare i tuoi restanti giorni incollata al divano? Non se ne parla di fare un giretto fuori e di conoscere meglio la città?" disse mia madre, tanto per continuare la rottura di coglioni giornaliera.

"Cosa ne sai, Char, magari ti fai qualche nuovo amico o magari vedi qualche scuola interessante in cui poter iscriverti."

Fino ad allora avevo frequentato il liceo linguistico, sia perché amo le lingue e anche perché avevo voluto seguire le uniche due persone che ero riuscita ad avere amiche in tutta la mia vita.

Per evitare di continuare a sentire le lagne di mia madre tutta la mattinata feci un cenno con la testa e uscì dalla porta. Era una giornata di primavera e io avevo sempre amato la primavera, per i bellissimi fiori che portava.

Amavo soprattutto le margherite, che pur essendo così semplici, avevano un fascino spettacolare. Un po' come le persone: amavo le persone semplici, che potevano essere apprezzate da pochi, piuttosto che le persone che amavano sentirsi appariscenti e venivano apprezzate da tutti per il meraviglioso aspetto esteriore che mostravano.

Forse era anche per quello che mi ritrovavo senza amici: perché ai giorni nostri trovare persone in grado di apprezzare le cose più semplici della vita e di sorprendersi con poco, è praticamente impossibile.

Proseguii il mio giro turistico per la città e prima di tornare a casa mi recai in quel meraviglioso parco, dietro la casa temporaneamente nostra. Un parco meraviglioso, con distese enormi di prato, un piccolo laghetto al centro, circondato da panchine arricchite con vari ghirigori e delle altalene miste a scivoli sulla parte destra del parco.

I parchi raggiungono il loro massimo splendore in primavera, e la prima cosa che mi venne in mente fu: "Finalmente! Questo parco è splendido per poter dipingere in santa pace!" Io amavo dipingere e quel parco sembrava fatto apposta per me. Non c'era posto migliore dove ricevere ispirazione per i miei dipinti. Felice, decisi di recarmi lì il giorno seguente , per cominciare a dedicarmi al mio nuovo lavoro.

Per quella mattina, il mio giro turistico, in quella nuova città piena di traffico, sarebbe terminato, anche perché avvertivo un certo languorino nello stomaco. Mi misi le cuffiette nelle orecchie e mi recai verso casa.

Non feci in tempo a varcare la soglia che mi madre si precipitò all'ingresso, con un sorriso che andava da un orecchio all'altro. Sembrava proprio che l'idea di una nuova vita la mettesse di buon umore.

"Ho trovato una scuola bellissima, a solo un paio di isolati da qua, in cui potrai iscriverti! Non ti sembra grandioso?" disse con tono sempre più allegro.

Senza darmi il tempo per rispondere continuò"Si tratta di un liceo linguistico, proprio come piace a te! Potrai cominciare dal mese prossimo!"

Alzai gli occhi al cielo e me ne andai in camera. Mi buttai sul letto e subito arrivò il mio bellissimo gattino a farmi compagnia.

"Un pochino di entusiasmo, tesoro!" sentì provenire dall'altra stanza, ma non le diedi retta e chiusi gli occhi, sperando di poter concludere quel periodo il più in fretta possibile.

La mia luna nuovaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora