Capitolo 22

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TESTA O CUORE?

Sorseggiai un mega caffè colmo fino all'orlo guardando il vuoto. Ero seduta alla scrivania del mio studio di moda e non riuscivo a capire cosa mi passava per la testa.

Ero confusa.
Confusa riguardo ciò che fosse successo la sera prima.

Stavo sognando o era reale?

Forse le sensazioni che sentivo ancora nel corpo, risposero alla mia domanda.

Cole. Io. Noi.
Ieri sera.

Era stato tutto così magico e magnifico, tanto da non sembrare la mia vita.

Eppure con Cole era sempre così. Ero io ad aver dimenticato cosa si provasse stando insieme a lui.

Dal primo momento in cui lo vidi, lì davanti alla porta del mio appartamento, ero già consapevole che avrei ceduto senza nemmeno opporre resistenza.

Di fronte a lui, tutta la rabbia, le preoccupazioni e i rimorsi, svanirono.

I suoi occhi erano diventati più luminosi, da sembrare un faro puntato addosso. E ogni suo sguardo sembrava provocarmi un ustione.

Il suo corpo era così mascolino e possente, diverso dal giovane Cole dell'epoca. Era ancora più bello, era diventato uomo.

Al suo "buon anno", non seppi cosa rispondere. Rivederlo, aveva reso un buon anno anche il mio.

Gli chiesi cosa ci facesse lì. Sì, perchè non mi sarei mai aspettata questo gesto da parte sua. Con la testa in confusione, lo feci accomodare in casa e ascoltai ciò che avesse da dire.

Sentire quelle sue parole, mi aprì definitivamente gli occhi. C'erano state così tante cose non dette, non sapute, da portare ad allontanarci sempre di più, fino a credere nell'indifferenza dell'altro.

La mia presentazione gli fece fare il passo avanti, e fece bene, perché solo così riuscii a scoprire la sua verità.

Non mi aveva mai dimenticata, ma soprattutto, non aveva mai smesso di amarmi.

La cosa che però sbloccò ogni lucchetto chiuso in me, fu sapere che lui era venuto a Londra a cercarmi.

Duke non me l'aveva mai detto. Mi aveva nascosto questo segreto per anni. Probabilmente sapeva che rivederlo mi avrebbe portata via da lui, da Londra, dai suoi affari. Perchè la cosa a cui gli servivo era il suo lavoro, nient'altro.

Quando Cole me lo confessò, in quell'esatto momento, il mio cervello andò in tilt.

Iniziai a pensare e ripensare ad un sacco di cose. A me, a Londra, ai momenti passati con Duke, alle parole di Duke dette a Cole.

Ero confusa ma anche furiosa.

Non con Cole, ma con Duke, con me e con la stupida vita che conducevo quando stavo con lui.

Mi resi conto di aver perso troppo tempo a non vivere le emozioni vere, le emozioni dell'amore.

Così guardai Cole negli occhi e, senza pensarci due volte, incastrai le mie labbra con le sue.

Non mi importava più di niente e di nessuno. L'unica cosa che volevo in quel momento, era baciarlo, assaporarlo, sentirlo, fino all'ultimo istante, senza frenare più le mie emozioni.

Quando mi portò sul letto, non volevo altro che tenerlo per sempre stretto a me e non lasciarlo andare.

Lo indussi a spogliarmi e lui lo fece con delicatezza, come se fossi un diamante di cristallo, come se avesse paura di rompermi o farmi male. Ma la passione era troppo forte per essere tanto delicati, così presi io l'iniziativa.

Nel mio cuore. Custode dell'amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora