UN BRINDISI ALLA VITA
«Rose, cosa ci fai quì?»
Rimasi ferma immobile dinnanzi a Christian e Paul.
La mia testa sembrava andare a cento all'ora e, allo stesso tempo, pietrificarsi.
I due si guardarono corrucciando il viso e poi tornarono a guardare me.
Avrei dovuto dire qualcosa. Qualsiasi cosa.
«Ragazzi... stavo tornando a casa ed ero nelle vicinanze, quindi sono voluta salire per salutarvi ma non c'eravate...» dissi, cercando di trattenere il tremolio della voce.
«Abbiamo fatto un giro in centro» rispose Paul.
«Rose non devi uscire da sola a quest'ora!» Esclamò Christian.
«Ero con dei colleghi di lavoro...»
Sentii la porta di una camera aprirsi dietro di me.
Il mio cervello scattò all'istante.
Sorpassai Christian e Paul, così da farli voltare e andai verso l'ascensore.
«Vado a casa, sono stanca» dissi, non prima però, dì vedere Cole uscire dalla sua stanza.
Simulai un finto colpo di tosse, così che ci vedesse e rientrasse nella sua camera.
«Sei raffreddata?» mi domandò Paul.
«No. Mi è andata un po' di saliva di traverso» risposi.
Cole ci notò ed entrò immediatamente in camera sua.
Capitavano tutte a me!
«D'accordo, adesso vado, si è fatto tardi!»
Premetti il pulsante dell'ascensore e attesi che arrivasse, così da fuggire via dal disagio che provavo in quel momento.
«Rose?» Paul chiamò il mio nome con un tono sospettoso.
«Sì?» dissi, voltandomi verso di lui.
«Buon compleanno» disse, facendomi tirare un sospiro di sollievo.
«Oh è vero, è già passata la mezzanotte! Auguri Rose!» Proseguì Christian.
«Grazie ragazzi!»
«Almeno siamo stati i primi a farti gli auguri!» esultò Paul.
Sorrisi. Non sapevano che qualcuno li aveva già anticipati.
«Buonanotte ragazzi, ci vediamo domani!»
Le porte dell'ascensore si aprirono ed io salii sopra.
*****
"Toc toc".
Aprii gli occhi. Era già giorno e qualcuno stava bussando alla porta della mia camera, per poi, subito dopo, aprirla.
"Tanti auguri a te. Tanti auguri a te. Tanti auguri a Rose, tanti auguri a te".
Mi sedetti con le gambe incrociate sul letto e fui avvolta dalla calorosa canzoncina d'auguri cantata da mia madre e da Andrey.
«Tanti auguri tesoro!» disse mia madre, porgendomi un piattino con un muffin gigante al cioccolato, ed una candelina accesa incisa al centro.
«Grazie!»
Andrey si sedette accanto a me e mi avvolse nel suo abbraccio. «Auguri» sussurrò nel mio orecchio, per poi darmi un bacio sulla guancia.
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Nel mio cuore. Custode dell'amore.
ChickLit"Il destino ce lo aveva fatto capire ormai in ogni modo. Non potevamo stare insieme". Come possono due cuori rimanere legati per sempre, nonostante tutto remi contro di essi? 1997, Bolsena, provincia di Viterbo (Lazio). Rose Williams, diciannove an...