Capitolo 12

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SALI E SCENDI

Mi fece un po' male al cuore sapere che Duke non avesse mai parlato di me al lavoro. Sapere che la mia presenza nel suo ufficio gli avesse dato fastidio e sapere che, invece, quella di Rebeka no.

Ultimamente lui era sempre più distante, distaccato, pensieroso. Si dedicava talmente tanto al lavoro, da non rendersi conto di avere una vita e una moglie.

Rimuginai nei miei pensieri sorseggiando un cappuccino sul bordo del divano. Il rumore della porta mi fece voltare, trovando Duke. Non lo salutai, mi girai nuovamente e guardai roteare la schiuma del latte nella tazza.

«Rose...»

Lo sentii avvicinarsi e fermarsi dietro di me. Non dissi niente.

«Mi dispiace, non volevo trattarti in quel modo.»

«Ma lo hai fatto», risposi d'istinto.

Girò attorno al divano per sedersi di fronte a me. Mise una mano sulla mia coscia e mi guardò negli occhi.

«Ultimamente, ci sono stati problemi al lavoro e il mio umore nei tuoi confronti si è incupito.»

Lo osservai, cercando di non cedere come il mio solito. Sembrava stanco, aveva i capelli scompigliati e gli occhi tenebrosi. Non era mai stato così.

«Che mi dici di Rebeka?» domandai trepidante.

Distolse lo sguardo e lasciò la presa sulla mia coscia.

«Non c'è niente tra me e Rebeka.»

«Non ti ho chiesto se c'è qualcosa tra voi due» contrattaccai. Ritornò a guardarmi.

«Rose, non preoccuparti. Io ti amo e ti prometto che non sarò più questa persona.» Mi stampò un bacio sulle labbra, lasciandomi confusa. Dimenticai tutto ciò che avrei voluto dirgli.

«Vado a farmi un bagno», affermò, salendo le scale. Mi lasciò senza parole.

Per distrarre la mente, riordinai la cucina, e infine andai a sdraiarmi sul letto.

Coperta fino all'orlo, osservai il posto di Duke vuoto accanto a me.

Una volta finito il bagno, entrò in camera da letto con solo i boxer addosso, e si sdraiò, mettendosi faccia a faccia a me.

«Non voglio vederti così.» Con il pollice mi accarezzò la guancia.

«Non farmi stare più così», risposi.

Apparentemente dispiaciuto, si avvicinò sempre di più e mi baciò delicatamente. Mi scese una lacrima.

«Stamattina mi sono sentita disprezzata, così come negli ultimi giorni, quando non mi hai degnata neanche di uno sguardo.»

Mi strinse fra le sue braccia e mi coccolò, senza dire niente.

«Mi prometti che non lo farai più?»

«Lo prometto», sussurrò nel mio orecchio. Così, fra le sue braccia, mi addormentai.

Il giorno dopo, aprii gli occhi, ma non trovai Duke. Prima di alzarmi e cercarlo, però, entrò in stanza con un vassoio colmo di cibo.

«Buongiorno!»

Mi poggiò il vassoio sulle gambe e si sedette accanto a me, dandomi un bacio sulle labbra.

«Duke, non dovevi!»

«Si, invece», rispose sorridente.

Sorrisi e gli posai un dolce bacio sulla guancia.

Nel mio cuore. Custode dell'amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora