Capitolo 8

56 3 0
                                    

Diiing... Diiing... Diiing...

Mi svegliai di soprassalto, in seguito al suono di quel telefono che avevo l'abitudine di lasciare sul comodino di fianco al letto, ogni singola notte. *Tre messaggi illuminarono lo schermo del mio telefono.* Chi , mai, poteva essere alle sei di mattina di un comunissimo giovedì di primavera?

Isac: "Buongiorno, cara Char! Perdonami per l'orario, ma ho la strana abitudine di alzarmi molto presto la mattina, per fare tutto con calma ;)"

Isac: "Volevo solo sapere se stai bene... e se oggi pomeriggio ti va di incontrarci verso le quattro per andare ad assaporare il nuovo splendido libro al parco... passerei a prenderti io, ovviamente!"

Isac: "Ti ho scritto stamattina perché, avendo un test di matematica e due di inglese quest'oggi, a scuola, considero molto difficile l'aspettativa di incontrarci per i corridoi. Un bacio."

Oh Dio, non credevo ai miei occhi. Mi ero appena svegliata un'ora prima del solito, per leggere i messaggi di un ragazzo conosciuto da pochissimo tempo, io che amavo dormire più di ogni altra cosa.

Char: "Sai Isac, stavo dormendo a quest'ora della mattina, comunque va tutto bene e, per oggi pomeriggio penso possa andare okay..."

Isac: "Perfetto signorina, a dopo. Scusi tanto se l'ho svegliata. :*"

Bloccai lo schermo del cellulare e lo riposi sul comodino, appena prima di decidere di alzarmi definitivamente dal letto per andarmi a fare una doccia. Ormai non sarei mai riuscita a riprendere sonno, pensai. Finii di prepararmi con anticipo quella mattina e mi sdrai sul divano, con l'intenzione di cercare qualcosa di interessante in televisione.

Quando mia madre si alzò, mi guardò con aria stupita, dato che era abituata a vedermi fare mille corse ogni mattina.

"Già sveglia, cara?" sbofonchiò, con aria stanca.

"A quanto pare..." risposi, facendo un minimo accenno di sorriso.

Uscii di casa e, per la prima mattina, feci la strada in tutta calma, riuscendo ad ascoltare tranquillamente alcune tra le mie canzoni preferite.

La mattinata passò velocemente e, alle tre, rientrai a casa. Un'ora dopo, puntuale come un orologio svizzero, sentii suonare il campanello. Raccolsi la mia roba e la infilai di corsa nello zainetto, nel quale avevo riposto il libro che Isac mi aveva regalato, prima di aprire la porta.

"Ma come siamo belle, oggi!" esclamò, appena uscii dalla porta.

"Non ho nulla di diverso da solito..." dissi, sentendo il rossore avvampare sulle mie guance. Ed era vero, indossavo un semplicissimo vestito bianco, abbinato ad un cardigan, anch'esso bianco, avevo un filino di mascara sugli occhi e i capelli sciolti che mi scendevano lungo la schiena.

"Appunto." rispose lui, passandomi una mano tra i capelli.

Ci avviammo verso il bellissimo parco, nel quale era avvenuto il nostro primo incontro e, prima di arrivare al parco, ad Isac venne la splendida idea di fermarsi a prendere un gelato. Accettai senza riflettere e, appena arrivammo in gelateria

"Che gusti prendi, Char?" domandò incuriosito.

"Fragola e crema, grazie." Dissi a basse voce.

"Due coni, fragola e crema, per favore." Disse poi, rivolgendosi al gelataio.

Finito il gelato andammo al parco e, appena arrivati, trovammo un angolino tranquillo, che sembrava fatto apposta per noi, in cui si poteva tranquillamente leggere, senza alcun disturbo.

Ci sdraiammo sul prato e fissammo il cielo per qualche secondo. Era proprio una bella giornata: il sole era alto in cielo e c'era anche un lieve venticello che, spostando lentamente i capelli sul mio viso, rendeva il sole molto gradevole. Il prato era soffice e mi persi nell'ammirare la bellezza di quelle nuvole che, spostandosi lentamente nel cielo, disegnavano forme buffe e davvero insolite. Poi il mio sguardo si spostò involontariamente su quel misterioso ragazzo sdraiato di fianco a me. Lo fissai per qualche secondo, quando...

"Cosa ho sulla faccia?" domandò Isac, sprofondando in una risata che mi ricordava tanto quella del nostro primo incontro.

Notai una bellissima fossetta , non tanto marcata, comparire sulla sua guancia sinistra. Non ci avevo mai fatto caso e, probabilmente, trovandomi a pochi centimetri di distanza da lui, quella era la prima volta che la vedevo. Era davvero amabile. Non mi sentii, stranamente, a disagio e lo seguii nella risata.

"Sei così bella quando ridi, cavolo! Perché ridi così poco?" domandò, portando il suo sguardo nei miei occhi.

Distolsi lo sguardo e cambiai argomento: "Siamo venuti qui per leggere o cosa?" dissi facendo un sorriso.

"Dio, sei così misteriosa, Char!" esclamò, prima di estrarre il libro dalla tasca ed invitarmi a iniziare a leggere la trama. Parlava di un amore tormentato di due ragazzi che, costretti a matrimoni combinati, tentavano alternative per vivere il loro amore dannato è impossibile. La trama mi colpì parecchio e iniziai a leggerlo piena di entusiasmo. Leggemmo due capitoli interi senza stancarci, tra qualche piccola risata e qualche squallida, ma divertente battuta di Isac. Mentre leggevo l'inizio del terzo capitolo, sentii la mano di Isac avvicinarsi ai miei capelli e accarezzarli dolcemente e, subito dopo, la sentii scendere verso il viso, fino a raggiungere le guance per accarezzarle. Interruppi la lettura e scostai la testa. Mi girai per guardarlo, mentre...

"No, continua ti prego. Eri così carina, tutta intenta nella tua lettura che non ho potuto evitare di farti una carezza." Disse lui con un gran sorriso.

"Guarda il sole Isac! Ormai sta tramontando, sono quasi le sette, devo rientrare." dissi, guardando fisso quella fossetta che gli compariva ogni volta che abbozzava un sorriso.

"D'accordo Char, ti accompagno a casa!"

Riponemmo le cose negli zaini e andammo verso casa. Arrivati a destinazione, mi salutò e mi stampò un bacio sulla fronte, prima di girare le spalle e uscire dal mio campo visivo. Mi girai e vidi mia madre, che stava arrivando a casa da lavoro, fare un gran sorriso. Aveva visto la scena, che imbarazzo! Per la cronaca io non ero nemmeno consapevole della confidenza che si era creata tra di noi, nell'ultimo pomeriggio. Evitai mia madre e andai a riposare.

Nei giorni seguenti continuammo a frequentare il parco, alternando la lettura a momenti di relax, con sguardi persi nel guardare il cielo. Non mi ero mai sentita così a mio agio con una persona e, per di più, la trama del libro diventava ogni giorno più interessante.

La mia luna nuovaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora