La mattina seguente mi svegliai di nuovo all'ora di pranzo e ricordai di essermi intrufolata in casa piano, per non farmi sentire la sera prima e pregai che davvero non se ne fosse accorto nessuno. Quando vidi mia nonna spensierata venirmi in contro e darmi un bacino, capii che non sospettava nulla, così presi coraggio e provai a domandare se il giorno stesso sarei potuta andare a fare un giro in città e poi all'ospedale per vedere se la salute di mia mamma stava migliorando. Mia nonna senza esitare approvò e, appena finito di mangiare, mi fece accompagnare dal nonno in ospedale. Appena arrivai domandai ai medici quale fosse la collocazione di mia madre e uno di loro mi condusse alla stanza.
"Tesoro, eccoti finalmente!" esclamò mia madre, appena mi vide.
"Mamma, come stai?" domandai.
"Oh, Cara meglio, meglio... penso che tra un paio di giorni mi lasceranno tornare a casa! Anzi, forse anche domani stesso!" rispose sorridendo.
"Oh, finalmente mamma!" affermai io sollevata.
Arrivò l'infermiera e confermò che sarebbe stata dimessa il giorno successivo, dopodiché mi chiese gentilmente se potevo uscire perché dovevano fare gli ultimi controlli. Uscii e, appena presi in mano il cellulare per chiamare mio nonno, vidi un messaggio.
Isac: "Buongiorno piccola, dormito bene? Perdonami, ma mi sono appena alzato ;)" 14:52
Finì di leggere e sentii il telefono suonare. Risposi e riuscii a percepire la voce assonnata di Isac, così feci una piccola risata.
"Char, coma mai non rispondi?" borbottò.
"Isac sono in ospedale..." risposi, uscendo dalla porta d'ingresso.
"Vengo a prenderti, cinque minuti e sono lì!" disse in fretta.
"Aspet..." guardai lo schermo del telefono e notai che aveva già riattaccato.
Mandai un messaggio a mia nonna dicendo che avrei passato la giornata con un amico e lei acconsentì. Rimasi seduta sul muretto d'ingresso e cinque minuti dopo esatti vidi la moto di Isac arrivare. Si tolse il casco sistemandosi i capelli con una mano e venne verso di me, così mi alzai e lo raggiunsi.
"Dai, Char, sali che ti porto a fare un giro!" disse entusiasta.
"Ehm, Isac... io non sono mai salita su un coso del genere e mi incute abbastanza paura..." dissi, continuando a fissare la moto.
"Ma figurati! Lasciati andare, piccola, vedrai che ti piacerà!" disse porgendomi il casco.
Cercai di rimanere tranquilla e indossai il casco. Mi posizionai dietro di lui e lui partì. Andava piuttosto forte ed inizialmente mi sentivo il cuore in gola, così lo strinsi sempre più forte e chiusi gli occhi.
"Lasciati andare e stai tranquilla, sarà divertente! Ah, apri gli occhi per favore!" disse Isac.
Come diamine faceva a sapere che avevo gli occhi chiusi? Magari lo aveva semplicemente immaginato. Decisi di dargli retta e mi lasciai andare: aprii gli occhi e sentii una sensazione a dir poco meravigliosa. Mi sentivo libera! Libera come mai, prima di quel momento. Libera come un uccellino che vola alto in cielo. Libera come dopo il compleanno dei diciotto. Libera come quando sai di non dovere alzarti la mattina seguente e non hai fretta di andare a letto. Libera più di tutte queste esperienze messe insieme. Sentivo il vento potente e maestoso che mi arrivava contro al massimo della velocità, ma io lo battevo in ogni caso, i capelli fluttuavano in aria e la vista della strada davanti a noi era relativa. Le braccia attorno al torace di Isac mi davano un profondo senso di sicurezza e sentire la sua voce ogni cinque minuti per chiedermi se andava tutto bene mi dava un senso di assoluta tranquillità, facendomi sentire importante.
Lo sentì rallentare ed accostare poco dopo. Scese e mi prese la mano, aiutando anche me a scendere e a levarmi il casco.
"Allora, com'è stato piccola Char?"domandò, fissandomi negli occhi.
"Oh, Isac, e stato davvero grandioso!" risposi, facendo il sorriso più grande mai fatto e gli saltai al collo, abbracciandolo forte.
"Finalmente piccola! Finalmente ti stai lasciando andare con me! Finalmente ti vedo spensierata! Non sai quanto io sia felice..." disse lui, stringendo il più possibile la presa.
Facemmo un piccolo giro in centro e mi portò in un bar alquanto losco. Odiavo il centro, ma con lui di fianco diventava anche quello un posto gradevole. Mi afferrò la mano appena entrammo nel bar e si voltò verso di me affermando:"Ti presento qualche mio amico!"
Mi trascinò, per mano fino al retro del bar, un posto decisamente più tranquillo del davanti e mi condusse fino ai tavolini più in fondo, nei quali erano seduti quattro ragazzi e un biondina. Era lei! Quella bionda con cui l'avevo visto in mensa. Feci finta di nulla e cercai di mantenere la calma... quando la vidi tenersi la mano con un altro ragazzo del gruppo mi sentii notevolmente meglio.
"Oh ragazzi! Da quanto!" esclamò Isac, dando una pacca sulla spalla ad un ragazzo voltato di spalle.
"Isac! finalmente fratello!" rispose e cominciarono a discutere di vari argomenti fino a quando...
"Chi è questa bella ragazza?" domandò il ragazzo dagli occhi blu, che Isac aveva salutato poco prima.
"La mia ragazza, Brend!" rispose Isac, con tono della voce chiaramente irritato.
"Calma fratello! Dicevo solo che l'hai scelta molto bene!" rispose, fissandomi.
Isac, non rispose e dopo averli salutati decise di andare via. Però a me non sembrava reale. La sua ragazza? Mi aveva presentata come sua ragazza! Mi sentivo davvero felice.
"Char, hai sentito parlare del ballo di fine anno?" domandò Isac, mentre infilava il casco.
"No, cos'è?" risposi curiosa.
"Oh, vedrai! Ci verrai con me, è davvero divertente!" rispose.
Io acconsentii, anche se odiavo andare in posti chiusi e buii, pieni di gente e dover ballare in mezzo a tutti, ma lasciai correre e infilai anche io il casco. Partimmo e mi riaccompagnò a casa in tempo per la cena.
"A domani piccola!" disse e poi ripartì.
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La mia luna nuova
RomanceCharlotte, una ragazza apparentemente molto normale, è arrivata da poco nella città di Hoboken. Una ragazza sui 17 anni, di media altezza, capelli lunghi color pel di carota, viso pieno di lentiggini e occhi chiari. Niente di così straordinario pens...